Perrini (FdI): «Emiliano delinquente». Il Pd insorge: «Chieda scusa»

Perrini (FdI): «Emiliano delinquente». Il Pd insorge: «Chieda scusa»
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Domenica 11 Febbraio 2024, 17:29

Intervenendo al congresso provinciale di Fratelli d'Italia a Brindisi, ieri il consigliere regionale Renato Perrini, presidente della commissione consilare antimafia, ha definito il governatore pugliese, Michele Emiliano, un «delinquente». E oggi il deputato dem Marco Lacarra e il segretario del Pd Puglia, Domenico De Santis, lo invitano a «chiedere scusa». Perrini, però, risponde che ha pronunciato quella parola «volutamente: so bene - spiega - che non è un termine da usare, seppure detto in senso politico qual era il contesto nel quale mi trovavo, e facendo riferimento ad azioni politiche - la proposta sul pagamento dell'indotto dell'ex Ilva e i disastri sulla sanità - ma ieri, a Brindisi, ho voluto provocare gli ipocriti della politica perché uscissero allo scoperto». «Oggi a scandalizzarsi - prosegue Perrini - sono gli stessi che non hanno detto una parola, non hanno chiesto scusa, quando il presidente De Luca, seduto accanto a Emiliano, su un palco barese, ha detto anche di peggio nei confronti del Governo e del ministro Raffaele Fitto.

Sono pronto a chiedere scusa, ma solo quando De Luca e il Pd chiederanno scusa per le offese dette da De Luca».

La replica

Per De Santis, «nessuno, meno che mai un consigliere regionale» dovrebbe «scadere nelle offese, gravissime peraltro, come nel caso di Renato Perrini». «I veri 'delinquentì - prosegue - sono quelli che non pagano i 180 milioni di euro alle aziende dell'indotto ex Ilva che stanno fallendo e non riescono a pagare i dipendenti e i fornitori. Emiliano ha chiesto al governo di utilizzare le risorse di avanzo di amministrazione della Regione per risolvere il problema dei crediti che il Governo non riesce a risolvere. Invece di fare polemica il consigliere Perrini dovrebbe adoperarsi affinché la regione venga autorizzata dal Governo». Lacarra definisce «le parole pronunciate da Renato Perrini offese gratuite». «Non vogliamo e non possiamo, tutti quanti, maggioranza e opposizione di questo Governo - conclude - approcciarci ai nostri avversari politici con questi toni». 

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