Barletta, travolto da una pala meccanica: muore operaio di 62 anni. Aperta un'inchiesta per omicidio colposo. Incidenti sul lavoro, i dati

Barletta, travolto da una pala meccanica: muore operaio di 62 anni. Aperta un'inchiesta per omicidio colposo. Incidenti sul lavoro, i dati
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Venerdì 15 Ottobre 2021, 17:23 - Ultimo aggiornamento: 22:11

Travolto da una pala meccanica mentre era al lavoro a Barletta, in una azienda che produce fertilizzanti e concimi. Per il 62enne Luigi Riefolo - dipendente di una ditta esterna che stava lavorando nello stabilimento Timac Agro - i soccorsi si sono rivelati inutili: all'arrivo dei medici del 118 era già morto. A comunicarlo, con una nota, la stessa impresa: «Nello stabilimento Timac Agro Italia di Barletta si è purtroppo verificato un incidente in circostanze ancora da definire compiutamente. A perdere la vita è stato il lavoratore di una ditta esterna addetta ai servizi di puliziaindustriale. Desideriamo manifestare il più profondo cordoglio per quanto accaduto al signor Luigi Riefolo. Ai suoi cari e ai suoi colleghi - prosegue la nota - sentiamo il dovere di testimoniare la nostra vicinanza e dolorosa partecipazione. Timac Agro Italia, unitamente alle autorità competenti, si è da subito attivata per chiarire nei tempi più brevi le dinamiche di quanto successo. Per ora Timac Agro ha potuto solo constatare che l’incidente è avvenuto nelle aree esterne e non è riferibile al ciclo produttivo dell’azienda».

Sul posto, insieme alle ambulanze del 118, anche i carabinieri, gli uomini dell'Ispettorato del Lavoro e i tecnici dello Spesal guidati da Raffaele Bellino. Il pubblico ministero di turno a Trani, Maria Isabella Scamarcio, ha aperto un'inchiesta per omicidio colposo a carico del 46enne operaio che guidava il mezzo che ha travolto Riefolo.

Si tratta però, va precisato, di un atto dovuto. 

Appena una settimana fa, il 7 ottobre, ad Andria, nella stessa provincia, aveva perso la vita un operaio caduto in una vasca di mosto: si chiamava Nunzio Cognetti, aveva appena 30 anni. 

I dati

Un autunno segnato da una lunga scia di sangue, quello pugliese. Dalla fine di settembre a oggi, ci sono state altre cinque vittime: due a San Severo e Mesagne, tre nel Salento. Dall’ultimissima analisi territoriale dell’Inail - il confronto è tra il periodo gennaio-agosto 2021 con i primi otto mesi del 2020 condizionati però dalla pandemia - emerge un aumento nel Sud degli infortuni mortali (da 165 a 211), con un incremento del 28% a fronte di una flessione media per l’Italia del 6%. Tra le sei regioni dell’Italia meridionale, quella con l’incremento più forte è la Puglia, passata negli otto mesi considerati da 42 a 65 decessi (+54%). A morire di lavoro in Puglia sono soprattutto gli uomini (62 su 65), in larga parte (60 vittime su 65) di nazionalità italiana. Quindi l’età: ci sono due fasce nelle quali in Puglia si evidenzia un forte incremento. Il più vistoso colpisce i quarantenni, classe in cui le vittime sono passate da 3 a 15.

Luigi Riefolo aveva 60 anni ed era dipendente di una ditta esterna che stava lavorando nello stabilimento Timac Agro. È stata la stessa azienda a darne notizia con un comunicato. "Nello stabilimento Timac Agro Italia di Barletta - si legge nella nota - si è purtroppo verificato un incidente in circostanze ancora da definire compiutamente. A perdere la vita è stato il lavoratore di una ditta esterna addetta ai servizi di pulizia industriale".

La condanna dei sindacati

«Si è consumato oggi con un rituale quasi macabro il dato medio dei 3 morti al giorno sul lavoro. Da Milano a Sassari arrivando fino a Barletta, dove un'operaio di una ditta di pulizie industriali, ha perso la vita in un incidente causato da una pala meccanica nel sito produttivo della Timac Agro». È quando scrive in una nota la Cisl di Bari-Bat «esprimendo profondo cordoglio alla famiglia dell'operaio Luigi Riefolo» morto oggi a Barletta. «Peccato che solo qualche giorno fa - prosegue la nota - si era tenuta presso la Prefettura della Bat, proprio a Barletta, una task force per la sicurezza sui luoghi di lavoro, che purtroppo non riesce, qui come altrove, a dare un impulso di inversione di rotta ad un sistema ormai strutturalmente pervasivo di ambienti di lavoro fortemente insicuri e in alcuni casi terribilmente pericolosi, al solo scopo di mettere sempre meno soldi sulle necessità per la sicurezza e portare invece più soldi nelle tasche di chi fa impresa senza scrupoli». «Ci auguriamo - continua il sindacato - che le misure governative richieste con forza arrivino in tempi stretti per rafforzare da un lato i controlli ispettivi in questo oceano di imprese che violano le leggi in materia di sicurezza, mediamente 7 su 10, e dall'altro punire severamente, con sospensioni, tutte quelle attività datoriali che siano palesemente operanti senza applicazione rigorosa di tutto il quadro normativo per garantire sicurezza ai lavoratori». 

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