Puglia, la curva dei contagi risale? Faro pure sui luoghi di lavoro: i dati sulle infezioni contratte fra uffici e fabbriche

Puglia, la curva dei contagi risale? Faro pure sui luoghi di lavoro: i dati sulle infezioni contratte fra uffici e fabbriche
di Vincenzo DAMIANI
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Domenica 9 Agosto 2020, 10:15 - Ultimo aggiornamento: 18:30

Su oltre 51mila casi di contagio sul lavoro da Covid-19 segnalati in Italia al 31 luglio, il 2,5% si è registrato in Puglia, cioè 1.275. È la percentuale più alta nel Sud Italia, un dato che dà forza ai timori di questi giorni e al richiamo di Pierluigi Lopalco, capo della task force pugliese per l'emergenza Coronavirus: «Con la febbre non si va in giro, con la febbre non si va a lavoro», ha evidenziato venerdì scorso al termine della riunione tra il governatore Michele Emiliano e i prefetti pugliesi.



Ieri sono stati rilevati altri 9 contagi: 4 in provincia di Lecce, uno nel Brindisino, 2 in provincia di Bari, 2 nel Foggiano. È stato registrato anche un decesso, in provincia di Lecce. Questa settimana la Puglia non è mai stata Covid free, anzi ha raggiunto anche il picco di 23 casi in un giorno, non accadeva dalla seconda metà di maggio. E, in alcuni casi, i contagi avvengono sul luogo di lavoro, negli ospedali in particolare: da marzo a giugno, in Puglia sono stati contagiati 435 operatori sanitari, compresi i medici di base e gli amministrativi. Da qui il richiamo alla massima attenzione.

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I dati dicono che in Italia sono 51.363 i casi di contagio sul lavoro da Covid-19 segnalati all'Inail, 1.377 in più rispetto al monitoraggio del 30 giugno scorso e pari al 18% del totale delle denunce di infortunio registrate dall'inizio dell'anno; mentre i casi mortali sono 276 (+24), circa un terzo del totale dei decessi denunciati. In Puglia, i casi mortali rappresentano il 4,3% del totale nazionale (12), la Campania, però, fa peggio al Sud con il 6,9%. Sono alcuni dei dati contenuti nel settimo report nazionale realizzato dalla Consulenza statistico attuariale dell'Istituto. Ma se i decessi si concentrano soprattutto tra gli uomini (83,3%) e nelle fasce d'età tra i 50 e i 64 anni (69,9%) e oltre i 64 anni (20,0%), con un'età media di 59 anni, il rapporto tra i generi si inverte per i contagiati sul lavoro complessivi, che, nel 71,4% dei casi, riguardano le donne, con un'età media di 47 anni. L'analisi territoriale evidenzia che oltre l'80% delle denunce arriva dalle regioni settentrionali del Paese: il 56,3% dal Nord-Ovest e il 24,2% dal Nord-Est, seguiti da Centro (11,8%), Sud (5,7%) e Isole (2,0%). Per quanto riguarda, invece, i contagi con esito mortale, la percentuale del Nord-Ovest sale al 57,6%, mentre il Sud, con il 15,2% dei decessi, supera Nord-Est (13,1%), Centro (12,3%) e Isole (1,8%).

La regione più colpita è la Lombardia, con oltre un terzo dei casi denunciati (36,2%) e il 43,8% dei decessi. Rispetto al tipo di attività produttiva, il 71,6% delle infezioni denunciate e il 23,4% dei casi mortali è stato registrato nel settore della Sanità e assistenza sociale (ospedali, case di cura e di riposo, istituti, cliniche, policlinici universitari, residenze per anziani e disabili), che, insieme al settore degli organismi pubblici preposti alla sanità (Asl) porta all'80,6% la percentuale dei contagi e al 33,7% quella dei decessi avvenuti in ambito sanitario. Seguono i servizi di vigilanza, pulizia, call center, il settore manifatturiero (addetti alla lavorazione di prodotti chimici, farmaceutici, alimentari) e le attività dei servizi di alloggio e ristorazione. La categoria professionale dei tecnici della salute si conferma la più colpita dal Covid-19, con il 40,0% dei contagi denunciati, oltre l'83% dei quali tra gli infermieri.

A seguire gli operatori socio-sanitari (21,0%), i medici (10,3%), gli operatori socio-assistenziali (8,9%) e il personale non qualificato nei servizi sanitari, come ausiliari, portantini e barellieri (4,7%).

Dall'analisi dei decessi emerge, infine, che circa il 35% dei casi mortali riguarda il personale sanitario e socio-assistenziale. Nel dettaglio, il 9,9% dei decessi codificati riguarda i tecnici della salute (il 62% sono infermieri), seguiti da medici (8,5%), operatori socio-sanitari (6,6%), operatori socio-assistenziali e personale non qualificato (3,8% per entrambe le categorie). Per quanto riguarda la mortalità, l'età media dei deceduti è 59 anni (57per le donne, 59 per gli uomini). Il dettaglio per classe di età mostra come il 69,9% del totale delle denunce riguardi la classe 50-64 anni. Seguono le fasce over 64 anni (20,0%), 35-49 anni (8,7%) e under 34 anni (1,4%). Gli stranieri sono il 9,8% (sette su 10 sono maschi), gli italiani sono il 90,2% (oltre otto su 10 sono maschi).

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