Oltre 50 morti bianche in Puglia. Nel primo semestre 2021 Inail, quinta tra le regioni

Oltre 50 morti bianche in Puglia. Nel primo semestre 2021 Inail, quinta tra le regioni
Oltre 50 morti bianche in Puglia. Nel primo semestre 2021 Inail, quinta tra le regioni
di Alessio PIGNATELLI
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Giovedì 30 Settembre 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 14:28

Il bollettino è angosciante. Il dramma delle morti bianche ha subito una dolorosa impennata negli ultimi giorni. Nemmeno il tempo di gridare alla necessità di più sicurezza e protezioni che la triste contabilità si gonfia ogni giorno. Gli incidenti mortali verificatisi in Capitanata e a Mesagne ingrossano la scia di sangue iniziata con tre decessi nel Salento nel giro di 10 giorni. Donato Piscopiello, morto tre giorni fa mentre era impegnato ad effettuare alcuni lavori sulla veranda di un’abitazione privata nel comune di Tricase. Prima, il 18 settembre, era stato Celtahiri Flamur, un operaio di 42 anni a Taviano a morire durante alcuni lavori di manutenzione. E poi il 21 settembre, Fabio Sicuro travolto da un solaio. Il contatore dei decessi sul lavoro in Puglia ha sfondato, purtroppo, quota 50.

Il semestre analizzato da Inail

I dati ufficiali dell’Inail sono reperibili sull’ultimo osservatorio relativo al primo semestre di quest’anno. Con alcune premesse doverose: i dati non possono essere definitivi in quanto soggetti a consolidamento in esito alla definizione amministrativa dei singoli casi. L’analisi territoriale per macroaree geografiche delle denunce di infortunio con esito mortale evidenzia, per il periodo gennaio-giugno 2021, un aumento per il sud del +36,52%.

Scandagliando i dati territoriali, l’amara sorpresa: tra le regioni in cui si è rilevato un maggior numero di denunce rispetto al periodo gennaio-giugno 2020 al primo posto c’è la Puglia (+14) seguita poi da Campania (+12) e Lazio (+10). Chiaramente, è bene sottolineare che il confronto con lo scorso anno è “drogato” dalla pandemia con uffici e attività lavorative chiusi.

E allora si può bypassare la comparazione tra anni e guardare solo al dato 2021 paragonando le diverse regioni: nel primo semestre di quest’anno, la Puglia è al quinto posto - 48 morti ma, purtroppo, da giugno ad oggi la contabilità è da aggiornare - dopo Lombardia, Campania, Lazio e Emilia Romagna. Una tendenza confermata anche da altre classifiche. Inail ricorda infatti che l’analisi territoriale delle denunce di malattie professionali mostra, per il medesimo periodo gennaio giugno 2021, incrementi rilevati nelle singole regioni e la Puglia è tra le prime: Toscana (+1.327), Marche (+1.280), Emilia Romagna (+1.063), Puglia (+1.022).

Osservatorio Vega Engineering

L’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre analizza l’emergenza morti bianche da oltre 10 anni monitorando mese dopo mese l’andamento dell’emergenza, superando l’analisi dei numeri assoluti e arrivando al vero e proprio rischio di mortalità calcolato sulla popolazione lavorativa. E in uno degli ultimi report ha pubblicato una sorta di classifica mutuando i colori e le zone durante il lockdown. A finire in zona rossa nei primi sette mesi del 2021 con un’incidenza maggiore del 25% rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza medio pari a 23,7 morti ogni milione di lavoratori) c’è ancora il Tacco d’Italia. Sono infatti Puglia, Campania, Basilicata, Umbria, Molise, Trentino Alto Adige e Abruzzo.

Oltre alla ripartizione geografica, l’Osservatorio si concentra su quali sono i settori più colpiti dalle morti bianche in Italia. Il comparto delle costruzioni quello che conta il maggior numero di lavoratori deceduti in questo semestre (64 dall’inizio dell’anno). Seguono: attività manifatturiere (54), trasporto e magazzinaggio (51 vittime da inizio anno), commercio, riparazione di autoveicoli e motocicli (34), amministrazione pubblica e difesa (17), sanità e assistenza sociale (15). La fascia d’età più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è quella tra i 45 e i 64 anni. Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro nei primi sette mesi del 2021 sono 50 su 543. Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro da gennaio a luglio del 2021 sono 75.

E il lunedì continua ad essere il giorno in cui si è verificato il maggior numero di infortuni nei primi sette mesi dell’anno. Infine, un focus sulle morti sul lavoro per covid in Italia: la mappa dell’Osservatorio inserisce ancora una volta la Puglia - insieme a Lombardia, Campania, Liguria, Abruzzo e Molise - tra le regioni con il più alto rischio di mortalità per covid sul lavoro rispetto alla popolazione occupata in 20 mesi di pandemia. E nei 20 mesi di pandemia e di emergenza, anche le professioni più colpite dal dramma rimangono le stesse sebbene si assista ad un’inversione di posizioni per le prime due categorie in graduatoria. Salgono al primo posto gli impiegati, addetti alla segreteria e agli affari generali (con il 10,3% dei decessi sul lavoro per covid) e scendono al secondo posto i tecnici della salute (infermieri, fisioterapisti) con il 9,8% dei casi totali. Seguono conduttori di veicoli a motore (7,8%), i medici (5,2%). E, infine, operatori sociosanitari (4%), il personale non qualificato nei servizi sanitari e istruzione (3,3%).

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