Puglia in “zona rossa” per numero di morti sul lavoro: 65 vittime in soli 8 mesi da gennaio ad agosto secondo Inail. E altre 6 vite spezzate soprattutto nei cantieri nelle ultime due settimane di settembre. Un bollettino impietoso che da Foggia al Salento restituisce le proporzioni del livello dell’allarme per “morti bianche” in regione. Se lascia di sangue si allunga, di contro a decrescere nel corso degli anni è stato il numero di ispettori e tecnici della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro. Un organico in quota all’Ispettorato del Lavoro che a oggi in Puglia conta appena 152 unità operative sul campo: 129 ispettori assegnati al processo di vigilanza e 23 tecnici ispettori. In prevalenza ingegneri e architetti ai quali è assegnato il compito di verificare il rispetto delle norme in materia di prevenzione e sicurezza sui luoghi di lavoro in più di 327mila aziende pugliese.
Da Foggia a Lecce in campo per i controlli solo 152 ispettori
A tanto ammontava a giugno del 2020, infatti, il numero di imprese attive su tutto il territorio regionale, delle quali 38.900 attive nel settore delle costruzioni e della cantieristica. Luoghi di lavoro che continuano a far registrare il maggiore numero di morti in Puglia. Del resto, con la ripartenza delle attività dopo lo stop prolungato del lockdown ora per le aziende è necessario fare in fretta e chiudere le commesse. Eppure verificare in maniera capillare che in ogni cantiere le norme di sicurezza siano rispettate alla lettera per gli ispettori è praticamente impossibile.
Il Disegno di legge del governo: previste 2.300 assunzioni
Non è un caso, pertanto, che il governo abbia deciso di ripartire dall’accelerazione delle 2.300 assunzioni già previste nell’Ispettorato nazionale del lavoro. Si tratta di una delle misure tra quelle che s’intende subito applicare per contrastare questo dramma che non concede tregua. Il tema è stato al centro del confronto con i sindacati convocato dal presidente del Consiglio, Mario Draghi, a Palazzo Chigi nei giorni scorsi. E del “pacchetto” che dovrà confluire in un Decreto legge di prossima approvazione fanno parte anche la previsione di maggiore formazione e prevenzione (con il coinvolgimento delle Regioni), una banca dati unica tra Inail, Ispettorato e Asl e, soprattutto, l’inasprimento delle sanzioni per le imprese non in regola con le normative di protezione dei lavoratori, anche con la sospensione dell’attività nei casi più gravi. Il premier ha, inoltre, annunciato ai leader di Cgil, Cisl e Uil che nei prossimi giorni convocherà le parti sociali per la definizione di un protocollo per la realizzazione degli investimenti da realizzare nell’ambito del recovery plan. Lo ha detto Landini al termine dell’’incontro a Palazzo Chigi proprio sul tema della sicurezza sul lavoro.
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