Bambina di 7 anni bocciata: i giudici condannano la scuola a risarcire la famiglia

Bambina di 7 anni bocciata: i giudici condannano la scuola a risarcire la famiglia
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Domenica 30 Aprile 2023, 12:02 - Ultimo aggiornamento: 17:30

Bambina bocciata a sette anni, in seconda elementare e ammessa alla classe successiva dai giudici della terza sezione del Tar Bari. A presentare ricorso contro la scuola e il ministero dell'Istruzione i genitori della bambina, rappresentati e difesi dagli avvocati Giacomo Valla e Roberta Valla.

Cosa è accaduto

A decidere per la bocciatura - molto insolita a quell'età - il Collegio dei docenti il 17 giugno del 2022.

Il motivo? Troppe assenze maturate durante l'anno, come i docenti hanno scritto nella valutazione di fine anno:  «L'alunna è integrata nel gruppo di classe. Rispetta gli altri, ma poco le regole scolastiche e la vita sociale. Ha sviluppato un impegno limitato alla richiesta. Ha evidenziato un interesse selettivo. La partecipazione è stata discontinua e sollecitata. Ha raggiunto una minima autonomia personale. Il metodo di studio è essenziale per le fasi del lavoro scolastico. A causa delle sue ripetute assenze la preparazione risulta lacunosa, pertanto è insufficiente».

La sentenza

I giudici, però, hanno chiarito che, secondo la legge, «le alunne e gli alunni della scuola primaria sono ammessi alla classe successiva e alla prima classe di scuola secondaria di primo grado anche in presenza di livelli di apprendimento parzialmente raggiunti o in via di prima acquisizione». Ed è la scuola, qualora vi siano alunni che faticano più di altri ad apprendere, «ad attivare specifiche strategie per il miglioramento dei livelli di apprendimento». La bocciatura, alle elementari, è ammessa soltanto «in casi eccezionali e comprovati da specifica motivazione».

Così, tenuto conto dell'età della bambina e del suo stato di salute - che l'ha costretta a ripetute assenze giustificate dal pediatra -, tenuto conto anche «della circostanza che la bambina ha comunque conseguito voti non negativi in varie materie e, infine, della constatazione che la frequenza scolastica nella scuola primaria di primo grado non rileva ai fini della validità dell’anno scolastico», i giudici del Tar hanno annullato la bocciatura, consentendo alla piccola di frequentare la terza elementare e condannando ministero e scuola a risarcire la famiglia con 1.000 euro. 

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