Da Taranto il pressing: garanzie nei call center

Da Taranto il pressing: garanzie nei call center
di Alessandra Macchitella
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Domenica 13 Dicembre 2015, 10:52
«La clausola sociale ha consentito di garantire continuità occupazionale a 80mila giovani dei call center». Lo ha dichiarato Andrea Lumino, segretario generale Slc Cgil Taranto, nel corso del dibattito che si è svolto ieri mattina “Clausola sociale nei call center: garanzie occupazionali raggiunte da Taranto”. All’incontro, organizzato dal sindacato dei lavoratori della comunicazione della Cgil jonica, hanno partecipato il sottosegretario al ministero del lavoro Teresa Bellanova, Giuseppe Massafra, segretario generale Cgil Taranto, Nicola Di Ceglie, segretario generale Slc Cgil Puglia e Michele Azzola, segretario nazionale Telecomunicazioni della Slc Cgil. Con le clausole sociali nei call center è garantita la continuità occupazionale e contrattuale dei lavoratori nel caso di cambi di appalto.

«È una vertenza difficile che ha visto tanti passaggi – ha commentato l’onorevole Bellanova – l’anno scorso avevo assunto un impegno per intervenire sui temi della conciliazione. Abbiamo ampliato i congedi parentali, portando quelli da 6 a 8 anni e quelli da 8 a 12 e abbiamo previsto 38 milioni di euro annuali per i prossimi tre anni, destinati ai contratti di secondo livello che intervengono sulla conciliazione tra tempi di vita e di lavoro. Inoltre la prossima settimana al Senato sarà approvata definitivamente la delega che recepisce la direttiva europea nella quale è inserita la clausola sociale per i lavoratori del call center, che avranno continuità di lavoro nel cambio di appalto. Le aziende che intendono cambiare appalto devono comunicarlo preventivamente ai sindacati. È un risultato importante per Taranto, ieri sera ho detto al presidente Renzi che si tratta di una vertenza simbolo».

Ora le regole cambiano secondo Lumino: «Garantire stabilità occupazionale nel caso di cambi di appalto vuol dire sottrarre il lavoratore al ricatto aziendale. A Taranto si sono gettate le basi per un risultato importante per 80mila giovani di questo Paese. È un’esperienza iniziata più di dieci anni fa e che in questo momento vive il passaggio dell’approvazione della clausola sociale in Senato. Bisogna debellare il massimo ribasso e far rispettare una legge dello Stato (oggi già in vigore) sulla delocalizzazione, perché anche quello è un fenomeno dannoso per le aziende che hanno regolarizzato. Per la questione Teleperformance dopo un momento travagliato raccogliamo il segnale di un cambiamento alla dirigenza aziendale, quindi rimaniamo in attesa degli sviluppi e il messaggio che diamo ai lavoratori è che c’è chi perde tempo a fare slogan e chi fa i fatti. Noi stiamo dalla parte dei fatti».

«È un passaggio storico per il settore dei call center e per l’intero mondo del lavoro – ha evidenziato Giuseppe Massafra - con la clausola sociale si afferma la giustizia sociale. La nostra battaglia è stata svolta in difesa del valore del lavoro, per contrastare le logiche del profitto di un mercato senza scrupoli. I lavoratori non devono più accettare tutto. Troppi giovani lasciano Taranto per cercare opportunità migliori e dobbiamo invertire questa tendenza». Si tratta di un grande risultato anche secondo Di Ceglie: «La vittoria è avvenuta grazie ai lavoratori. Adesso si prepara una nuova battaglia, come gestire la clausola sociale».

Si attende quindi il voto al Senato il 16 dicembre. «Abbiamo fatto un passo in avanti significativo – ha concluso Azzola - perché con il voto delle clausole sociali alla Camera, in cui introduciamo una normativa che allinea l’Italia agli altri paesi europei, la situazione non può che migliorare. Per la prima volta in questo Paese le gare non saranno più fatte tagliando il costo del lavoro del personale ma efficientando le aziende. La clausola sociale rappresenta il primo pezzo importante, ora bisognerebbe qualificare i call center, abbiamo bisogno di aziende serie che investano per migliorare il servizio offerto al cittadino».