Congresso Pd, Boccia: «Schlein è il futuro del partito, ma non c'è rottura con Emiliano»

Congresso Pd, Boccia: «Schlein è il futuro del partito, ma non c'è rottura con Emiliano»
di Alessandra LUPO
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Giovedì 22 Dicembre 2022, 05:20 - Ultimo aggiornamento: 08:42

«Elly è il futuro», con queste parole Francesco Boccia, attuale responsabile enti locali nella segreteria di Enrico Letta, ha accettato di diventare il coordinatore della mozione Schlein al congresso del Pd. L’ex ministro giallorosso ha così deciso di “sposare” la linea del rinnovamento radicale ma anche di staccarsi - passaggio non indolore per gli equilibri pugliesi - dal team Emiliano-Decaro a sostegno della mozione di Stefano Bonaccini, che attualmente comprende la gran parte dei “big” di casa. Boccia si dedicherà a quello che la candidata gli ha chiesto: spendere «non solo la sua esperienza per la conoscenza del partito e dell’importanza strategica della questione meridionale nel nostro Paese, ma anche per le scelte sulla linea politica che ci hanno tenuto sempre vicini in questi anni».

L'alleanza con il M5s come prerogativa

Ovviamente la deputata, ex numero due di Bonaccini nella giunta emiliana, si riferisce all’alleanza organica con il Movimento 5 Stelle, di cui Boccia, sinora in sintonia con Michele Emiliano, è stato uno dei primi e più accesi sostenitori.

Ma anche uno di coloro che hanno subito la decisione del partito di correre da solo alle Politiche assumendosi il rischio della sconfitta. E che questa, al di là delle ragioni dei capicorrente che sostengono la corsa di Elly Schlein, sia la prospettiva di fondo della mozione lo dimostra anche la cautela nei confronti di Giuseppe Conte e del M5s dimostrata da Bonaccini che anche durante la visita in Puglia al fianco di Michele Emiliano non si è sbilanciato sulle possibili alleanze, rifiutando di chiudere la porta a Renzi e Calenda, come gli veniva suggerito. Cosa che d’altronde non fa neanche Boccia: «Quando si va al congresso si ha il dovere di essere chiari: per noi il M5s resta l’interlocutore privilegiato ma quando si tratterà di capire le alleanze sugli appuntamenti elettorali si deciderà anche sulla base del peso del partito all’interno della coalizione». 

La rottura del fronte meridionalista

Una volta tramontato il progetto di un fronte meridionalista al congresso, che in un primo tempo avrebbe dovuto esprimere un suo candidato (si fece anche il nome dello stesso Boccia) la scelta di Schlein da parte del senatore dem certifica la spaccatura del partito pugliese, con tutto quello che ne consegue in termini di posizionamenti ed equilibri futuri, anche in vista delle Regionali. Ma l’ex ministro non sembra preoccupato: «Non c’è una rottura, abbiamo lavorato per tenere insieme un fronte del Sud in tutta Italia, che sarebbe stato possibile attraverso una nostra candidatura. Non ci fu solo il mio nome ma anche quello di Emiliano, di Vincenzo e Luca e dello stesso Antonio Decaro. Ma non sono maturate le condizioni e di fronte alle opzioni in campo, tutte molto valide, credo che Elly Schlein possa rappresentare quella più adatta al momento che il partito sta affrontando». In campo, d’altronde non ci sono solo Bonaccini e Schlein ma anche l’ex lettiana Paola De Micheli e nell’aria l’ipotesi di un’aggiunta in corsa di Gianni Cuperlo. «Non vedo molto margine per operazioni minoritarie. Anni fa ne portai avanti anch’io una, convergendo poi su Zingaretti ma oggi credo che il senso sia rifondare il Pd partendo da visioni aperte e rivoluzionarie. Resta però chiaro che all’indomani del congresso si debba lavorare a ristabilire l’unità all’interno del partito e naturalmente del centrosinistra».

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