Opere d'arte false o rubate, i carabinieri ne sequestrano più di 2mila. Denunciate 139 persone

Opere d'arte false o rubate, i carabinieri ne sequestrano più di 2mila. Denunciate 139 persone
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Venerdì 15 Luglio 2022, 09:56 - Ultimo aggiornamento: 10:10

E' tempo di bilanci per i carabinieri del nucleo tutela patrimonio culturale di Bari, che fanno il punto sull'attività svolta nel corso del 2021 tra denunce, sequestri e beni artistici trafugati e poi recuperati.

Sequestri e denunce

Nel 2021 i carabinieri hanno sequestrato in Puglia, Basilicata e all'estero 2.009 beni (erano 1.329 nel 2020), di cui 255 di tipo antiquariale, archivistico e librario, 5 reperti paleontologici, 1.749 reperti archeologici e 107 opere d'arte contraffatte, per un valore economico stimato in circa 15 milioni di euro. Sono state denunciate complessivamente 139 persone per i reati di ricettazione, violazioni in materia di ricerche archeologiche, detenzione di materiale archeologico, contraffazione di opere d'arte, violazioni in danno del paesaggio ed altre violazioni del Codice dei beni culturali e del paesaggio e del Codice Penale.

Nel corso dell'anno, inoltre, sono stati consumati 11 furti di beni culturali, di cui quattro in danno di chiese. «Il traffico illecito di beni culturali, pur risentendo della crisi pandemica - fanno sapere i militari -  non ha mai smesso di proliferare, soprattutto sui canali dell'e-commerce».

 

La lotta agli scavi clandestini

Nella lotta allo scavo clandestino, nel 2021 si è registrato il più grande recupero di archeologia mai fatto in Puglia e Basilicata e uno dei più grandi al livello nazionale. Sono state infatti adottate misure tese all'identificazione oltre che dei responsabili degli scavi clandestini, anche dei fruitori dei beni archeologici estirpati dal territorio, che spesso e volentieri vengono esposti in bella mostra in lussuose abitazioni o ville.

Sei persone sono state deferite per il reato di scavo clandestino, mentre un monitoraggio dell' e-commerce ha permesso il deferimento di 31 persone per impossessamento e detenzione illecita di beni culturali appartenenti allo Stato recupero, con il contestuale recupero di 967 reperti archeologici databili IV- II sec. Avanti cristo e 76 monete di natura archeologica. 

I beni trafugati e poi "rimpatriati" a Foggia

Grazie ad un'attività investigativa durata più di due anni, supportata da Eurojust e coordinata dalla Procura di Foggia, sono stati rimpatriati 782 reperti archeologici di origine pugliese databili tra il VI e il III secolo a.C., vasi a figure rosse, anfore, ceramiche a vernice nera, stele figurate in pietra calcarea dell'antica Daunia, terrecotte figurate, testine fittili, statuette alate, il cui valore è stato stimato in circa 11 milioni di euro, trovati nella disponibilità di un facoltoso collezionista belga.

Le indagini, partite dallo studio di una stele daunia dalle peculiarità decorative tipiche dell'area archeologica di Salapia, agro del Comune di Cerignola, esposta in alcune mostre nei musei nazionali di Ginevra e Parigi negli anni '90, hanno portato al rinvenimento di un vero e proprio tesoro archeologico costituito da un numero elevato di vasi apuli a figure rosse, anfore, ceramiche a vernice nera, ceramiche indigene e attiche, a decorazione dipinta geometrica e figurata, stele figurate in pietra calcarea dell'antica Daunia, oltre a numerosissime terrecotte figurate le «tanagrine», testine fittili, statuette alate, ecc. Si tratta di beni nazionali databili tra il VI e il III secolo avanti Cristo, ora rimpatriati. 

A Lecce false opere di Reggiani

Un'altra indagine, coordinata dalla Procura di Lecce, ha consentito di individuare un gruppo criminale, composto da 26 persone tra mercanti d'arte, collezionisti e speculatori occasionali, con ramificazioni in tutta Italia, che aveva creato una rete commerciale di ricettazione e commercializzazione di 60 opere d'arte false attribuite al maestro astrattista Mauro Reggiani

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