Amministrative, l'appello del vescovo alla politica: «Serietà e programmi concreti»

Amministrative, l'appello del vescovo alla politica: «Serietà e programmi concreti»
di Paola CASELLA
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Martedì 10 Maggio 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 19:09

Abbandonare i toni della delazione e riempire di contenuti la campagna elettorale in vista delle prossime elezioni amministrative, affinché i cittadini possano riconoscersi in chi dovrà meglio rappresentarli. È l’invito che l’arcivescovo di Taranto monsignor Filippo Santoro ha rivolto ai candidati in un passaggio del discorso pronunciato in occasione della consegna della statua di San Cataldo alle autorità cittadine. In effetti, in questa campagna elettorale si parla poco di programmi e a prevalere sono i tatticismi e gli insulti.

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Le reazioni

Secondo il candidato sindaco Luigi Abbate il clima è teso perché Musillo e Melucci rifiuterebbero il confronto sui programmi: «È per questo che sono costretto ad inseguirli nei cosiddetti “assalti” che nei prossimi giorni aumenteranno». Dello stesso parere anche l’altro candidato sindaco Massimo Battista: «Il mio invito al confronto a Melucci e Musillo continua a rimanere inascoltato. Vorrei un dibattito sui temi, sui programmi». 
Rinaldo Melucci, invece, dice: «Le parole di monsignor Santoro fungono sempre da faro e mi trovano concorde, proprio perché rispecchiano lo stile che ho adottato sin dall’inizio della mia esperienza politica. Quindi non posso che ringraziarlo per l’attenzione che mostra alle sorti delle istituzioni. Per quel che mi riguarda posso affermare senza timore di non aver mai usato toni inappropriati, anche perché mi sono sempre misurato nel merito dei temi, parlando direttamente ai cittadini». Il candidato sindaco Walter Musillo preferisce, invece, non commentare. 

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Nelle scorse ore ad alimentare il clima di tensione è stata proprio una sua intervista in cui ha accusato la precedente Amministrazione (di cui ha fatto parte a pieno titolo fino al 15 novembre scorso) di aver «venduto i Giochi del Mediterraneo al resto della Puglia». Ieri la replica della Federazione provinciale del Pd: «Dopo essere stato uno dei più discussi segretari del Pd (al punto di essere rimosso dall’incarico dopo aver perso le elezioni amministrative in quasi tutta la provincia), oggi candidato della destra europea, si prende il fastidio di accusare il Pd di fantasiose compravendite politiche.

Farebbe ridere, se non stessimo parlando di un candidato sindaco che fino a ieri chiedeva sui tavoli baresi di poter celebrare le primarie con il Pd e i partiti di centro sinistra». 

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Si ricorda poi che «i Giochi del Mediterraneo sono un evento così importante, per l’intera Regione, da non meritare il trattamento che gli sta riservando. È tutto ridotto all’infantile racconto dei baresi contro i tarantini, una storiella cui davvero non crede nessuno, vista la nomina del barese Vernola come direttore generale della Provincia a firma Gugliotti». Si aggiunge che il Pd «ha lavorato a Taranto, collaborando alla stesura del masterplan, ha lavorato in Regione, affinché il progetto camminasse su solide gambe, ha lavorato in parlamento con Ubaldo Pagano ed i parlamentari pugliesi tutti per far arrivare i primi soldi ed evitare che colpevoli distrazioni togliessero le risorse che ben due Governi avevano confermato, con particolari attenzioni dal M5S e LeU nel governo Conte II». Infine, una serie di domande a Musillo: «Ci dica, il candidato del centrodestra, se ricorda chi ha deciso di candidare Taranto ai Giochi; se ha compreso quanto sia importante ragionare in termini di area vasta quando si investono centinaia di milioni di euro dei contribuenti; se sa che il suo alleato presidente della Provincia è lo stesso che non si è praticamente mai visto alle riunioni tecniche del Comitato organizzatore, di cui lui è componente ma ha sempre delegato (a non tarantini). A meno che tutta questa ripicca non dipenda dal fatto che nessuno abbia mai fatto affidamento su lui quando servivano competenze. Competenze che non possono essere quelle di saper passare da un partito all’altro, né raccogliere le dimissioni dei consiglieri comunali, che per arrivare alla sua candidatura a sindaco, hanno bloccato una città intera». 

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