Scuola, i dubbi sulla riapertura dal 7 gennaio. Puglia verso l'ordinanza: sceglieranno le famiglie

Scuola, i dubbi sulla riapertura dal 7 gennaio. Puglia verso l'ordinanza: sceglieranno le famiglie
di Maria Claudia MINERVA
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Domenica 3 Gennaio 2021, 08:34 - Ultimo aggiornamento: 18:45

Gli studenti di scuola secondaria di secondo grado, dopo mesi di Dad, torneranno davvero in classe il 7 gennaio? A meno quattro giorni dal D-day aumentano dubbi e perplessità e se prima di Natale al centro delle criticità c'era il piano di rientro previsto dai territori, allo scoccare del nuovo anno a preoccupare sono invece i dati dei contagi che fanno intravedere all'orizzonte nemmeno tanto lontano l'arrivo di una terza ondata pandemica.


La Regione Puglia è tra quelle considerate dall'Istituto Superiore di Sanità a rischio alto, come il Veneto e la Campania, con indice di contagiosità Rt che oscilla intono all'1, tanto che dopo il mini lockdown delle feste potrebbe essere declassata a zona arancione, se non addirittura rossa. Motivo per cui il governatore Michele Emiliano per la scuola sta pensando di scegliere nuovamente la strada della prudenza.

Che significa: lasciare liberi i genitori di decidere se mandare o meno i propri figli in presenza. La Regione intende, infatti, continuare a dare la possibilità agli studenti delle scuole pugliesi di ogni ordine e grado (dalle elementari alle superiori), e alle loro famiglie, di scegliere la didattica a distanza anche dal 7 gennaio, come viene comunicato in una nota. «Prima di emanare l'ordinanza - ha sottolineato il governatore Michele Emiliano - ci teniamo a incontrare le rappresentanze del mondo della scuola, come ci siamo a impegnati a fare, per condividere con loro la nostra impostazione e raccogliere il loro punto di vista».


Emiliano insieme agli assessori Sebastiano Leo, Pier Luigi Lopalco e Anita Maurodinoia, ha infatti convocato per questa mattina alle 10 una riunione con i sindacati per discutere e condividere la bozza della nuova ordinanza sulla scuola, in vista della riapertura il 7 gennaio. «In tempo di pandemia - hanno fatto sapere dalla Regione - si ritiene che le famiglie debbano poter decidere di non esporsi ai rischi derivanti dalla frequenza obbligatoria a scuola, rischi che in classe esistono come in ogni altro luogo di comunità».


Intanto il Viminale ha ufficializzato la ripartenza, dopo i tavoli prefettizi istituiti per il coordinamento dei trasporti: almeno fino al 15 gennaio però è prevista la didattica a distanza al 50%, come disposto dall'ultima ordinanza del ministro della Salute, poi al 75%. Ma i dati dei contagi e la difficile attuazione omogenea dei piani dei prefetti mettono a rischio la riapertura. Secondo l'assessore alla Sanità pugliese, Pierluigi Lopalco, professore di Igiene generale e applicata all'Università di Pisa «riaprire la scuola con la situazione epidemiologica attuale è davvero rischioso. Non capisco in base a quale principio dal 7 gennaio questo virus dovrebbe scomparire da solo» ha detto in un'intervista al Messaggero. «Dobbiamo sempre parlare di interventi che possano diminuire il rischio. Tutto deve essere rapportato a quella che è la circolazione del virus nella popolazione. Se è moderata o bassa, allora basta poco per impedirne la diffusione - ha sottolineato Lopalco -. Laddove invece il virus circola e io metto 20 persone in una stanza chiusa, anche se obbligo all'uso delle mascherine ci sarà sempre qualcuno che le abbassa, o si scambia la penna. Ora non dobbiamo ragionare su quello che avviene all'interno della classe, ma fuori, dove si incontrano ogni giorno gli studenti senza alcun controllo». Ecco perché «qualunque intervento che possa ridurre significativamente la presenza degli studenti in classe, visto che abbiamo ancora una forte circolazione virale, sia la decisione più adeguata da prendere».


«Il quadro epidemiologico resta abbastanza alto, siamo in piena pandemia, le famiglie devono poter decidere - ha aggiunto l'assessore regionale all'Istruzione, Sebastiano Leo - tenendo conto che in questo preciso momento il diritto alla Salute viene prima del diritto allo studio». Contrari sulla riapertura alle condizioni attuali si sono detti anche i presidi. «Si riapre il 7 tra incertezza sanitaria e caos organizzativo - ha confermato il presidente di Anp Puglia, Roberto Romito -. Avevamo proposto, e continuiamo a sostenere, uno schema alternativo: far tornare a scuola il 50% degli studenti ma con un unico turno di ingresso, e non già il 7 gennaio bensì più in là (il 15 o il 18) proseguendo ancora per qualche giorno nel regime di didattica a distanza adottato fino all'inizio delle vacanze natalizie». Così «si avrebbe il vantaggio di verificare, prima del rientro a scuola in presenza, gli effetti dei comportamenti assunti durante le festività dai singoli cittadini in termini di contagio, previsione che rimane tuttora incerta e preoccupante».


Netta anche la posizione della Uil Scuola: «Non ci sono le condizioni di sicurezza per tornare a scuola il 7 gennaio e i trasporti non danno garanzie» ha sostenuto il segretario generale Gianni Verga. «Non si può scaglionare l'ingresso e intervenire ripetutamente sulla organizzazione scolastica come se fosse una Lego da montare e smontare all'occorrenza o sul personale scolastico come se fosse la vittima sacrificale che paga il prezzo di carenze strutturali e contingenti. Per le scuole superiori - ha aggiunto Verga - manca una regia, quella dell'assessorato regionale ai Trasporti che, nonostante il cambio di guardia, continua sulla stessa linea di scarsa considerazione del sistema scuola e dei loro attori, con notizie frammentate e tanti tavoli inutili, ora anche con le prefetture, senza avere ben chiaro il funzionamento delle scuole».

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