Rifiuti, il Tar di Milano boccia il sistema Puglia. Maraschio: nessun caso

Rifiuti, il Tar di Milano boccia il sistema Puglia. Maraschio: nessun caso
di Pierangelo TEMPESTA
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Venerdì 24 Febbraio 2023, 18:56 - Ultimo aggiornamento: 21:05

Il Tar di Milano blocca il sistema degli impianti di rifiuti “minimi” della Puglia, grazie al quale la Regione si stava preparando a ridurre retroattivamente, al primo gennaio 2022, le tariffe della raccolta dei rifiuti. Il sistema era stato contestato dai titolari degli impianti, che avevano segnalato diversi profili di incompatibilità con il quadro normativo di riferimento.

Cosa hanno detto i giudici

I giudici amministrativi milanesi hanno accolto il ricorso presentato dai titolari degli impianti di trattamento del territorio pugliesi individuati dalla Regione - su delega dell'Arera (Autorità di regolazione per energia reti e ambiente) - come necessari per la chiusura del ciclo dei rifiuti. Tali impianti avrebbero dovuto garantire il trattamento dei rifiuti urbani regionali a tariffe controllate. Sono state accolte le tesi dei difensori, gli avvocati Ernesto Sticchi Damiani e Michele Vaira per la “Cooperativa Nuova San Michele”, Luigi Quinto, Pietro Quinto e Vittorio Triggiani per “Appia Energy” e Bice Annalisa Pasqualone per “De Cristofaro”. Per i giudici, la delibera con la quale Arera ha delegato la Regione Puglia a individuare gli impianti ha invaso l’ambito di competenza che il legislatore statale ha assegnato allo Stato, traslando quanto dovrebbe essere definito in sede nazionale in un ambito locale, in piena violazione delle competenze dello Stato.

«La Puglia - afferma l'avvocato Luigi Quinto - è stata una delle poche Regioni ad aver dato completa attuazione al sistema degli impianti minimi delineato da Arera. Per effetto della decisione del Tar è venuto meno l’impianto regionale delineato con il Piano Regionale e con la delibera della giunta regionale 2251 del 29 dicembre 2021. Gli impianti pugliesi continueranno ad operare nel regime attuale con una differenza tra quelli che trattano i rifiuti urbani indifferenziati e quelli che trattano i rifiuti organici e i rifiuti speciali. I primi rimangono soggetti al regime concessorio, con aggiornamento delle tariffe di conferimento secondo i meccanismi contrattuali. I secondi ritornano in regime di libero mercato, privi di vincoli sia sotto il profilo tariffario sia sotto il profilo dei flussi».

Le parole dell'assessore Maraschio e della maggioranza

Sulla vicenda interviene l'assessore regionale all'Ambiente Anna Grazia Maraschio, che sottolinea come non ci sia nessun “caso pugliese” e ricorda che la Regione ha applicato la norma secondo quanto previsto dalla delibera di Arera, valevole per tutte le Regioni e non solo per la Puglia, «individuando quali impianti minimi gli impianti di recupero Forsu, gli impianti di recupero con valorizzazione energetica e le discariche».

Congiuntamente alle altre Regioni, ora, saranno valutate le misure utili e necessarie «a tutelare le comunità locali nel perseguimento degli obiettivi fissati in materia di gestione dei rifiuti urbani».

«Questa situazione - scrive in una nota il consigliere del Movimento Cinque Stelle, Cristian Casili - ci deve rendere ancor più consapevoli della necessità di lavorare in fretta per realizzare gli impianti pubblici che aspettiamo da anni. Purtroppo in questi anni i conflitti sul territorio hanno rappresentato dei freni che non hanno permesso lo sviluppo di una programmazione ponderata e serena. La sentenza del Tar deve essere uno stimolo per fare più in fretta possibile nel dare finalmente attuazione alle previsioni del Piano rifiuti. Non bisogna perdere tempo, dobbiamo intercettare tutte le risorse pubbliche pubbliche a disposizione. Per evitare il perenne ricorso agli impianti privati dobbiamo avviare una seria collaborazione a tutti i livelli istituzionali. Bisogna superare conflitti territoriali e strumentalizzazioni politiche che stanno rischiando di creare incertezze e rallentamenti».

Minoranza all'attacco

«La sentenza del TAR Lombardia sull’annullamento della delibera ARERA non fa altro - scrive il consigliere regionale di Fratelli d'Italia, Ventola - che rendere più problematica la gestione dei rifiuti pugliese che era già di per sé tragica. È evidente che oggi siamo di fronte a una decisione che mette in discussione il Piano Rifiuti, che non solo non abbiamo votato, ma del quale avevamo denunciato tutte le criticità a cominciare dalle enunciazioni: si proclama lo smaltimento pubblico, ma si conferisce agli impianti privati. Ad oggi non risulta aperto nessun impianto pubblico, così come previsto dalla road map illustrata al momento dell’adozione del piano. Tutti privati ai quale si voleva imporre il prezzo. Un'assurdità il cui peso ora ricadrà sulle tasche dei pugliesi costretti a pagare una delle Tari più alte d'Italia. Ancora una volta viene certificato il fallimento delle politiche sui rifiuti del governo Emiliano anche sul piano della gestione amministrativa».

Anche i consiglieri regionali di Forza Italia Paride Mazzotta, Napoleone Cera, Paolo Dell’Erba e Massimiliano Di Cuia attaccano la Giunta: «La domanda che rivolgiamo ad Emiliano e alla sua Giunta è la seguente: i cittadini pagheranno tariffe più elevate? Questo è un punto nevralgico che il presidente dovrebbe chiarire in Aula. Cosa che gli chiediamo formalmente. Governano da oltre 16 anni la Regione e non sono riusciti a realizzare impianti pubblici, tanto da dover imporre ai privati un servizio a prezzi imposti. Per la scarsissima - o meglio, inesistente - programmazione anche su questo fronte, abbiamo perso i finanziamenti europei per realizzare gli impianti che ci servivano. Un cane che si morde la coda».

Il gruppo consiliare della Lega Puglia, composto da Giacomo Conserva, Fabio Romito e Gianfranco De Blasi, ritiene che«il piano dei rifiuti, oggetto di molteplici osservazioni critiche da parte dei consiglieri di opposizione, è destinato ad implodere. Adesso la Giunta non potrà più nascondere la polvere sotto al tappeto e noi pretenderemo, in Aula, che il tema centrale della gestione del ciclo dei rifiuti venga affrontato in modo definitivo con trasparenza, competenza e prospettiva. Non è pensabile che a decidere del flusso dei rifiuti di una intera Regione sia una Agenzia, senza criteri oggettivi, senza procedure di evidenza pubblica, senza programmazione alcuna ma affidandosi solo alla  discrezionalità e all’arbitrio».

Il consigliere e commissario regionale di Azione Fabiano Amati, i consiglieri Sergio Clemente e Ruggiero Mennea, capogruppo sono categorici: «Diciamolo subito a scanso di equivoci e a evitare scuse. La Regione Puglia ha usato, per chiudere il Piano dei rifiuti approvato di recente, una delibera dell’ARERA, ed è quella delibera ad essere stata dichiarata illegittima da TAR, travolgendo quindi a cascata tutti gli atti regionali che ad essa facevano riferimento. Ma diffidiamo dall’usare questa ragione per giustificare il vero fatto neppure tanto sotto inteso: la clamorosa mancanza di impianti e la perdita di milioni e milioni di finanziamenti europei per realizzarli, considerato che la delibera ARERA è stata usata dalla Regione proprio per coprire inerzie e inettitudini. Il fatto che la toppa sia stata dichiarata inutilizzabile, dunque, non giustifica i responsabili del buco».

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