Boccia a Taranto: «Il Pd non accetta lezioni dai lestofanti»

Boccia a Taranto: «Il Pd non accetta lezioni dai lestofanti»
di Nicola SAMMALI
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Martedì 23 Gennaio 2024, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 12:26

Attualità e prospettive future, la delicatezza del momento politico-amministrativo di Taranto, la crisi dell'ex Ilva e l'esasperazione dei lavoratori: il Partito democratico raccoglie le criticità del territorio e le condensa in un'assemblea pubblica per discutere, approfondire e dare risposte ai cittadini in una fase storica assai delicata, in cui la chiarezza diventa antidoto allo scoramento. 

L'incontro

Il Pd riparte da Taranto e lo fa davanti a una sala gremita al Mercato Nuovo di Porta Napoli, tra iscritti, simpatizzanti e rappresentanti delle forze politiche del fronte progressista. Il tema più caldo, manco a dirlo, è lo scossone che ha fatto tremare Palazzo di città. Il senatore Francesco Boccia (che prima ha partecipato a una riunione con Casartigiani e Aigi sulle difficoltà delle imprese dell'indotto e degli autotrasportatori del siderurgico), riassume il quadro dei rapporti tra il Pd e il sindaco Rinaldo Melucci, dopo che le strade si sono divise, l'una in direzione Italia Viva, l'altra all'opposizione in consiglio comunale: «Taranto viene prima di tutto, non accettiamo lezioni né da trasformisti né da lestofanti né da chi indossa una maglietta all'improvviso senza pensare al futuro della città. Sono venuto qui, a Taranto, quando la volta scorsa Melucci è caduto e ho messo la faccia del Pd per dire che si riparte da lì, da un'idea di città, da battaglie per l'ambiente, per la decarbonizzazione, per la cultura, per gli investimenti che potessero coniugare la straordinarietà della città dei due mari con l'idea di un futuro e di Mezzogiorno diverse. Quel lavoro è stato fatto da tante personalità, da Mattia Giorno, passando per i tanti amministratori che si sono succeduti. Poi è successo qualcosa, e di quel qualcosa deve dare conto il sindaco Melucci. Non aggiungo null'altro oltre all'indignazione per quello che è successo. Oggi pensiamo solo a Taranto. Il Partito democratico, pur stando all'opposizione, ma ovviamente governando la Regione Puglia, pensa sempre e solo a Taranto e faremo tutto questo in nome della città di Taranto, tutto quello che sarà necessario. La scelta di andare all'opposizione è una scelta di coerenza». La necessità del Pd, quindi, era quella di spiegare una scelta forte, che può segnare il destino dell'amministrazione. 
E su questo aspetto si è espresso il deputato Ubaldo Pagano: «Avevamo l'esigenza di spiegare ai cittadini tarantini le ragioni per cui l'esperienza amministrativa che ci aveva visto protagonisti nella giunta Melucci non poteva andare avanti. Avevamo l'esigenza soprattutto di far capire che non era una scelta di potere e di poltrone, anzi, abbiamo rinunciato alle poltrone, perché la dignità e soprattutto la coerenza di un progetto amministrativo non poteva essere messa in discussione dalle piroette di nessuno. Noi la dignità politica non la barattiamo con nessuno. Il Pd non si renderà artefice di nessuna congiura di palazzo, semplicemente noi, in maniera dignitosa e coerente, porteremo avanti la nostra azione di opposizione e se il sindaco Melucci non dovesse avere più la maggioranza in consiglio comunale speriamo ne tragga le conseguenze. È evidente che la navigazione a vista di una giunta abbastanza raccolta semplicemente sugli interessi e sulle poltrone rischia semplicemente di avere il fiato corto». 
La segretaria provinciale Anna Filippetti, evidenzia infine un altro aspetto della questione: «Il Pd è preoccupato per la situazione della città, la delusione attiene ai rapporti personali ed è molto meno importante rispetto a quelle che sono le emergenze vere: le abbiamo nella città e nella provincia.

Il Pd a Taranto riparte da questa assemblea».

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