Trivelle, venerdì il vertice in Regione con i sindaci. Cresce il fronte del “no”

Trivelle, venerdì il vertice in Regione con i sindaci. Cresce il fronte del “no”
di Paola ANCORA
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Martedì 17 Gennaio 2023, 05:00

Decine di adesioni, fra sindaci, scienziati e parlamentari. Venerdì prossimo, 20 gennaio, si svolgerà il vertice annunciato e promosso dall’assessora regionale all’Ambiente Anna Grazia Maraschio per mettere a punto la strategia di contrasto alla norma Sblocca-trivelle contenuta nel dl Aiuti quater licenziato circa un mese fa. Il decreto apre le porte alla ricerca di nuovi giacimenti di idrocarburi in mare, a condizione che siano ad oltre 9 miglia dalla costa della zona interessata e che non ci siano fenomeni di subsidenza (terreno che frana) nella zona. Nel testo, composto da 13 articoli, c’è scritto che per l’incremento della produzione di gas naturale, «è consentito il rilascio di nuove concessioni di coltivazione di idrocarburi in zone di mare poste fra le 9 e le 12 miglia dalle linee di costa e dal perimetro esterno delle aree marine e costiere protette, limitatamente ai siti aventi un potenziale minerario di gas per un quantitativo di riserva certa superiore a una soglia di 500 milioni di metri cubi».

Le posizioni in campo

La Puglia è contraria e la Regione punta a fare fronte comune con i primi cittadini, in particolare quelli dell’area costiera, per impugnare il decreto e fermare «la decisione vergognosa del Governo» ha detto Maraschio nei giorni scorsi. «Noi pugliesi - ha scritto ieri la presidente del Consiglio regionale, Loredana Capone - siamo nati col mare dentro ed è per questo ci opporremo con tutte le nostre forze al decreto di Natale del Governo Meloni che sblocca le trivelle al largo delle nostre coste. Come sull’autonomia differenziata anche su questo si decide senza un confronto con le Regioni, con i sindaci. E peraltro lo si fa andando contro quelle che sono invece le direttive europee di attuare al più presto una transizione ecologica. Praticamente l’UE ci chiede di smettere di bruciare gas, petrolio e altri combustibili fossili, e noi andiamo a trivellare il mare per cercarne di nuovi». Come già Maraschio e il sindaco di Brindisi Riccardo Rossi, anche Capone ha insistito poi sulla scarsa quantità di gas che si finirebbe per estrarre: «Parliamo di briciole se pensiamo alla produzione di gas naturale in Italia. Circa 70-80 miliardi di metri cubi suddivisi in decine e decine di giacimenti sparsi lungo mille e passa chilometri. È chiaro che l’impresa non vale la spesa perché i costi sarebbero enormi e sproporzionati rispetto alla quantità di gas che si riuscirebbe a estrarre. Nel 2021 sono stati stanziati dallo Stato 41,8 miliardi di euro per le fonti fossili, ben 7,2 miliardi in più rispetto all’anno precedente. E invece per una vera transizione serve una redistribuzione sociale e l’accompagnamento di quei lavoratori che oggi sono occupati in settori inquinanti» ha concluso la presidente del Consiglio.
Per i parlamentari del Movimento Cinque Stelle, Mario Turco e Leonardo Donno «il ritorno delle trivellazioni nell’Adriatico e nello Ionio voluto dal governo Meloni rappresenta l’ennesima scelta folle e propagandistica di un governo che mette a rischio l’ambiente per ottenere un ipotetico volume di idrocarburi, sufficiente a soddisfare il fabbisogno energetico nazionale solo per qualche mese e senza alcuna reale convenienza economica per il Paese.

Un’azione che non possiamo accettare e su cui è necessaria una presa di posizione da parte della Regione Puglia al fine di tutelare i nostri territori e i nostri mari». Il Movimento Cinque Stelle - che già tempo fa aveva depositato in Consiglio regionale una mozione per impegnare la Giunta a farsi portavoce presso il Governo della contrarietà della Puglia ad autorizzare nuove trivellazioni - sarà quindi al fianco della Regione, sostenendo «ogni azione legittima per contrastare il rilascio di nuove concessioni». Poi l’appello «a tutte le forze politiche e civiche che auspichiamo siano dalla parte giusta, ovvero quella della tutela della propria terra e non di chi invece con questo decreto favorisce solo la propaganda o gli interessi di pochi. Nei prossimi giorni - hanno chiuso Turco e Donno - presenteremo un’iniziativa congiunta a tutti i livelli, che interesserà non solo la Regione ma anche i singoli Comuni, per far sentire la nostra voce, con forza, a tutela dell’ambiente e dei nostri mari».

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