Tagli delle Prefetture: solo due in Puglia

Tagli delle Prefetture: solo due in Puglia
di Maria Claudia MINERVA
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Lunedì 5 Maggio 2014, 15:41
LECCE - La riforma della Pubblica amministrazione passa anche attraverso la cura dimagrante per le Prefetture, che saranno dimezzate da 105 a 40. Le sedi di rappresentanza del governo resteranno nei capoluoghi di regione e nelle zone pi strategiche per la criminalit organizzata. La Puglia manterrà due sedi, una sarà sicuramente Bari, città capoluogo, e al tempo stesso anche città metropolitana; per l’altra, invece, la battaglia è ancora aperta tra Lecce, Brindisi e Taranto, ognuno di questi capoluoghi rivendica la possibilità di mantenere la sede prefettizia: Lecce perché ha la provincia più popolosa, Brindisi per la criminalità organizzata, e Taranto perché, sviluppando sia un polo industriale strategico che un importante autorità portuale, ha emergenze sociali tali da far ritenere più opportuno il mantenimento dell’ufficio di Governo.



Lo stesso tipo di discussione si sta già facendo per le autorità portuali, così come si farà anche nel caso in cui si dovesse mettere mano al dimagrimento delle Questure, come già ipotizzato in questi giorni da Renzi. Il piano proposto dal Governo sarà varato il 13 giugno, dopo le Europee. In ogni caso, al momento, almeno sul fronte della scelta della seconda città pugliese che dovrebbe mantenere la Prefettura non è stato ancora deciso nulla, ma i sindacati si stanno mobilitando. La preoccupazione maggiore è legata alle conseguenze che potrebbe portare un eventuale accorpamento, sia in termini di mobilità di personale che di perdita di alcuni diritti acquisiti.

Una cosa è certa, il modello con 40 Prefetture, una per ogni regione più quelle nei territori a rischio criminalità organizzata, ha messo in subbuglio gli addetti ai lavori, che pretendono risposte chiare e subito.



Di sicuro, l’ipotesi di accorpamento comporterà molte implicazioni, non tutte facili da risolvere. Il Viminale ha calcolato che ogni ufficio sul territorio svolge 257 tra funzioni e procedure, non solo sicurezza, ma anche immigrazione, protezione civile, questioni elettorali e amministrative di tutti i generi. Nel 2013 i prefetti di tutta Italia hanno svolto circa 2.500 mediazioni tra aziende in crisi, vertenze e altre questioni sociali.



I costi. Allo stesso tempo, secondo il Ministero dell’Economia e delle Finanze, la rete delle prefetture costa circa mezzo miliardo. Ma l’80% sono spese di personale, quasi del tutto incomprimibili. L’abrogazione di sessanta uffici sul territorio implicherebbe il trasferimento d’ufficio alla sede più vicina di circa 5mila dipendenti. Non è debbo, poi, che non si predisponga anche un piano di incentivi per il congedo anticipato dei lavoratori più anziani. In realtà all’Interno progetti di un modello a 80-85 uffici territoriali ci sono da tempo.

Tutti d’accordo, invece, sul taglio dei Prefetti con una poltrona al ministero, oggi sono 55, troppi per il cambiamento che ha in mente il premier. In tanti, però, si chiedono chi guiderà, dopo il dimezzamento, il comitato provinciale per l’Ordine pubblico e la sicurezza presieduto dal prefetto, autorità politica, di pubblica sicurezza e coordinatore delle forze dell'ordine.

«Va fatta una razionalizzazione su tutte le amministrazioni generali» e quelle che «non hanno un numero minimo di componenti possono essere accorpate e eliminate». Ha affermato il ministro della pubblica amministrazione, Marianna Madia. «Non vogliamo chiudere tutte le Prefetture - ha sottolineato - ma occorre fare un ragionamento in termini di efficienza».



Le strutture distribuite sul territorio, spiega il ministro, «ricalcano le province, secondo una distribuzione pensata più di 200 anni fa. Oggi stiamo andando verso dei cambiamenti, che prevedono la soppressione degli enti locali». Le Prefetture, secondo Madia, «hanno una funzione fondamentale ma possono svolgere le loro attività anche in un numero inferiore, che non significa ridurre l’efficienza e l’efficacia». Al contrario, attraverso l’accorpamento delle strutture, proprio questi parametri potrebbero raggiungere il top «perché i presidi diventano più forti e centralizzati».

ll vero punto, come ha detto il premier, «è mettere quelle persone nelle condizioni di lavorare» e «l'efficienza del servizio. I risparmi li vogliamo fare, ma se metti insieme prefettura, Ragioneria dello Stato e le sedi degli enti del governo sai quanto risparmi? Molto di più che con l’esubero».
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