Ecco il futuro di Enel a Cerano dopo l'addio al carbone: domani la società presenta il nuovo piano industriale

Un rendering del progetto di riconversione della centrale Enel "Federico II"
Un rendering del progetto di riconversione della centrale Enel "Federico II"
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Martedì 21 Novembre 2023, 05:00

Mancano poche ore, ormai, alla presentazione del nuovo piano industriale di Enel, che inevitabilmente coinvolgerà anche il sito di Cerano, che attualmente ospita la centrale a carbone “Federico II” ma che è destinato a diventare un polo delle energie rinnovabili ed uno dei luoghi strategici della “Hydrogen valley” pugliese.

La presentazione di domani

I piani di Enel per il sito di Cerano ed in generale per Brindisi, che saranno illustrati domani all'interno di un quadro più generale, riguardano principalmente quattro direttrici: logistica, produzione di energia da fonti rinnovabili, idrogeno ed investimenti da parte di aziende terze. Ed è verosimilmente questo che verrà confermato, domani, durante la presentazione del nuovo piano industriale della società. Tra i progetti previsti, infatti, ci sono innanzitutto due campi fotovoltaici da 51 megawatt in tutto. Il primo da 6,2 megawatt ed il secondo da 44,5 megawatt, affiancato da un sistema di accumulo “Bess” (Battery energy storage system) integrato da 40 megawatt. Lo scorso anno, la Regione ha dato il via libera definitivo, nell’ambito del procedimento avviato dal ministero della Transizione ecologica, al Bess proposto da Enel produzione, che sarà costituito da batterie del tipo agli ioni di litio (Litio-Ferro-Fosfato).

L’area di intervento si colloca in un settore di impianto posto nella zona a sud dell’edificio sala macchine ed ha una superficie complessiva di circa 52mila metri quadri. L’impianto Bess è previsto in connessione alla rete di trasmissione nazionale nel punto di tensione già dedicato all’unità di desolforazione del gruppo 3, attualmente alimentata dalla rete di distribuzione a media tensione della centrale.

Oltre la riqualificazione del sito

Dopo di che c’è il progetto “Nuova torre dei venti” dell’architetto Marina Gousia, vincitore del concorso bandito da Enel “I nuovi spazi dell’energia”, che prevede la realizzazione di un polo di ricerca, dello sviluppo sostenibile, del tempo libero in grado di integrarsi con l’ambiente circostante. Le facciate della centrale si trasformeranno in opere d’arte capaci di produrre energia rinnovabile dal sole e dal vento grazie ad una pellicola fotovoltaica organica, ad una turbina eolica ed a 85 generatori eolici ad asse verticale.
Poi c’è il progetto Enel logistics, che interesserà un’area retroportuale ma che prevede l’utilizzo, per la movimentazione delle merci, della banchina di Costa Morena Est. La aree interessate dal progetto saranno utilizzate per “ricezione di merci, stoccaggio e deposito, movimentazione merci ed eventuali attività di trasformazione o perfezionamento. In prima ipotesi, nella prima fase di sviluppo si prevede la gestione di flussi Ro-Ro, con particolare riferimento al settore automotive, di merci del settore agrifood (anche refrigerate, in containers o in colli) e materie prime e semilavorati”, si legge nei documenti relativi al progetto. Dunque, ad una prima fase di semplice ricezione e smistamento, secondo le intenzioni di Enel Logistics potrebbe seguirne una seconda nella quale la società si occuperebbe anche di trasformare le merci in entrata. Sempre, naturalmente, con tutti i vantaggi - fiscali e non solo - previsti dall’inserimento all’interno del perimetro della Zes e dal riconoscimento di Zona franca doganale.

La Hydrogen valley pugliese e non solo

Poi c’è l’idrogeno. In particolare, Enel prevede la realizzazione di un impianto di produzione di idrogeno, mediante elettrolizzatori, da 2 megawatt tramite l’utilizzo di energia prodotta da fonti rinnovabili. Un progetto del valore di 9,8 milioni di euro, tutti finanziati con fondi del Pnrr. Sempre che il Tar confermi l’aggiudicazione, considerato il ricorso di due delle società escluse. E infine gli investimenti “terzi” come quelli di Act Blade e Standex. La prima riguarda la produzione di pale eoliche innovative. La seconda il recupero di plastiche da trasformare in “cornici” per moduli fotovoltaici. Di entrambe le iniziative, tuttavia, si sono perse le tracce. In più, a quanto pare Acquedotto Pugliese starebbe andando avanti con le verifiche di fattibilità del progetto per il dissalatore che, utilizzando la presa a mare già esistente a Cerano, potrebbe essere realizzato con un notevole risparmio economico.

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