Il souvenir è speciale: miniera artigianato

Il souvenir è speciale: miniera artigianato
di Leda CESARI
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Mercoledì 23 Marzo 2022, 14:59 - Ultimo aggiornamento: 15:15

Tutte quelle genti non sono passate invano, in Puglia, dove alla ricchezza antropologica e culturale derivante dal transito - nei millenni - di popolazioni che hanno lasciato il segno, anche dal punto di vista artistico, si affianca appunto un’abbondanza di materiali, stili e forme espressive che hanno dato vita a un artigianato sorprendentemente variegato, capace di incantare il visitatore di ogni gusto e latitudine. 

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L'artigianato locale


Ferro battuto, cartapesta, ricami, pietra leccese, giunco, ceramica, vetro e mosaici costituiscono infatti solo alcuni - e diremmo anche solo i più tradizionali - materiali “poveri” in cui si consolida l’estro diffuso degli artigiani di Puglia, in molti casi capaci di rompere il labile diaframma che separa l’artigianato dall’arte vera e propria. Quattromila e seicento le aziende pugliesi legate alla produzione di oggetti di questa categoria, cifra che esclude le imprese strettamente commerciali: «Un universo vitale», spiega Davide Stasi, direttore dell’Osservatorio economico di Aforisma, «che rappresenta una risorsa culturale, turistica, occupazionale e creativa di grande rilievo».

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Cosa acquistare


Le due province pugliesi più attive sono Taranto e Lecce; nella prima, a brillare nella nobile arte della ceramica e della terracotta, presente in zona ben tre millenni prima di Cristo grazie al misterioso popolo dei Messapi, è l’area di Grottaglie, dove abbondano le botteghe artigiane in cui si possono acquistare le tradizionali stoviglie smaltate e decorate con galletti e foglie d’uva, oppure i famosi fischietti di terracotta apprezzatissimi dai turisti, e molti altri oggetti artistici che rendono Grottaglie e il suo circondario famosi nel mondo.

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Come a Lecce, invece, conosce la sua apoteosi la cartapesta leccese, protagonista di una lavorazione caratteristica a base di carta, colla e acqua con cui fin dal diciassettesimo secolo si sono realizzate molte delle statue a soggetto religioso che affollano le chiese di Puglia e straordinari presepi artistici. Anche se oggi questa tecnica viene utilizzata anche per produrre soprammobili e maschere di Carnevale, come testimoniano i carri del Carnevale di Putignano.


Anche la tessitura e il ricamo sono voci importanti dell’artigianato pugliese: la perizia delle donne ancora aduse a queste tecniche affonda le sue radici nella storia, e si può ammirare anche e soprattutto nel Basso Salento. Ad esempio presso “Le Costantine” di Casamassella (frazione di Uggiano La Chiesa), a pochi passi da Otranto, fondazione impegnata nella preservazione delle antiche tecniche di tessitura e coinvolta anche da Dior quando nell’estate 2020 la maison francese ha presentato le creazioni della sua Cruise Collection, alcune delle quali realizzate appunto con i tessuti preziosi della Fondazione, in piazza Duomo a Lecce. E invece a Surano, sempre in provincia di Lecce, si realizzano tappeti in lana e cotone grezzo applicando la tecnica di probabile origine saracena del “fiocco leccese”, mentre a Galatina ancora oggi è famosa (e antichissima) l’arte del “chiacchierino”.


Sempre la provincia di Lecce è famosa per la pietra con cui, oltre che all’edificazione di chiese e palazzi barocchi, si è proceduto nei secoli alla realizzazione di manufatti artistici; il tutto grazie all’estrema friabilità e modellabilità di questa pietra, particolarmente adatta alla realizzazione di complementi d’arredo e oggetti di design grandi e piccoli che i turisti non mancano di acquistare quando visitano i centri storici del Salento. E spesso e volentieri questa pietra molto apprezzata per le sue sfumature di colore fa pendant con il ferro battuto: letti, lampioni, candelieri, cancellate, balaustre di balconi e di scalinate sono solo alcuni degli esempi di questa lavorazione che in Puglia raggiunge il massimo della sua forma espressiva.
Idem dicasi per i mosaici di vetro, altra “perla” artigianale di Puglia (non solo nel Leccese, però: anche Polignano a mare, in provincia di Bari, brilla per aziende capaci di trasformare questa tecnica in arte di altissimo livello), e per i materiali naturali modellati dai sapienti artigiani del luogo per diventare anch’essi manufatto: il giunco, famoso per i cestini, ma pure il legno - soprattutto d’ulivo - e le canne palustri. E poi ci sono le luminarie, «finora non considerate artigianato», racconta Antonio Colì, storico produttore di ceramiche e terrecotte in quel di Cutrofiano e presidente nazionale della Federazione Artistico di Confartigianato, «ma oggi indubbiamente elementi d’arredo in cui ogni artigiano mette il proprio estro artistico».

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