Controlli sul lavoro, mancano gli ispettori: in Puglia solo 152 tecnici per 327mila aziende

Controlli sul lavoro, mancano gli ispettori: in Puglia solo 152 tecnici per 327mila aziende
di Paola COLACI
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Venerdì 1 Ottobre 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 20:21

Puglia in “zona rossa” per numero di morti sul lavoro: 65 vittime in soli 8 mesi da gennaio ad agosto secondo Inail. E altre 6 vite spezzate soprattutto nei cantieri nelle ultime due settimane di settembre. Un bollettino impietoso che da Foggia al Salento restituisce le proporzioni del livello dell’allarme per “morti bianche” in regione. Se lascia di sangue si allunga, di contro a decrescere nel corso degli anni è stato il numero di ispettori e tecnici della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro. Un organico in quota all’Ispettorato del Lavoro che a oggi in Puglia conta appena 152 unità operative sul campo: 129 ispettori assegnati al processo di vigilanza e 23 tecnici ispettori. In prevalenza ingegneri e architetti ai quali è assegnato il compito di verificare il rispetto delle norme in materia di prevenzione e sicurezza sui luoghi di lavoro in più di 327mila aziende pugliese. 

Da Foggia a Lecce in campo per i controlli solo 152 ispettori

A tanto ammontava a giugno del 2020, infatti, il numero di imprese attive su tutto il territorio regionale, delle quali 38.900 attive nel settore delle costruzioni e della cantieristica. Luoghi di lavoro che continuano a far registrare il maggiore numero di morti in Puglia. Del resto, con la ripartenza delle attività dopo lo stop prolungato del lockdown ora per le aziende è necessario fare in fretta e chiudere le commesse. Eppure verificare in maniera capillare che in ogni cantiere le norme di sicurezza siano rispettate alla lettera per gli ispettori è praticamente impossibile. 
Gli organici dell’Ispettorato che coordina anche le attività di Inail e Inps in tutta Italia sono ridotti all’osso. E secondo la stima della Commissione d’Albo nazionale dei Tpall ( tecnici della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro) all’appello sul territorio nazionale mancano circa 1.400 tecnici. Stessa carenza che si riscontra anche in Puglia dove in provincia di Bari e nella Bat risultano attualmente in servizio solo 66 ispettori ordinari e 9 tecnici, ingegneri e architetti applicati al settore dell’edilizia. Segue la provincia di Lecce con 41 ispettori ordinari e solo 2 tecnici ai quali è demandato il controllo delle oltre 9mila imprese salentine attive nel settore dell’edilizia e delle costruzioni. E ancora, se in provincia di Brindisi a scendere in campo per i controlli di sicurezza sono 19 ispettori ordinari e 3 tecnici, la pianta organica dell’Ispettorato provinciale di Taranto conta 14 “ordinari” e 3 tecnici.

Nel Foggiano, infine, sono attualmente operativi 33 ispettori ordinari e 2 tecnici. Una pianta organica che in Puglia sulla carta complessivamente si compone di 192 unità ma nella quale rientrano 30 capi struttura e una decina di “delegati” alle questioni legali che svolgono prevalentemente attività amministrative e d’ufficio. Il lavoro di ispezione e verifica “sul campo” è dunque affidato in prevalenza ai tecnici in grado di portare a termine non più 4 o 5 ispezioni al giorno per tre “uscite” settimanali. Eppure nel 2020 in tutta la regione sono state 8.800 le ispezioni e gli accessi effettuati. E oltre 1.500 le verifiche e gli accertamenti condotti dagli enti ispettivi sulle imprese. Ma l’emergenza resta.

Il Disegno di legge del governo: previste 2.300 assunzioni  

Non è un caso, pertanto, che il governo abbia deciso di ripartire dall’accelerazione delle 2.300 assunzioni già previste nell’Ispettorato nazionale del lavoro. Si tratta di una delle misure tra quelle che s’intende subito applicare per contrastare questo dramma che non concede tregua. Il tema è stato al centro del confronto con i sindacati convocato dal presidente del Consiglio, Mario Draghi, a Palazzo Chigi nei giorni scorsi. E del “pacchetto” che dovrà confluire in un Decreto legge di prossima approvazione fanno parte anche la previsione di maggiore formazione e prevenzione (con il coinvolgimento delle Regioni), una banca dati unica tra Inail, Ispettorato e Asl e, soprattutto, l’inasprimento delle sanzioni per le imprese non in regola con le normative di protezione dei lavoratori, anche con la sospensione dell’attività nei casi più gravi. Il premier ha, inoltre, annunciato ai leader di Cgil, Cisl e Uil che nei prossimi giorni convocherà le parti sociali per la definizione di un protocollo per la realizzazione degli investimenti da realizzare nell’ambito del recovery plan. Lo ha detto Landini al termine dell’’incontro a Palazzo Chigi proprio sul tema della sicurezza sul lavoro.
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