Ex Ilva, rebus cassa: lavoratori "scoperti" dal 19 giugno

Ex Ilva, rebus cassa: lavoratori "scoperti" dal 19 giugno
di Domenico PALMIOTTI
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Venerdì 30 Giugno 2023, 07:13 - Ultimo aggiornamento: 07:14


Acciaierie d'Italia, ex Ilva, attende che sia autorizzata la nuova domanda di cassa integrazione sulla base del recente decreto legge sulla Pubblica amministrazione. È quello che consente alle aziende ritenute strategiche, e con più di 1.000 addetti, di proseguire la cassa sino a fine anno se non hanno completato la ristrutturazione in corso. Tra queste, c'è l'ex Ilva.

La comunicazione in Regione


Lo ha comunicato ieri il direttore delle Risorse umane del gruppo AdI, Virginia Piccirilli, incontrando i sindacati metalmeccanici in sede di task force Lavoro della Regione Puglia.

La richiesta inoltrata riguarda un numero massimo di 2.500 unità sulle 8.200 che costituiscono l'organico di Taranto. L'incontro è stato convocato per discutere della procedura di cassa che l'azienda, prima che il Governo approvasse il decreto, aveva avanzato alla Regione sulla base della legge di Bilancio 2022 che, in tema di ammortizzatori sociali, ha variato alcuni articoli del Jobs Act del 2015. Essendosi chiusi con un nulla di fatto gli incontri al ministero del Lavoro del 13 e 15 giugno sulla continuità della cassa, la Regione ha infatti proposto una via d'uscita, immediatamente colta da AdI. Si tratta del comma 11 ter inserito all'articolo 44 del decreto legislativo n. 148 del 14 settembre 2015, il Jobs Act appunto. Questo prevede la possibilità di concedere ad alcune specifiche categorie di datori di lavoro un ulteriore trattamento straordinario di integrazione salariale, di durata massima pari a 52 settimane, per fronteggiare nel biennio 2022-2023 processi di riorganizzazione e situazioni di particolare difficoltà economica. Sono stanziati al riguardo 150 milioni di euro per i 2 anni in questione.


Nel frattempo, essendoci un nuovo quadro normativo - il decreto è andato in Gazzetta Ufficiale e ora comincerà in Parlamento l'iter di conversione in legge -, si pensava che ieri l'azienda avrebbe chiuso la procedura con la Regione. Invece Acciaierie d'Italia ha specificato che la domanda di cassa a valere sul dl è stata presentata al ministero del Lavoro ma non ancora autorizzata. Di conseguenza, in Regione Puglia ci si è aggiornati all'11 luglio. I sindacati contano che la copertura della nuova cassa sia retroattiva a partire dal 19 giugno, giorno in cui è terminata la cassa straordinaria avviata a fine marzo al ministero del Lavoro anche se con un'intesa accettata solo da alcune sigle sindacali (Fim Cisl, Fiom Cgil, Ugl e Fismic, contrarie Uilm e Usb).

Il nuovo decreto


Il nuovo decreto all'articolo 42 stabilisce che l'ulteriore cassa integrazione è autorizzata "a domanda, in via eccezionale, in continuità con le tutele già autorizzate" e "per una durata massima di ulteriori quaranta settimane fruibili fino al 31 dicembre 2023, al fine di salvaguardare il livello occupazionale e il patrimonio delle competenze dell'azienda". Previste risorse per 46,1 milioni di euro. "Non si applicano le procedure e i termini di cui agli articoli 24 e 25 del decreto legislativo 14 settembre 2015, n. 148", cioè il Jobs Act, recita il nuovo decreto. E l'articolo 24 della norma del 2015 dice che l'impresa "è tenuta a comunicare alle rappresentanze sindacali le cause di sospensione o di riduzione dell'orario di lavoro" presentando "domanda di esame congiunto". Passaggio di consultazione che adesso il decreto legge sopprime.

I sindacati


«In questa vicenda della cassa integrazione - dichiara a Quotidiano Davide Sperti, segretario Uilm - ci sono due aspetti da chiarire, uno tecnico, l'altro politico. Il primo è capire da quando decorre la nuova cassa. Crediamo sia retroattiva ma non abbiamo conferma. L'azienda, intanto, pur senza autorizzazione, dal 19 giugno ha continuato la sospensione dei lavoratori in piena autonomia, tant'è che ha inviato agli interessati una comunicazione, dai sindacati contestata, in cui dice che in pendenza della procedura per la richiesta di cigs', il dipendente dovrà astenersi dal prestare attività lavorativa' e in attesa dell'esito, riceverà compensi in misura pari a quanto previsto dalla medesima procedura'. L'altro aspetto è politico - aggiunge Sperti -, nel senso che il Governo ancora non interviene sul cambio della governance e del piano industriale, lascia correre una situazione deteriorata fortemente, però permette ad AdI di accedere alla cassa senza più l'obbligo di consultare i sindacati». Alessandro Dipino, segretario di Ugl metalmeccanici, evidenzia che «ancora una volta il Governo glissa tutte le richieste avanzate dalle organizzazioni sindacali. La nostra inquietudine sta nel fatto che non si conosce neppure la eventuale retroattività del provvedimento e quindi come avverrà la copertura retributiva delle giornate di assenza dei lavoratori». «Non vorremmo che il 12 luglio (giorno di accredito degli stipendi - ndc), i lavoratori debbano scoprire sul proprio cedolino paga giornate non retribuite, non essendoci alcuna copertura retributiva né da parte dell'azienda, né attraverso l'ammortizzatore, e pertanto serve che i tempi di intervento risultano rapidissimi», rileva Ugl.


Mentre per Franco Rizzo, dell'esecutivo confederale di Usb, «non deve esserci alcun dubbio sul fatto che nel caso in cui il provvedimento non dovesse essere retroattivo, delle giornate lavorative dei dipendenti deve farsi carico interamente l'azienda. Ribadiamo ancora una volta che il Governo deve coinvolgere i rappresentanti dei lavoratori in questa partita complicata e determinante».
E di «preoccupante incertezza» parla Andrea Orlando, deputato Pd, già ministro del Lavoro, commentando la risposta del Governo ad un'interrogazione sull'ex Ilva. «Il ministero - dichiara Orlando - annuncia un nuovo accordo di programma con l'obiettivo di rendere l'Ilva di Taranto la più grande acciaieria verde d'Europa con investimenti per il processo di decarbonizzazione ma non chiarisce se questo nuovo piano sia previsto come integrazione del precedente o lo sostituisca integralmente».
Inoltre, per Orlando, «il ministero sottolinea che lo Stato ha riacquistato la libertà che non aveva e può anticipare la salita in maggioranza rispetto alla prevista data del maggio 2024', senza però dare alcuna indicazione sulle modalità di questa possibile accelerazione».

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