Ex Ilva, protesta delle aziende dell'indotto: consegnano le chiavi al prefetto. Oggi l'incontro con Emiliano

Ex Ilva, protesta delle aziende dell'indotto: consegnano le chiavi al prefetto. Oggi l'incontro con Emiliano
3 Minuti di Lettura
Lunedì 12 Febbraio 2024, 13:03 - Ultimo aggiornamento: 17:42

Da oggi parte la cassa integrazione per i dipendenti delle aziende dell'indotto ex Ilva. E i timori già espressi nel corso di queste settimane di perdere i crediti vantati con Acciaierie d'Italia si fa ancora più concreto, mentre si attende la decisione del tribunale di Milano sulla richiesta di “protezione” della società nei confronti dei creditori per crediti stimati in 3,1 miliardi di euro. 

La protesta

A Taranto, intanto, le aziende dell'indotto hanno bloccato il traffico con un sit in davanti all'ingresso della prefettura, per protesta contro l'ipotesi di amministrazione straordinaria.

Le aziende hanno consegnato le chiavi al prefetto di Taranto, «avendo constatato l'assenza di responsabilità politica a tutela delle imprese che hanno consentito alla grande fabbrica di essere considerata strategica per il Paese e hanno sempre lavorato e pagato le tasse». Lo scrive in una lettera allo stesso prefetto, il presidente di Aigi, Fabio Greco che,  accompagnato da una delegazione, incontrerà il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano. Quest'ultimo, infatti, ha proposto al Governo di farsi carico con risorse regionali del pagamento dei debiti maturati da Acciaierie con l'indotto. 

La lettera

La lettera esprime «la rabbia, la costernazione e la profonda preoccupazione» per la grave situazione di incertezza che si registra sulla vicenda ex Ilva di Taranto «ormai ad un passo dalla seconda amministrazione straordinaria nel giro di dieci anni». Le condizioni intorno al dossier sono precipitate nelle ultime settimane, si ricorda nella lettera, «a causa del braccio di ferro che si sta consumando tra socio pubblico, Invitalia, e privato Arcelor Mittal e mentre potrebbe essere decretata già nelle prossime ore l'amministratore straordinario della società».  L'attuale situazione di crisi ha portato «le nostre aziende ad avviare la cassa integrazione per i lavoratori al fine di garantire loro il sostegno al reddito e non saranno nemmeno nelle condizioni di onorare le scadenze fiscali e previdenziali. Dopo quasi un mese di pacifica agitazione, e con il rischio che nelle prossime ore vengano concesse misure protettive a favore di AdI, senza che al contempo si siano concretizzate delle misure volte alla garanzia dei crediti e un'immediata immissione di liquidità, gli imprenditori dell' indotto sono al colmo della disperazione».

© RIPRODUZIONE RISERVATA