Carolina Bubbico torna a dirigere l'orchestra: «A Sanremo con Elodie. E canto»

Carolina Bubbico torna a dirigere l'orchestra: «A Sanremo con Elodie. E canto»
di Eraldo MARTUCCI
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Sabato 14 Gennaio 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 08:03

“Ritorna vincitor”, direbbe l’“Aida” verdiana. Un desiderio che il Salento fa proprio guardando al prossimo Festival di Sanremo. Ma l’auspicabile ritorno vittorioso è tutto al femminile e al doppio. Per la sua terza volta in gara sul palco dell’Ariston, Elodie – la splendida cantante romana di nascita e salentina d’adozione per aver vissuto diversi anni a Lecce prima dell’esperienza di “Amici” – ha infatti chiamato come direttrice d’orchestra e arrangiatrice l’artista leccese Carolina Bubbico, musicista poliedrica e voce inconfondibile, compositrice di grande valore e di inesauribile creatività. Un ritorno a Sanremo anche per lei dopo l’exploit del 2015, quando diresse l’orchestra per Il Volo che quell’anno trionfò con “Grande amore”. E se la sua presenza ha portato così bene al celebre trio, la speranza è dunque quella di bissare quel primo posto. D’altronde nel Fantasanremo sono sempre più in risalita le quotazioni di Elodie che si presenterà con il brano “Due”, firmato da Federica Abbate, Jacopo Ettorre e Francesco Catitti

Carolina, quali sono le sensazioni che stai provando per questo ritorno sul podio del Festival di Sanremo?

«Il risveglio di un’emozione già provata ma in una situazione completamente diversa.

Sono passati otto anni da allora, che sono stati ovviamente anche anni di esperienze accumulate. Ecco, mi sento più consapevole e c’è sicuramente meno incoscienza. Ma a rendere tutto diverso è l’artista con cui sto collaborando, perché sto scoprendo una donna veramente generosa, altruista, che ha voglia di condividere questa avventura con un’altra donna. E l’emozione è raddoppiata perché non solo dirigerò ma affiancherò anche vocalmente Elodie, facendo l’armonizzazione della melodia».

Raccontaci meglio questa splendida novità… 

«Il merito è ovviamente di Elodie, e io sono onorata della sua predisposizione per una performance innovativa. Sin dalla prima prova si è creato un ottimo feeling tra le due voci insieme, e non era affatto scontato, ma in generale l’atmosfera è tutta di grande sintonia e anche l’orchestra si è mostrata entusiasta. Nei miei ricordi l’unico precedente è quello del mitico Lucio Dalla nell’ultima sua apparizione a Sanremo poco prima della morte. Dirigeva l’orchestra accompagnando Pierdavide Carone in “Nanì” e ogni tanto interveniva con la voce, ma era un apporto limitato. Nel mio caso la presenza vocale nell’armonizzazione ha un peso maggiore, e io ricamerò la linea vocale mentre continuerò a dirigere. Ci sarà dunque la contemporaneità fra la gestualità della direzione e la mia linea di canto».

Avevi mai pensato che potesse succedere anche questo?

«L’unica persona che mi ha predetto quanto sta avvenendo ora è la storica bacchetta del Festival di Sanremo, Peppe Vessicchio. Qualche anno fa, mentre lavoravo con lui, mi disse che era certo del mio ritorno sul podio dell’orchestra di Sanremo, e che avrei cantato mentre dirigevo. Incredibile! E così quando ho iniziato a scrivere l’orchestrazione e l’arrangiamento con la seconda melodia, ho iniziato a canticchiarla e l’inconscio mi ha fatto ritornare alla mente quella visione di Vessicchio. Ho lanciato così questa folle idea a Elodie, che l’ha accolta festosamente invitandomi a provare».

Come si è creata invece l’opportunità di collaborare con Elodie?

«L’idea è nata dal coproduttore del brano, il grande Dardust, con cui ho collaborato per il libro di partiture del suo ultimo disco, “Duality”, di cui ho trascritto tutta la sua musica per piano solo. Si è creato così un bel rapporto, ed è stato lui a lanciare questa idea subito accolta da Elodie. Sono perciò veramente grata ad entrambi».

Ti conoscevi già con lei?

«Sì, ma non approfonditamente. Devo dire che ha sempre avuto grande stima nei miei confronti, e di questo ne sono ovviamente onorata. Si ricorda del concerto di presentazione del mio primo disco, dieci anni fa. Lei viveva a Lecce in quel periodo, e quella sera si trovava lì. Mi disse successivamente che era rimasta colpita dal modo in cui gestivo l’ensemble di archi e fiati, pur essendo così giovane all’epoca. Una generosità già allora così forte da parte sua, e che ora sento ancora più intensa. È la prima volta, infatti, che mi sento accolta così bene in un team di lavoro: lei, gli autori, il produttore. È veramente una bellissima squadra, favorita dal suo approccio così aperto di condivisione e disponibilità. Spero veramente di portarle fortuna perché la merita tutta».

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