Eolico offshore, la Regione tira il freno: «Tutelare il paesaggio»

Eolico offshore, la Regione tira il freno: «Tutelare il paesaggio»
di Paola ANCORA
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Lunedì 11 Marzo 2024, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 13 Marzo, 06:55

Sul fare della Puglia un hub per le rinnovabili e la produzione di idrogeno partiti politici e istituzioni parrebbero tutti d’accordo. Ma fra il dire e il fare c’è di mezzo il mare e mai come in questo caso il proverbio definisce la distanza che separa visioni diverse dello sviluppo che si intende dare alla regione in tema di energia. Infatti, se il decreto sulle aree idonee fissa per la Puglia un target di produzione di energia da Fer per nuove installazioni pari a 7 GW, per un totale di 13,7 GW, il Piano energetico regionale ormai pronto e in attesa di valutazione prevede di aumentare le nuove installazioni eoliche onshore per un totale di 2,987 GW, di un solo GW per l’eolico offshore e di 2,951 GW per il fotovoltaico «ponendo attenzione al paesaggio e l’ambiente naturale, alle esigenze dei cittadini e del sistema economico». Così facendo, sostanzialmente, dovrebbe essere autorizzato non più del 13,1% delle richieste per nuovi impianti avanzate in questi mesi, a partire da quella già presentata per Otranto dal partenariato Renantis-BlueFloat - per la quale la Regione ha infatti dato pare contrario - per proseguire con la richiesta che lo stesso partenariato presenterà per uno specchio d’acqua al largo di Brindisi, con un investimento complessivo di 7,5 miliardi.
Eppure, ha dichiarato ieri in una intervista al nostro giornale Kseniia Balanda, direttrice generale del partenariato Renantis-BlueFloat, «per la Puglia un target di produzione di energia da Fer per nuove installazioni pari a 7 GW significa un aumento di almeno il 50% rispetto ai valori registrati fra il 2021 e il 2022, il che renderebbe imprescindibile il ricorso all’eolico galleggiante». 

Il Piano

Cosa prevede nello specifico il nuovo Pear per le rinnovabili? Innanzitutto la completa decarbonizzazione del sistema di produzione di energia elettrica regionale basato, principalmente, su due azioni: la promozione delle fonti energetiche rinnovabili e la contestuale riduzione della produzione di energia da fonti fossili.

Secondo gli uffici dell’assessorato all’Ambiente che hanno redatto il piano insieme all’agenzia Arti, fissando come obiettivo l’orizzonte delineato dal decreto sulle aree idonee, «per l’eolico e il fotovoltaico una traiettoria compatibile con tale obiettivo è quintuplicare la potenza installata rispetto al trend degli ultimi anni. (...) Rispetto al 2022, al 2030 si fissa l’obiettivo di nuove installazioni eoliche onshore per 2,987 GW e nuove installazioni fotovoltaiche per 2,951 GW, valori pari circa al raddoppio della potenza installata nel 2022. Si assume inoltre per la Puglia un obiettivo di installazione complessiva di circa 1 GW di eolico offshore al 2030, pari a circa la metà dell’obiettivo nazionale indicato nella bozza del Piano energia e clima del 2023».

In Puglia, fino a settembre 2023, sono state avanzate richieste di connessione a Terna di impianti per la produzione di energia da fonte rinnovabile per 82 GW: 33 GW per il fotovoltaico, 22 GW per eolico onshore e 26 GW per l’eolico offshore. «Se tutti questi impianti venissero realizzati - si specifica nel Piano regionale - la Puglia da sola disporrebbe di una capacità da Fer superiore all’attuale target dell’Italia per il 2030 (80 GW), e superiore all’attuale potenza installata lorda da Fer italiana (57 GW nel 2021)». E, ancora, «pur avendo termini temporali diversi, i valori obiettivo del Pear in termini di nuove installazioni sono oggi compresi tra il 3,8% e il 13,1% delle richieste di connessione», per un massimo, quindi, di 15 GW aggiuntivi.
Lo scenario obiettivo del Pear registra così un profondo mutamento nel bilancio energetico regionale. L’assessorato all’Ambiente stima un consumo finale lordo di energia ridotto e che passerà da 6.437 a 5.784 tonnellate di petrolio equivalenti e stima che per il 70% la produzione elettrica sarà coperta da fotovoltaico ed eolico, ma «solo in presenza di importanti investimenti sulle tecnologie di accumulo energetico, che comprendono anche la produzione di idrogeno». Si vedrà se gli obiettivi tratteggiati dal Piano supereranno poi l’esame del Consiglio regionale.

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