Duello sullo scudo penale per l'ex Ilva. Emiliano: «Non lo contestiamo». Calenda replica: «Oggi scopriamo che non è contro»

La sede di Taranto di Acciaierie d'Italia
La sede di Taranto di Acciaierie d'Italia
di Domenico PALMIOTTI
4 Minuti di Lettura
Venerdì 27 Gennaio 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 06:43

Si detestano a vicenda, più volte si sono scambiati accuse feroci, ma ieri, sia pure a distanza perché collegati entrambi da remoto, impugnano il fioretto e non la spada davanti alla commissione Industria del Senato che li ascolta sul decreto legge per l’ex Ilva di Taranto. Posizioni diverse, certo, ma nessuna polemica accesa. Differenziazioni nel garbo. Sono l’ex ministro dello Sviluppo economico e ora senatore e leader di Azione, Carlo Calenda, e il governatore di Puglia, Michele Emiliano.

I precedenti e il nuovo scontro

Tanti gli scontri tra i due sulla fabbrica. Calenda da ministro ha infatti gestito tra il 2016 e il 2017 la cessione dell’ex Ilva ad ArcelorMittal. Ed Emiliano più volte gli ha rinfacciato la cessione a Mittal, di nuovo ieri definito “il peggiore interlocutore, il peggiore dei soggetti”.
«Come si conciliano occupazione e aumento della produzione con la decarbonizzazione? Perché stiamo reintroducendo lo scudo penale dopo averlo smontato?», esordisce l’ex ministro. Per Calenda, la valutazione preventiva di danno sanitario chiesta da Emiliano, «è troppo vaga per essere applicata a livello industriale. Stimare preventivamente le ipotesi di danno porterebbe qualunque investitore a non investire, è una procedura inventata dalla Regione Puglia che non ha una base scientifica». Gli risponde Emiliano: «La normativa della Regione Puglia è l’attuazione concreta di un principio Ue, il principio di precauzione, che dice che quando non sei sicuro che quello che stai per fare non possa provocare danni a salute ed ambiente, ti devi fermare. La legge - ribatte Emiliano - non è mai stata impugnata dal Governo, le previsioni di questa norma mai portate alla Corte Costituzionale che non l’ha mai ritenuta incostituzionale». 

L'ex ministro: «Una storia malata»


Calenda definisce la vicenda dell’ex Ilva una «storia malata, che toglie lo scudo penale e lo reintroduce, vuole la decarbonizzazione e l’aumento della produzione e dell’occupazione. Tutta questa cosa insieme non ci sta». E inoltre, dice Calenda, per l’ex Ilva «l’accordo di programma a Genova non è mai stato attuato». Per il governatore di Puglia, invece, «decarbonizzazione, affiancamento dei forni elettrici e ciclo tradizionale, non pregiudica la capacità produttiva della fabbrica ma si limita ad affiancare due sistemi diversi, diffusissimi nel mondo. È un compromesso intelligente». E a Calenda che lo stuzzica dicendo che ha applaudito il nuovo contratto, “peggiore”, tra ArcelorMittal e Invitalia dopo la caduta di quello che da ministro aveva fatto lui, Emiliano risponde: «Non ho mai acclamato accordi peggiorativi dopo la caduta del contratto perché sono accordi fondati su patti parasociali che noi non abbiano mai conosciuto».

Lo scudo penale


Sullo scudo penale, prosegue Emiliano, «per come lo intendiamo noi, non dovrebbe servire a nulla». Perché, aggiunge il governatore, «se qualcuno agisce per attuare le previsioni Aia, non può commettere alcun reato». Quindi «lo scudo ha più un valore psicologico per rassicurare gli interlocutori. Siamo anche disponibili. Non lo condividiamo ma non lo contrastiamo. La Regione Puglia non se la sente di aprire una vertenza frontale. Puntualizzare sullo scudo penale può rischiare di far saltare tutto l’accordo».
E circa l’intesa di Genova, Emiliano risponde a Calenda affermando che «il fatto che a Genova l’accordo non abbia funzionato, non riguarda la Regione Puglia. Siamo convinti - dice Emiliano - che il Governo abbia fatto una proposta aperta, un accordo di programma collega i problemi della fabbrica con una serie di interventi connessi che ne rilanciano produttività ed economicità di gestione. Prendiamo l’impegno che possa funzionare». 

Il tweet di Calenda


Finisce l’audizione al Senato e Calenda lancia un ultimo affondo. Ma su Twitter: “Oggi scopriamo che il governatore non è contro lo scudo penale, che prima considerava un obbrobrio giuridico. Quindi abbiamo perso 4,2 mld e un accordo blindato con Mittal eliminando lo scudo e ora lo reintroduciamo. Bene così”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA