I "Giochi" della discordia, la minaccia del sindaco Melucci: «Annullo il contratto». Taranto2026 è a rischio

Foto di archivio dell'assemblea generale per i Giochi del Mediterraneo
Foto di archivio dell'assemblea generale per i Giochi del Mediterraneo
di Domenico PALMIOTTI
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Sabato 15 Luglio 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 09:59

«Sono pronto a staccare la spina dei Giochi del Mediterraneo». Il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, alza i toni nell’incontro di ieri pomeriggio con i sindaci dei Comuni destinatari degli eventi sportivi, molti dei quali collegati da remoto. Sullo sfondo, ormai a monopolizzare le attenzioni, lo scontro con Massimo Ferrarese, commissario straordinario per le opere dei Giochi. Le frasi di Melucci sono confermate a Quotidiano da Elio Sannicandro, direttore generale di Asset Puglia.

La parole di Melucci

«Staccare la spina significa rescindere il contratto, rinunciare ai Giochi, ma questo penso potrà avvenire a settembre se non si sblocca la situazione economica - dice Sannicandro - Con questo grande ritardo del Governo ad erogare i finanziamenti previsti, si rischia una figuraccia internazionale.

Che nell’ordine la fanno la città di Taranto, la Regione Puglia, che ha firmato a garanzia, il Governo e lo Stato italiano». «I Giochi - afferma Sannicandro - sono in capo al comitato organizzatore che è presieduto dal sindaco di Taranto. Il commissario è incaricato dal Governo di gestire i soldi del Governo. E su questo lo Stato, il Governo, per carità possono aver diritto visto che sono soldi loro». Per Sannicandro, «la riunione di ieri, che era un aggiornamento di quella di lunedì, doveva servire a chiarire aspetti equivoci che il commissario, così come il Governo, non chiarisce: chi sono i soggetti attuatori?». «Nella formulazione precedente, concordata col Governo Draghi ed era pronto il Dpcm di finanziamento, i soggetti attuatori erano i Comuni - prosegue Sannicandro -. Ora il commissario dice attraverso la stampa che è lui l’attuatore. Ci vogliamo allora sedere e vedere come organizzare? I progetti esecutivi chi li fa? Non si possono fare se non c’è copertura finanziaria. Questo vogliamo chiarire. Il commissario invece non si presenta. Nè lunedì a Taranto, né ieri col presidente della Regione a Bari e con i sindaci poi a Taranto. Ma quale è la difficoltà? I soldi quando arrivano?». «Bisogna riprendere, anzi bisogna avviare subito visto che sinora non c’è mai stata, l’indispensabile collaborazione tra Comuni, sindaci, Governo e Coni per assicurare lo svolgimento dei Giochi, non possiamo rinunciarvi», commenta Gianni Di Pippa, sindaco di Castellaneta.

La posizione di Ferrarese


«Staccare la spina? Io l’attacco perché sinora è stata staccata, i Giochi si devono fare, altro che rinuncia» sostiene Ferrarese, che ieri ha fatto una call con una società pubblica che dovrebbe occuparsi sia delle progettazioni che degli appalti delle opere. Intanto, un vertice a Roma al più presto, forse già nella prossima settimana, tra il sindaco di Taranto, la Regione Puglia, l’Asset, il Coni e i ministri degli Affari europei, coesione e Pnrr, Raffaele Fitto, e dello Sport, Andrea Abodi, per superare gli scontri e cercare di ripartire, è l’iniziativa su cui sta lavorando il commissario. Una specie di punto e a capo dopo le schermaglie degli ultimi giorni, il botta e risposta tra Melucci e Ferrarese, culminato nella diffida che quest’ultimo ha inviato il 12 luglio a Palazzo di Città. Un ultimatum: tre giorni per consegnare i progetti definitivi ed esecutivi delle cinque opere che il Comune di Taranto dovrebbe aver completato entro fine giugno. E che il commissario sollecita per avviare le procedure che dovranno portare al lancio delle gare di appalto e quindi alla spesa dei finanziamenti, 150 milioni di euro deliberati dal Parlamento a marzo 2022, col decreto legge Sostegni Ter, ma non ancora materialmente erogati.

Inizialmente Ferrarese non sarebbe dovuto essere ieri pomeriggio a Taranto, ma incontrare in mattinata a Bari, in Regione, il presidente Michele Emiliano. In seguito Ferrarese ha valutato che è meglio chiamare tutti intorno ad un tavolo, delineare la situazione, che sta accumulando ulteriori ritardi, e richiamare ciascuno alle proprie responsabilità. Fare invece un incontro con una delle parti interessata, come sarebbe dovuto avvenire con Emiliano, avrebbe significato inficiare il confronto collegiale.


Oggi, intanto, scadono i tre giorni concessi a Melucci per l’inoltro dei progetti. «Sarà considerata responsabile, unitamente all’amministrazione che rappresenta, di ogni e qualsivoglia pregiudizio rinveniente da comportamenti omissivi che in questa sede si contestano» ha scritto il commissario al sindaco nella diffida. Secondo fonti vicine al commissario, c’è il dubbio che il Comune di Taranto i progetti non li abbia ancora terminati. Ecco perché non vengono consegnati, nonostante Ferrarese abbia detto che tocca a lui avviare le procedure, lanciare le gare di appalto e spendere le risorse in quanto la preesistente struttura è stata commissariata dal Governo. Gli altri Comuni coinvolti nei Giochi di giugno 2026 (attesi 4mila atleti di varie discipline da 26 Paesi dell’area mediterranea) stanno collaborando con Ferrarese. Si sono rapportati al commissario, a cui anche ieri hanno inviato progetti. C’è chi è avanti, chi meno e chi non ha nemmeno cominciato. Ma in questi casi si tratta di interventi per 2-3 milioni, lavori che non destano preoccupazioni perché nei tre anni che mancano all’evento si possono realizzare. Il punto critico, si osserva, è invece Taranto, dove si deve spendere la fetta maggiore delle risorse e ci sono gli impianti più rilevanti in termini di progetti e infrastrutture: stadio, piscina e centro nautico nell’ex stazione Torpediniere in Mar Piccolo.
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