Sul parco fotovoltaico galleggiante nelle acque del porto di Taranto decide il ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica insieme a quello delle Infrastrutture.
Il Tar di Lecce stoppa l'avviso pubblico esplorativo lanciato a marzo dall'Autorità di sistema portuale del Mar Ionio. Obiettivo: cercare soggetti disposti ad effettuare con la stessa Authority un partenariato per la costruzione dell'impianto in un'area del porto non interessata da attività e navigazione.
Avviso, peraltro, scaduto il 14 giugno e il 6 giugno prorogato di un altro mese, sino al 14 luglio. Nicetechnology srl, la società che fa capo all'ingegnere tarantino Luigi Severini, che prima dell'avviso ha autonomamente messo in pista un progetto per un parco fotovoltaico galleggiante, vince dunque il primo round con l'Authority. La quale dovrà ora vagliare se impugnare o meno in appello, al Consiglio di Stato, la sentenza dei giudici di Lecce (prima sezione, presidente Antonio Pasca, estensore Roberto Michele Palmieri). I numeri del progetto: investimento privato da 50-52 milioni di euro, 48 megawatt di energia da fonte solare, 48 ettari di superficie affianco a Punta Rondinella, copertura del fabbisogno di 80mila utenti.
La decisione
Senza esito i tentativi di chiarirsi e accordarsi preventivamente, il conflitto ha riguardato un punto specifico, e cioè chi dovesse autorizzare il parco fotovoltaico galleggiante. Il ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica, come hanno sostenuto i promotori dell'investimento, oppure l'Authority come ha rivendicato la stessa col presidente Sergio Prete? (Quotidiano si è più volte occupato del caso). Nelle quattro pagine di sentenza, il Tar di Lecce scrive che "unico soggetto competente al rilascio dell'Autorizzazione unica per la costruzione e l'esercizio degli impianti di produzione di energia elettrica alimentati da fonti rinnovabili è il Mase - cioè il ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica - ndr), di concerto con il Mims (ministero delle Infrastrutture - ndr), nel mentre il rilascio della concessione demaniale marittima è rimasto in capo all'Asp (l'Autorità portuale - ndr) ma esso si configura, piuttosto, come un sub-procedimento all'interno dell'iter principale". "Per tali ragioni - rileva il Tar - l'avviso impugnato esula dalle prerogative dell'Asp, essendo la competenza di quest'ultima limitata al rilascio della sola concessione demaniale nell'ambito del sub-procedimento volto al rilascio dell'Autorizzazione unica di competenza del Mase di concerto con il Mims".
"Alla luce di tali considerazioni, va disposto annullamento dell'atto impugnato" sentenzia il Tar, che fa quindi decadere l'avviso pubblico esplorativo dell'Authority e ha inoltre deciso che "le spese di lite possono essere compensate, vista la novità delle questioni esaminate".
Le dichiarazioni
«È una sentenza importante come rileva il nostro avvocato Andrea Sticchi Damiani - dichiara a Quotidiano Luigi Severini, che ha anche progettato il parco eolico offshore Renexia, inaugurato nelle acque del porto di Taranto ad aprile 2022 -. Ma non parliamo di scontro tra noi e l'Autorità portuale. Andava invece chiarita una situazione legislativa che si sovrapponeva e che dava adito a interpretazioni sbagliate. La sentenza del Tar di Lecce fa luce su cosa siano le norme di primaria importanza rispetto ad altre che devono seguire. La scala gerarchica delle norme, insomma. Mi auguro, adesso, che possa cominciare un percorso di collaborazione con l'Authority - aggiunge Severini -. Noi le proposte di collaborazione, relative agli interessi dell'Authority, le abbiamo fatte. Volevamo e vogliamo fare il modello Renexia».
La società cui fa capo il parco eolico offshore ha infatti pattuito con l'Authority la cessione di un determinato quantitativo di energia rinnovabile, prodotta col vento.