Ex Ilva green: Timmermans il 15 maggio a Taranto. E Gozzi (Federacciai) “in missione” al Comune

Una veduta del siderurgico
Una veduta del siderurgico
di Domenico PALMIOTTI
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Venerdì 5 Maggio 2023, 06:00

I riflettori della transizione e della decarbonizzazione dell’acciaio e dell'ex Ilva restano puntati su Taranto. Ieri è stato in città il presidente di Federacciai, Antonio Gozzi, mentre il 15 maggio verrà il vice presidente esecutivo della Commissione Europea, Franz Timmermans.

La visita di Federacciai

Quella di Gozzi è stata una missione lampo a pochi giorni dall’assemblea annuale di Federacciai che si terrà a Milano nel pomeriggio del 10 maggio nell’ambito dell’evento Made in Steel. Gozzi ha incontrato Confindustria Taranto e poi, a Palazzo di Città, il sindaco Rinaldo Melucci. Quest’ultimo, ha appreso Quotidiano, gli avrebbe ribadito che la strada dell’amministrazione comunale è quella dell’accordo di programma cercando di tenere insieme le ragioni della produzione, dell’ambiente e del lavoro. Probabilmente Gozzi è venuto a Taranto per rendersi conto sia dell’approccio dell’imprenditoria e delle istituzioni sulla decarbonizzazione del siderurgico, sia di cosa si intenda esattamente per accordo di programma. 

Le dichiarazioni del presidente


Sulla decarbonizzazione Gozzi punta molto per il futuro dell’acciaio italiano. Lo ha detto l’altro ieri intervenendo nella conferenza stampa di presentazione di Made in Steel. «Vogliamo mantenere il titolo di campioni europei ma stiamo pensando a come diventare campioni mondiali all’orizzonte del 2030 - ha dichiarato Gozzi -, e cioè essere il primo Paese del mondo, partendo dal primato che abbiamo, capace di produrre acciaio totalmente green». È chiaro che una prospettiva del genere se è vero che riguarda molto l’elettrosiderurgia privata (per Gozzi «non esiste Paese europeo dove più dell’80 per cento è prodotto con la filiera elettrica e quindi sostanzialmente decarbonizzato»), non può non inglobare Acciaierie d’Italia, l’ex Ilva, atteso che il piano decennale presentato dal presidente Franco Bernabè (quello da 5,5 miliardi, ora da ricalcolare alla luce dell’inflazione) ha come approdo finale il completamento dell’elettrificazione dell’area a caldo nel periodo 2029-2032 col passaggio, alla fine del 2032, ai soli forni elettrici alimentati in una prima fase a gas naturale e in prospettiva a idrogeno. Quest’ultimo in funzione delle disponibilità e delle convenienze che ci saranno. Gozzi l’altro giorno non ha minimamente parlato dell’ex Ilva. Lo farà nella relazione all’assemblea di Federacciai, ma va da se che Taranto per gli acciaieri è comunque un doppio snodo da cui dipende il consolidamento di quel primato, che da europeo deve diventare mondiale, richiamato dallo stesso Gozzi. Lo è per il ruolo che dovrebbe avere l’ex Ilva, se il rilancio del gruppo riuscirà a partire uscendo dalle secche dell’incertezza, e perché dal secondo modulo dell’impianto che costruirà a Taranto la società Dri d’Italia (società di Invitalia presieduta da Bernabè) i privati otterranno il preridotto di ferro che dovrà alimentare i loro impianti al Nord, sostituendo nella carica dei forni elettrici il rottame di ferro, la cui reperibilità è da tempo un problema. 
I privati hanno già avuto un confronto con Dri d’Italia.

Al momento stanno preparando i documenti per partecipare al bando (i termini si chiudono a fine giugno) per avere un miliardo dal Pnrr. Il secondo modulo dell’impianto del preridotto, da 2 milioni di tonnellate l’anno, non è infatti finanziato al contrario del primo, simile, che servirà i forni elettrici di Acciaierie d’Italia e che ha già la dote di un miliardo del decreto Aiuti Ter. Per il modulo di AdI a giugno dovrebbe essere presa la decisione di investimento. 

L'Unione Europea parla con i tarantini


Ma anche la Ue, oltre a Federacciai, segue il caso Taranto. Il 15 maggio sarà in visita Frans Timmermans, vicepresidente esecutivo della Commissione Europea, responsabile dell’azione per il clima e il Green Deal europeo. Il vicepresidente della UE dialogherà con i cittadini e risponderà alle loro domande durante un incontro pubblico che si terrà nel Teatro Comunale Fusco. L’evento, aperto alla comunità, “sarà un’occasione per avvicinare i cittadini alle istituzioni europee” si spiega. L’iniziativa è organizzata dalla Commissione Europea, Rappresentanza in Italia, in collaborazione con Europe Direct Taranto nell’ambito del Festival dello Sviluppo Sostenibile promosso Asvis, Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile. Timmermans si è occupato più volte della vicenda Taranto a proposito dei piani di riconversione dell’ex Ilva attraverso la decarbonizzazione e i forni elettrici. Per la transizione, Taranto è anche destinataria di circa 800 milioni su un totale di 1,2 miliardi assegnati all’Italia col Just Transition Fund per superare la dipendenza economica e industriale dalle fonti fossili.
Il caso ex Ilva, intanto, è riapprodato in Parlamento con la risposta del sottosegretario Mimit, Fausta Bergamotto, all’interrogazione del deputato Pd Ubaldo Pagano. Che attacca dicendo che, dopo mesi di attesa, arriva dal sottosegretario “una lettera di tre pagine senza dire assolutamente nulla. Eppure - rileva Pagano - le questioni che in questi mesi abbiamo sollevato sono tante e su tutte urgono chiarimenti immediati: la riduzione delle emissioni nocive e la tutela dell’ambiente e della salute, i debiti con le imprese dell’indotto e le conseguenze occupazionali, la cassa integrazione che continua a interessare migliaia di dipendenti dell’ex Ilva, la decarbonizzazione e il futuro degli stabilimenti. Nulla. Su nessuno di questi temi, il Governo ha saputo dare indicazioni chiare, limitandosi a ripetere informazioni note da tempo”. 

I dati di ArcelorMittal


In compenso ArcelorMittal come gruppo mondiale va più che bene. Ha infatti quadruplicato l’utile netto nel primo trimestre 2023 rispetto all’ultimo trimestre 2022: 1,096 miliardi di dollari contro 261 milioni di dollari. Meglio era però andato il primo trimestre 2022: 4,12 miliardi di dollari. I dati sono usciti ieri. Ma è dai primi del 2021 che ArcelorMittal ha messo l’Italia fuori dal suo perimetro di gruppo. 

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