Scuola, taglio di collaboratori e personale tecnico-amministrativo. I sindacati: «A rischio l'apertura dei plessi»

Scuola, taglio di collaboratori e personale tecnico-amministrativo. I sindacati: «A rischio l'apertura dei plessi»
di Giuseppe ANDRIANI
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Giovedì 4 Maggio 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 11:24

L’organico del personale scolastico (tra Ata, amministrativi e tecnici) sarà di 14.660 unità in Puglia da settembre. Arriva un altro taglio: 51 lavoratori in meno rispetto a coloro che sono negli istituti in questi mesi. Un taglio minimo, da registrare però in un contesto ben più ampio. Il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha annunciato le dotazioni del personale per il prossimo anno scolastico tramite delle tabelle pubblicate sul proprio sito. Martedì mattina i sindacati hanno incontrato il provveditore Giuseppe Silipo presso l’Ufficio scolastico regionale pugliese. Era un incontro di “informazione”. Il dottor Silipo ha, quindi, informato i sindacati della riduzione, voluta chiaramente dall’alto del Ministero. Il taglio riguarderà 20 posti da assistente amministrativo, 25 collaboratori scolastici (i cosiddetti bidelli), e sei Dsga. Non c’è ancora la ripartizione provinciale della riduzione ma si terrà conto del calo degli studenti.

Ma cosa sta succedendo alla scuola pugliese? I posti di chi lavora negli istituti hanno subito una contrazione non indifferente.

Nel 2012 erano 15.779, l’anno prossimo saranno 14.660, si sono persi oltre 1.100 posti di lavoro in un decennio, con un calo del 7% circa. Mentre sono contestualmente aumentati i docenti. E se ieri il ministro Giuseppe Valditara ha annunciato 100mila assunzioni a livello nazionale (perlopiù si tratta di stabilizzazioni di figure fin qui precarie), i sindacati vanno all’attacco per collaboratori amministrativi, tecnici e bidelli. Tanto da spiegare che la riapertura delle scuole a settembre, così, potrebbe essere «a rischio». 

Le proteste dei sindacati

«Già il corrente anno scolastico - scrive la Cgil pugliese in una dura nota - si sta svolgendo in una situazione di estrema sofferenza per il personale Ata: l’aumento delle incombenze che gravano sulle segreterie (prima fra tutte la gestione dei fondi Pnrr), l’insufficienza di assistenti tecnici soprattutto per i nuovi indirizzi autorizzati con parere favorevole dell’USR, il numero ridottissimo di collaboratori scolastici che costringe i Dsga a giochi di prestigio per garantire vigilanza e pulizia con un forte aggravio di lavoro per le unità in organico. A tutto ciò si aggiungeranno le problematiche del prossimo anno con ulteriore aggravio per il personale delle scuole». Il sindacato confederale chiede «un congruo numero di personale in deroga». «Il personale ATA assegnato alle scuole pugliesi per il prossimo anno scolastico risulta assolutamente insufficiente per garantire l’erogazione del servizio e la gestione dei fondi del PNRR. Così, anche aprire gli istituti, per non parlare della gestione quotidiana degli stessi, il prossimo anno scolastico, sarà pressoché un’impresa», ha aggiunto Gianni Verga, segretario della Uil Scuola per la Puglia. «Nonostante il decentramento amministrativo, i fondi del PNRR, gli spazi ereditati dal covid, l’assenza di stabilizzazione, nessun nuovo investimento sul personale è stato finanziato nel concreto».

C’è poi la vertenza aperta (con la Puglia disposta a portare il problema in Conferenza Stato-Regioni) dell’organico ex aggiuntivo “ex Covid”. Si tratta di oltre duemila persone che durante la pandemia hanno lavorato nelle scuole, e che poi il governo Draghi lasciò “indietro”, non rinnovando i contratti al termine del periodo covid. 
Perché i posti per i lavoratori nella scuola diminuiscono? Il nodo è il calo demografico. Dal Ministero le tabelle vengono compilate tenendo conto del numero degli studenti che - effettivamente - sono diminuiti in Puglia. Quest’anno erano 540mila, solo nel 2018 erano 584mila. Le classi in meno, però, sono soltanto poco più di trecento: da 27.725 a 27.434. E resta il problema delle classi “pollaio”. Nell’ultimo anno scolastico, secondo il rapporto di CittadinanzAttiva, erano oltre trecento soltanto tra le province di Lecce (una delle peggiori in Italia) e di Bari. Classi che evidentemente sono più complicate da gestire. 
A conti fatti: il calo degli studenti sembra giustificare poco il numero minore di collaboratori scolastici e di personale tecnico-amministrativo. A fronte di un aumento del numero dei docenti (già negli ultimi anni), i sindacati protestano: così è a rischio la tenuta della scuola.
 

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