Siccità, il sindaco Rossi: «Dissalatore a Cerano»

Siccità, il sindaco Rossi: «Dissalatore a Cerano»
di Paola ANCORA
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Sabato 25 Giugno 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 13:19

«Una situazione drammatica» l’ha definita ieri il ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli. Perché la siccità che prosciuga laghi e fiumi e inaridisce i campi da nord a sud non sembra destinata a passare. E tutto il Paese, Puglia compresa, potrebbe presto entrare in “zona rossa”. «Le aree a rischio - ha detto il ministro, a margine dell’assemblea nazionale dell’Associazione consorzi indicazione geografiche - si stanno allargando sempre di più. Sul tema della siccità stiamo costruendo le condizioni per arrivare allo stato di emergenza nazionale, ma non si risolve tutto così: vanno fatti interventi in emergenza, ma va pensato anche un piano strutturale». 

Gli invasi


In Puglia gli invasi non sono del tutto vuoti, come in altre zone del Paese dove sindaci e governatori hanno già emanato ordinanze per razionare l’acqua, ma mancano 80 milioni di metri cubi d’acqua.

La Regione ha già autorizzato nel Brindisino l’utilizzo di dissalatori per addolcire l’acqua di falda, troppo salina proprio a causa delle scarse piogge e capace di “bruciare” le coltivazioni. «Gli effetti dei cambiamenti climatici sono ormai sotto gli occhi di tutti, le elevatissime temperature e la prolungata siccità in tutta Italia scatenano serissimi problemi sull’approvvigionamento idrico. Si pone quindi con forza il tema della produzione di acqua attraverso dissalatori che, opportunamente programmata, potrebbe scongiurare crisi idriche in un futuro ormai prossimo» ha detto ieri il sindaco di Brindisi, Riccardo Rossi.

Il sindaco


Il primo cittadino della città sull’Adriatico ha proposto «stante l’attuale fase di conversione della centrale Federico II di Cerano», di realizzare «all’interno della stessa centrale, un dissalatore che troverebbe lì, con le opere infrastrutturali preesistenti di presa a mare, la migliore localizzazione possibile in Puglia». Rossi è pronto a sottoporre l’idea «alla Regione Puglia, all’Acquedotto Pugliese e alla stessa Enel. Un dissalatore consentirebbe, infatti - ha spiegato - di sostenere i consumi idrici civili e quelli dedicati all’agricoltura posti anche in difficoltà dalla salinizzazione delle nostre falde, oltre all’importante ricaduta economica in termini di sviluppo e occupazione di qualità sul nostro territorio. Sappiamo, inoltre, che un dissalatore ha bisogno di molta energia e le proposte già avanzate da Enel, di fotovoltaico e batterie (bes) oltre alla già citata presa a mare, renderebbero unico il sito di Cerano nel panorama pugliese, con una produzione di acqua sostenibile con fonti rinnovabili».
Un’idea, quella di Rossi, accolta subito con favore da Maurizio Bruno, consigliere regionale e presidente del comitato Protezione civile pugliese: «Merita di essere approfondita e discussa con grande attenzione e il più ampio coinvolgimento. Chiederò la convocazione della commissione regionale sulla crisi in atto e sulle proposte risolutive possibili. Oltre a sostenere l’iniziativa con il coinvolgimento dei massimi livelli dell’Acquedotto pugliese e della stessa Enel». L’idea, peraltro, si aggiunge a quelle proposte dall’Ordine dei Geologi pugliesi già ieri, dalle colonne del nostro giornale: “ricaricare” artificialmente la falda, sfruttando anche le acque depurate e, appunto, i dissalatori, perché aspettare che piova non è più sufficiente. «È probabile che il problema si presenterà sempre più spesso e sarebbe ragionevole prendere provvedimenti oggi per avere in futuro gli strumenti per affrontarlo al meglio» ha commentato Alberto Giaconia, ingegnere del dipartimento Tecnologie energetiche e fonti rinnovabili dell’Enea. In passato, Giaconia ha lavorato a un impianto di dissalazione nel deserto in Egitto, dove con tecnologia in gran parte italiana si eliminava il sale dall’acqua di mare per ottenere acqua per usi agricoli, industriali e civili. «È stato un grande risultato, ottenuto utilizzando l’energia solare». Ed è anche la dimostrazione di come la tecnologia sia ormai consolidata. «L’idea - ha aggiunto il ricercatore - è combinare gli impianti di dissalazione con fonti di energia rinnovabili, come il solare o l’eolico». Esattamente ciò che propone Rossi. 
L’acqua che manca, peraltro, abbatte le produzioni agricole: i raccolti del grano, dei pomodori, della frutta, del mais e dei cereali, secondo gli agricoltori, subiranno un calo dal 30 al 50%, con effetti immediati non solo sulla tenuta delle imprese - chiamate a misurarsi anche con gli elevatissimi rincari di materie prime ed energia - ma anche sui consumatori. «La riduzione delle rese produttive agricole - ha detto Furio Truzzi, presidente di Assoutenti - avrà conseguenze inevitabili sui prezzi al dettaglio, che per alcuni beni, secondo le nostre stime, potrebbero rincarare nelle prossime settimane fino al 30% come effetto delle minori disponibilità sul mercato». Dissetare la Puglia, dunque, è la priorità. 

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