Vertice a Bari sul futuro di Enel: il territorio chiede più investimenti per evitare la catastrofe occupazionale

La centrale Enel di Brindisi
La centrale Enel di Brindisi
di Francesco RIBEZZO PICCININ
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Giovedì 7 Dicembre 2023, 05:00

Ulteriori investimenti sul sito di Brindisi per compensare la perdita dei posti di lavoro della decarbonizzazione.

Il vertice a Bari

Questa, in sintesi, la richiesta di Regione ed istituzioni locali, a partire dal Comune, ad Enel emersa nella riunione di ieri a Bari, alla quale hanno partecipato il governatore Michele Emiliano, l’assessore allo Sviluppo economico Alessandro Delli Noci, il sindaco di Brindisi Giuseppe Marchionna, i sindacati nazionali, regionali e locali, i rappresentanti dei ministeri dell’Ambiente, delle Infrastrutture e delle Imprese ed il presidente di Confindustria Gabriele Menotti Lippolis.

La posizione dell'azienda

Enel, dal canto suo, ha ribadito quelli che sono gli impegni previsti per Brindisi, a cominciare da quelli relativi al core business dell’azienda ovvero, come ribadito anche in fase di presentazione del piano industriale dall’amministratore delegato Flavio Cattaneo, la produzione e lo stoccaggio di energia. Dunque pannelli fotovoltaici, impianti eolici, un sistema di accumulo a batterie “Bess” (Battery energy storage system) ed un impianto di produzione di idrogeno green, dunque da fonti rinnovabili ed in particolare da eolico. Un investimento, quest’ultimo, che ha ottenuto un finanziamento da 9,8 milioni di euro nell’ambito del Pnrr.
Nel capoluogo messapico, inoltre, Enel ha lavorato sul fronte della formazione per riqualificare i lavoratori e prepararli alle richieste del mercato dell’energia “decarbonizzato”. A questo si aggiungono la realizzazione di stabilimenti (da parte di aziende terze) nell’ambito della filiera delle rinnovabili e la creazione della Zona franca doganale di Enel Logistics.

Le attività non “core”

Rispetto a quest’ultimo investimento, i rappresentanti della società hanno evidenziato come il progetto sia in fase di autorizzazione. Per la gestione del sito, che dovrebbe occuparsi della movimentazione con particolare riferimento al settore automotive, di merci del settore agrifood (anche refrigerate, in containers o in colli) e materie prime e semilavorati, Enel è alla ricerca di un partner con esperienza internazionale nel settore della logistica. Operazione che sarebbe semplificata dalla conclusione dell’iter autorizzativo, con la conferma di poter operare all’interno della Zona franca doganale interclusa già riconosciuta dall’Agenzia delle dogane.
Per quanto riguarda gli investimenti da parte di terzi, Enel ha sottolineato come la possibilità dell’insediamento da parte di Act Blade, società che dovrebbe produrre pale eoliche con una tecnologia innovativa, nonostante alcune difficoltà non sia ancora da considerare perduto. Mentre sembra ormai sfumata la possibilità dell’insediamento da parte della multinazionale Standex, che a Brindisi avrebbe dovuto costruire le “cornici” sulle quali montare i veri e propri moduli fotovoltaici realizzate con plastica riciclata. Non si è parlato, ancora una volta, della possibilità di utilizzare la presa a mare già esistente ed al servizio della centrale “Federico II” per risparmiare una notevole somma e creare a Cerano un dissalatore.

Proposta che era emersa tempo fa sia nel dibattito nazionale, quando si parlava di “Cis Acqua”, che in quello regionale.

Le richieste delle istituzioni

Difficile, come evidenziato proprio dall’ad Cattaneo appena pochi giorni fa, pensare ad investimenti “extra core business”. L’azienda ha già chiarito di volersi concentrare su produzione, accumulo e utenze piuttosto che su investimenti che non abbiano ritorni certi e convenienti. Ma durante il vertice di ieri Enel avrebbe comunque rassicurato i presenti di essere al lavoro per cercare ulteriori partner e rafforzare la presenza di investimenti da parte di terzi a Brindisi. Anche se, per il momento, su questo fronte non vi è alcuna certezza. Ed è proprio questo, al contrario, che i rappresentanti delle istituzioni chiedono ad Enel: certezza non tanto per i quasi 300 lavoratori diretti, il cui futuro è stato garantito ancora una volta dall’ad Cattaneo, quanto gli oltre 500, ed anche di più se si considera la movimentazione del carbone in porto, dell’indotto. Nessun dettaglio, tuttavia, su cosa dovrebbe fare l’azienda, se non un generico riferimento alla produzione di dispositivi energetici. Il sindaco Marchionna, dal canto suo, ha ribadito che se Enel non chiarirà le proprie intenzioni in tempi adeguati chiederà al governo lo stop della centrale ed il decommissioning del sito, bonifiche incluse.

La presenza nel porto

Un capitolo a parte merita la questione della banchina utilizzata da Enel per la movimentazione del carbone. Sulla questione ci sono stati diversi incontri tra la società ed il presidente dell’Autorità di sistema portuale Ugo Patroni Griffi finalizzati, sostanzialmente, a garantire che anche dopo la scadenza della concessione e dunque con la conclusione dell’utilizzo da parte di Enel il molo continui a produrre reddito, anche evitando tempi lunghi per le autorizzazioni che dovranno precedere la dismissione di tutte le grandi attrezzature presenti.

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