Capone: servizio pubblico, Trenitalia valuti le ricadute. L'assessore regionale invita al confronto

Capone: servizio pubblico, Trenitalia valuti le ricadute. L'assessore regionale invita al confronto
di Alessandra Lupo
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Sabato 5 Settembre 2015, 09:39 - Ultimo aggiornamento: 10:40

Loredana Capone, assessore allo Sviluppo economico della Regione Puglia, ieri lei si è sfogata su Facebook definendo inaccettabili le parole di Trenitalia sul collegamento Frecciarossa con il Salento.

Ci spiega il suo punto di vista?

«È molto semplice, le ferrovie di stato devono necessariamente riguardare il paese, tutto intero, specialmente la parte che è più disagiata. E devono fare ogni sforzo per ridurre il disagio, altrimenti saranno le ferrovie di una sola parte del paese e non possono essere un ente a partecipazione pubblica».

Lei cosa proporrebbe?

«È indispensabile un tavolo di confronto perché l’analisi di antieconomicità che arriva dalla società appare del tutto miope e non tiene conto di tutti i dati a disposizione».

Parla del turismo?

«Certo, anche di quello. L’estate 2015 conferma il Salento e il Gargano come le realtà più ricercate e appetibili della Puglia. Ma non possiamo fermarci a questo, perché un’attenta analisi economica va fatta sempre in prospettiva, guardando anche alle ricadute di un intervento e su questo ci sono precedenti specifici».

Si riferisce agli aeroporti pugliesi?

«Sì, l’esperienza di Alitalia ci ha dimostrato come un investimento intelligente sia in grado di cambiare le sorti del trasporto di un territorio».

Eppure inizialmente si diceva che c’era poca domanda di voli per Brindisi...

«Sì, inizialmente c’era un problema sia sul costo dei voli sia sul loro numero.

Ma quando le compagnie low-cost hanno fatto schizzare l’offerta è cresciuta anche la domanda, trasformando lo scalo brindisino in un vero aeroporto, con ricadute positive sulla stessa Alitalia cui ha giovato la maggiore presenza turistica».

Per questo crede che occorra un tavolo di confronto tra enti e Trenitalia?

«Sì, e fanno bene il presidente Emiliano e l’assessore ai Trasporti Giannini a chiedere che si faccia al più presto. Da assessore allo Sviluppo economico non posso che condividere, perché le infrastrutture sono un tema strategico che incide fortemente sui costi delle imprese e sull’attrattività del territorio».

Lei teme che lo sviluppo infrastrutturale non stia accompagnando il resto degli investimenti?

«Noi stiamo compiendo uno sforzo enorme sulla spesa e la programmazione dei fondi europei, per attrarre investimenti in Puglia e nel Salento, stiamo sostenendo la ristrutturazione di beni culturali, palazzi storici, pubblici e privati, masserie, che diventeranno strutture ricettive per dare occupazione e migliorare la qualità dell'offerta, ma se mancano i collegamenti tutto risulta ridimenzionato e non solo in termini di offerta turistica ma anche sull’attrazione di investimenti, visto che gli imprenditori valutano con estrema attenzione i collegamenti a disposizione».

Su Facebook lei dice che Trenitalia non è un’azienda come tutte le altre...

«Certo, deve rispondere più delle altre all'indirizzo politico del governo, in questo caso di soluzione di un gap esistente tra il Nord e il Sud del paese. Se superarlo è un obiettivo strategico del governo allora le società che lo stato utilizza per migliorare la propria competitività devono concorrere a realizzare questro obiettivo. Ecco perché chiediamo che nell'agenda di governo ci sia il Sud, non per chiedere con il cappello in mano ma per lavorare a obiettivi strategici condivisi. Volere esclusa la parte della Puglia sotto Bari dai treni veloci significa non cogliere quanto la logistica incida sullo sviluppo della società, ecco perché è una scelta miope».

Cosa pensa della proposta di adottare misure di incentivo regionale sul modello Ryanair?

«Prima vediamo il piano, capiamo quali sono le criticità reali. Poi capiamo come intervenire».

Ci sono state molte proposte in tal senso in arrivo dai parlamentari di diversi schieramenti...

«Quanto più si fa squadra per il territorio meglio è. Specialmente quando viene fatto con proposte concrete per soluzioni concrete».

In termini di infrastrutture la rete resta al momento inadeguata...

«Dal rapporto Svimez emerge come la spesa in conto capitale dal 2001 al 2013 si sia ridotta di 10 miliardi di euro. Quello è uno dei punti che provocano il gap che oggi esiste tra Mezzogiorno e Nord. Se questo punto è nell'agenda di governo allora l'antieconomicità attuale e - vorrei sottolineare - presunta di questo piccolo servizio non può essere un ostacolo insormontabile».