Enel, fine concessione entro il 2025 e intanto l'Autorità portuale chiede un piano di smantellamento delle attrezzature

La banchina di Costa Morena Est dedicata alla movimentazione del carbone
La banchina di Costa Morena Est dedicata alla movimentazione del carbone
di Francesco RIBEZZO PICCININ
4 Minuti di Lettura
Domenica 15 Ottobre 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 16 Ottobre, 14:34

Si complica la vicenda del termine della concessione di Enel di una parte della banchina di Costa Morena Est a Brindisi. Quanto immaginato inizialmente, ovvero la possibilità che le attrezzature presenti sul molo potessero rimanere al loro posto ed essere utilizzate per altri tipi di traffico, sembra che non possa concretizzarsi. Le intenzioni dell’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico meridionale, infatti, sono tutt’altre, come ha spiegato venerdì in conferenza dei capigruppo il segretario generale dell’ente Tito Vespasiani rispondendo alle domande dei consiglieri sulle conseguenze della presenza del deposito Edison sulla medesima banchina.

Il timore

Di un possibile “monopolio” degli spazi, infatti, Vespasiani ha spiegato che la banchina utilizzata attualmente da Enel sarà libera ed aperta ad altri traffici entro la fine del 2025. In realtà, la concessione attualmente vigente è in scadenza al 31 dicembre 2023 ma società ed Authority hanno già avviato i contatti per il suo prolungamento. Che arriverà, per l’appunto, alla fine del 2025. Entro quella data, infatti, secondo quelle che sono le indicazioni dello Stato italiano, ancora non smentite dall’attuale governo, si dovrà realizzare il phase out dal carbone e dunque la centrale “Federico II” di Cerano cesserà di produrre energia nelle modalità con le quali ha operato fino ad oggi. Enel, nel frattempo, ha immaginato una riqualificazione totale del sito di Cerano che punta sulle energie rinnovabili: mini-eolico ma soprattutto fotovoltaico e accumulo. Ed anche nuove attività in banchina, con la società Enel Logistics creata ad hoc. «Abbiamo già ordinato - ha detto nelle scorse ore il segretario generale dell’Autorità di sistema portuale - ad Enel di preparare entro il 15 novembre il piano di smantellamento di tutte le strutture in attesa di quanto sarà restituita agli operatori e speriamo che siano nuovi investimenti anche da quell’altra parte, quando Enel smantellerà tutta la banchina per il fine vita della concessione».

L'idea

Niente da fare, dunque, per l’idea di mantenere la situazione attuale, che comprende la presenza di un sistema di raccolta delle acque meteoriche, gru e benne per lo scarico del carbone e una macchina per il caricamento su nave di gessi e ceneri prodotti dalla centrale. In sostanza, quella di Diga di Costa Morena è probabilmente l’unica, o una delle pochissime, banchine ambientalizzate di tutto il Sud Italia. Da qui nasceva, nelle scorse settimane, l’interrogativo: vale la pena chiedere il ripristino dello stato dei luoghi, come succede normalmente al termine di una concessione, soprattutto di quelle lunghe come quella di cui ha usufruito e di cui continuerà ad usufruire per altri due anni Enel, che comportano modificazioni alla situazione iniziale? O invece conviene prevedere che tutta la strumentazione presente in banchina e tutte le trasformazioni effettuate rimangano a disposizione del porto e di chi utilizzerà, in futuro, quel molo? Magari con una società pubblica, in modo che ad offrire quei servizi non debba essere un concessionario privato.

La risposta

A questo punto, è chiara alla luce delle formalizzazione, da parte dell’Authority, della richiesta fatta ad Enel di presentare un piano di smantellamento: ci sarà il ripristino dello stato dei luoghi, perché le strutture attualmente presenti sono ritenute d’intralcio per possibili nuovi traffici e non, invece, un valore aggiunto.
A chiarirlo ulteriormente è il presidente dell’Autorità di sistema Ugo Patroni Griffi. Lo smantellamento, spiega, «è obbligatorio per legge. Alla scadenza della concessione, noi dobbiamo avere un piano di smantellamento della banchina e di ripristino dello stato dei luoghi per le nuove attività portuali che potrebbero interessarla». Ma le attrezzature presenti potrebbero essere utili per nuovi traffici? «Secondo me no. Se Enel - risponde Patroni Griffi - ci porta un privato che le vuole, ne possiamo riparlare. Ma il salto nel vuoto noi non lo facciamo. Se prima della scadenza della concessione dovesse esserci un soggetto che si candida ad ottenere la banchina mantenendo le attrezzature e ci assicura una buona quantità di traffici, chiaramente buon per loro. Ma certamente l’Autorità non può acquisire al demanio delle opere che sono comunque impattanti e che possono creare un ostacolo allo sviluppo della portualità senza sapere se ci sia o meno un soggetto che le vuole utilizzare»

© RIPRODUZIONE RISERVATA