La Polonia di Fefè De Giorgi: l'esonero-lampo (in sei mesi) e la doppia rivincita di Katowice. La storia

La Polonia di Fefè De Giorgi: l'esonero-lampo (in sei mesi) e la doppia rivincita di Katowice. La storia
di Giuseppe ANDRIANI
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Sabato 16 Settembre 2023, 18:04 - Ultimo aggiornamento: 17 Settembre, 18:58

Quando il 25 marzo 2015 firmò il contratto con lo Zaksa, squadra polacca di Kdzierzyn-Kole (circa 60mila abitanti, al confine con la Germania), Fefè De Giorgi - che veniva da una breve esperienza in Italia dopo i quasi tre anni in Siberia al Fakel - avrà pensato subito a cosa portare con sé. Olio salentino, friselle e caffè. Una consuetudine. Un modo per sentirsi a casa, anche quando sei "l'eroe dei tre mondi". La Polonia che ha vissuto lui è stata - per citare Stanislaw Jerzy Lec - l'Occidente dell'Est e l'Oriente dell'Ovest, allo stesso tempo. Lì Fefè ha vinto con lo Zaksa due campionati polacchi e una Coppa di Lega. Ha vinto per la prima volta da allenatore all'estero, ed era il suo secondo successo in un campionato (il primo con la Lube oltre dieci anni prima). Eroe dei tre mondi, ma la sua seconda vita, quella da tecnico, ha vissuto giorni densi in Polonia.
Con l'Italia, invece, ha vinto un Europeo, a un mese dall'insediamento, e un Mondiale. E anche qui, ironia del destino, c'entra la Polonia. Le due coppe sono arrivate in Polonia, entrambe a Katowice. E il Mondiale è arrivato in finale proprio contro la Polonia. Quella stessa nazionale che adesso è sulla strada del secondo Europeo consecutivo, questa volta, però, a Roma.

De Giorgi vincente a Katowice

Chissà che De Giorgi non ci abbia pensato: originario di Squinzano, residente a Trepuzzi (c'è una disputa in atto nel Salento...), vincente a Katowice. E magari anche a Roma. Chissà. Non è scaramantico, ma il destino spesso si diverte. E si diverte anche nel riproporre sfide, vecchi ricordi, nuovi successi. Lui, eroe dei tre mondi, in Polonia fu esonerato da commissario tecnico della Nazionale dopo neppure sei mesi. Il comunicato arrivato il 20 settembre del 2017 spiegava la scelta di risolvere il contratto «per gli insoddisfacenti risultati tra World League ed Europei».
«Nella vita - ha raccontato qualche mese fa durante un incontro con una scolaresca nel suo Salento - servono anche le sconfitte. Tutti ricordano i mondiali vinti da giocatore e da allenatore, ma sono stato anche esonerato. E se non avessi perso, non avrei neppure vinto». Perché Ferdinando De Giorgi, l'uomo che ha fatto innamorare il Paese della sua Nazionale, è questo. Il vecchio amico di una vita, Andrea Lucchetta, lo ha definito un "parroco con un breviario in mano, poi invece di dare l'assoluzione, trova la soluzione". Ma a volte il destino sa essere beffardo. La Polonia, ancora. Che sia l'Occidente dell'Est o l'Oriente dell'Ovest, stavolta Fefè punta a essere l'ottavo re di Roma. "Ma non so se ne ho il tempo, ho così tante cose da fare", risponde quando glielo si fa notare.
 

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