Incidenti sul lavoro, 74 morti (tra cui 9 donne) in Puglia nel 2022. I numeri dell'Inail

Incidenti sul lavoro, 74 morti (tra cui 9 donne) in Puglia nel 2022. I numeri dell'Inail
4 Minuti di Lettura
Giovedì 25 Maggio 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 07:01

È ancora emergenza morti bianche in Puglia. Nel 2022 sono state 74 le denunce di incidenti mortali sul lavoro nel tacco d’Italia. C’è stata una diminuzione rispetto al 2021, ma un aumento (+28%) per quel che riguarda le donne coinvolte. Sono state nove le lavoratrici a perdere la vita nell’ultimo anno, 65 invece gli uomini. La provincia più esposta al fenomeno Foggia con 25 casi, seguita da Bari (20), Taranto (12), Lecce (9), Barletta-Andria-Trani (5) e Brindisi (3). I numeri sono stati resi pubblici qualche giorno fa dall’Inail (in occasione del Forum della prevenzione, organizzato a Bari) ma tornano di attualità dopo l’incidente di ieri a Monopoli, con due operai rimasti uccisi. E si riaccende il faro su un problema mai del tutto superato. 
In Puglia i settori più colpiti da incidenti mortali nel 2022 sono stati la gestione dell’agricoltura (15 incidenti mortali nel 2022), e poi costruzioni (9), trasporti e logistica (8), ristorazione e sanità (2). Quanto alle denunce per infortuni non mortali, nel 2022 sono state 29.401, il dato è in leggera discesa rispetto al periodo pre Covid (2019), quando il totale era stato di oltre 30mila. In questo caso la maggior parte delle denunce riguarda uomini (18.737 nel 2022), mentre quelle legate all’occupazione femminile sono 10.664, il 27,62% in più rispetto al 2021. Dallo studio emerge che la provincia con più casi è quella di Bari (10.770 denunce nel 2022), seguita da Lecce (4.938), Foggia (4.336), Taranto (3.948), Brindisi (3.095) e Barletta-Andria-Trani (2.314). I settori più esposti sono agricoltura (550 denunce nel 2022, il più 144,44% rispetto all’anno prima), trasporti e logistica (2.958, più 108,31%), alloggio e ristorazione (1.108, più 94,39%), costruzioni (1.703, più 40,40%). Calano invece i casi nella gestione dell’agricoltura (2.082, meno 6,56%) e nella sanità (2.492, meno 0,60%). Quanto infine alle denunce per malattie professionali, in Puglia sono state 4.817 nel 2022, le città che registrano il maggior incremento sono Lecce (più 23,35%) e Taranto (più 15,42%). 

Taranto è l'area più sensibile al fenomeno

«In Puglia l’area più sensibile al fenomeno degli infortuni sul lavoro è quella di Taranto, legata all’ex Ilva che da sempre pone problemi di equilibrio fra sicurezza, lavoro e salute», ha commentato Andrea Tardiola, direttore generale Inail. «Taranto - ha aggiunto - nell’arco di 50 anni ha registrato decine di incidenti mortali sul lavoro e casi di malattie professionali». Per Tardiola «la Puglia presenta anche caratteristiche di filiera economica, come l’agricoltura, che è un settore particolarmente esposto al rischio infortunistico». La regione è però «un laboratorio di innovazione interessante». 
In sintesi, oltre alla fredda realtà dei numeri - che comunque impone una riflessione in quanto dietro alle unità e alle decine ci sono storie di persone, padri e madri di famiglia spesso, che muoiono lavorando - in Puglia è emergenza per una serie di fattori e di settori, soprattutto. Nel ramo dell’agricoltura, così come in quello dei trasporti, gli incidenti - pur senza decessi - sono praticamente raddoppiati nel corso dell’ultimo anno. E i dati si fermano al 31 dicembre 2022, per ovvi motivi di statistica. Eppure già le cronache del 2023 hanno dovuto registrare diversi casi del genere. Solo a Taranto in questo mese di maggio due episodi: due operai feriti mentre lavoravano nel cantiere per il nuovo ospedale, e in un altro caso un incidente è avvenuto in una villa privata, durante dei lavori di ristrutturazione (è stato ferito un 58enne che ci stava lavorando).
L’Inail ha sottolineato anche un altro fattore: in Puglia esiste un’app per smartphone, android e Ios, “ScacciaRischi”, facilmente scaricabile.

Tramite le tecniche del gaming fa capire quali siano i rischi in un ambiente domestico e serve a educare i ragazzi delle scuole a riconoscere i pericoli. Prevenzione e cultura, le due strade parallele per evitare che tragedie come quella di ieri possano ripetersi. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA