Porsche, stop di sei mesi per rivedere l’accordo. Obiettivo: salvare il bosco

La lettera è firmata da 28 strutture turistico-alberghiere di Porto Cesareo
La lettera è firmata da 28 strutture turistico-alberghiere di Porto Cesareo
di Pierpaolo SPADA
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Venerdì 29 Marzo 2024, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 06:47


«Nardò Technical Center ha preso atto della decisione della Regione Puglia di sospendere l'Accordo di Programma concesso per l'approvazione del piano di sviluppo del Test Center. Abbiamo ricevuto una notifica ufficiale e siamo aperti a proseguire il dialogo con tutti i partner coinvolti nel piano di sviluppo e con il pubblico. Il nostro obiettivo rimane quello di assicurare un futuro al Nardò Technical Center e di rafforzarne il ruolo di importante motore occupazionale ed economico per la regione». Dopo la sospensione ordinata dal presidente Michele Emiliano, la società controllata da Porsche Engineering conferma dunque la volontà di eseguire il piano di ammodernamento dell’impianto. Circa 450 milioni in 4 anni per 9 nuove piste, elisoccorso attrezzato con eliporto e strutture sanitarie, rinaturalizzazione e riforestazione naturalistica, centro visite polifunzionale, itinerari ciclopedonali e implementazione del centro antincendio. Un piano destinato, però, a essere rivisitato, perché, come ha detto il governatore, «la Regione, ancora una volta dimostra di voler coniugare l’interesse pubblico sotteso alla realizzazione dell’intervento con la tutela dell’ambiente: abbiamo preso una decisione in linea con il ministero, al fine di riconsiderare alcuni aspetti del procedimento a seguito delle specifiche indicazioni fornite dalla Commissione europea».

Cosa sta succedendo

A cosa si riferisce nello specifico? «Abbiamo sospeso tutte le attività propedeutiche alla attuazione del piano per verificare la corretta applicazione della direttiva Habitat secondo le metodologie suggerite dalla Direzione generale Ambiente della Commissione europea», ha spiegato Emiliano ieri a Quotidiano.

Tutto da rifare, dunque? Si vedrà. Certamente, queste parole rendono semplice l'individuazione del nodo del contendere. Per realizzare le nuove piste è prevista l’eliminazione di 200 ettari di area boscata (Bosco Arneo, Sito di interesse comunitario) ricadenti all’interno del circuito di Porsche. Dopo l’approvazione dell’Accordo da parte di Regione, Asi e Comuni (Porto Cesareo e Nardò), a fine gennaio l’azienda aveva avviato la “rinaturalizzazione”, che dovrebbe riguardare 600 ettari, di cui 500 all’esterno dell’anello. Fin qui, gli ettari interessati sono 7, con la messa a dimora di 12mila piante e l’obiettivo di rinaturalizzare 23 ettari entro aprile. Con apposita delibera pubblicata ieri, la Giunta regionale ha stabilito in dettaglio che «l’accordo è sospeso per un periodo non superiore a 6 mesi, suscettibile di eventuale proroga e necessario all'espletamento di attività di ricognizione di eventuali criticità legate alla realizzazione del piano di sviluppo di Ntc».

Le associazioni al Tar

La Regione si rimette dunque nelle mani della Commissione europea, così come richiesto dal fronte politico e ambientalista che da agosto si oppone al progetto approvato. Italia Nostra (sezione Sud Salento), Comitato Custodi Bosco dell’Arneo, Gruppo di intervento giuridico e Illcavalli-Onda Verde Facciamo Rete Aps si dicono infatti soddisfatte. Sono le associazioni che il 19 gennaio hanno proposto ricorso al Tar Puglia contro il progetto elaborato. Le prime tre il 13 marzo avevano anche espressamente richiesto a Emiliano e alla sua Giunta di sospendere - in autotutela e in applicazione dell’articolo 28 del Codice dell’Ambiente - l'efficacia della delibera e del decreto presidenziale che abilitavano l'attuazione dell’Accordo di programma. «Sospensione necessaria per una serena valutazione del progetto di ammodernamento della pista di Nardò», confermano ora il segretario e il presidente di Italia Nostra Sud Salento, rispettivamente, Marcello Seclì e Mario Fiorella. «Mancanza del preventivo dibattito pubblico e di una rigorosa valutazione delle soluzioni alternative i vizi rilevati dalle associazioni in causa con i predetti atti», è ciò che continuano a contestare, mentre nel frattempo Gruppo di intervento giuridico e Comitato Bosco dell’Arneo sono stati nel frattempo raggiunti dall’invito dell’assessorato regionale all’Ambiente ad un incontro programmato nei prossimi giorni per discutere in merito all’Accordo sospeso. Per tale incontro le associazioni invitate si stanno attivando per conoscere meglio i termini del provvedimento adottato da Emiliano e i relativi atti pervenuti alla Regione da parte della Commissione europea.

Con una nota congiunta, Gruppo di intervento giuridico e Illacavalli-Onda Verde Facciamo Rete Aps sostengono, poi, che ora «la Regione dovrà trovare un nuovo equilibrio tra le esigenze di sviluppo economico e la tutela dell’ambiente dell’area interessata dall’intervento». I rispettivi rappresentanti, Filippo Colapinto e Donato Cippone, ricordano come il Piano di sviluppo avesse già ricevuto valutazione negativa di incidenza ambientale da parte del Comitato Regionale Via/Vinca del 28 luglio 2022. «La contemporanea eliminazione della foresta, dell’area boscata, della gariga e della steppa, che costituiscono un complesso naturalistico integrato ed unico, è un pregiudizio tale da annullare la finalità per la quale lo stesso sito di interesse comunitario è stato istituito», afferma l’avvocato Colapinto. Sul tema va menzionato anche l’impegno della sezione Salento Ovest di Italia Nostra e del consigliere regionale Cristian Casili (M5S): «Indispensabile coniugare ambiente, lavoro e sicurezza su un territorio che ha la minor superficie boschiva di tutta Italia. Proficua - dice Casili - si è dimostrata l’interlocuzione da me richiesta in V Commissione tra associazioni e strutture regionali competenti per far emergere diverse incongruenze rispetto alla compatibilità ambientale e paesaggistica degli interventi proposti». In campo pure le associazioni di categoria: «Riteniamo che il piano di sviluppo del Ntc avesse trovato un equilibrio armonioso tra lo sviluppo industriale e le esigenze del territorio e dell'ambiente. Di fronte alla sospensione, guardiamo con fiducia ai prossimi passi e auspichiamo che si giunga con grande rapidità a un riavvio dell’Accordo, con una intesa che non metta a repentaglio né l'ambiente né l'economia», afferma il presidente di Confcommercio Lecce, Maurizio Maglio. «Confidiamo in un dialogo costruttivo che - dichiara il presidente di Federalberghi Lecce, Mimmo De Santis - possa portare a una risoluzione della questione all’interno dell’Accordo sospeso, anche a beneficio delle strutture ricettive e dei futuri visitatori internazionali del nostro amato Salento».

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