Sole, vento e idrogeno: la Puglia in campo da leader nelle energie rinnovabili

Sole, vento e idrogeno: la Puglia in campo da leader nelle energie rinnovabili
di Rita DE BERNART
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Giovedì 30 Novembre 2023, 13:07

La Puglia viaggia da prima della classe nella corsa verso la transizione green e l'autonomia energetica: la volontà c'è, le aziende sono pronte a fare il passo, nonostante le tante incertezze, a patto di ammortizzare il rischio. In termini di energia verde prodotta la Regione è al primo posto in Italia, superata per numero di impianti solo dalla Lombardia che, tuttavia, al momento produce di meno in ragione delle condizioni climatiche meno favorevoli. Solo da impianti di fotovoltaico la produzione pugliese di energia, al 31 dicembre 2022, supera i 2,2 GWp. Ma si guarda anche ad altre fonti. L'ultimo bando per l'idrogeno, nel quale era previsto un consistente aiuto di Stato per l'investimento, ha messo ulteriormente in evidenza che, a livello territoriale, esiste una visione di futuro orientata alla produzione energetica sostenibile: in Puglia il primato delle domande presentate con 27 richieste di avvio di nuovi impianti contro le 13 della Lombardia, punto di riferimento nazionale per struttura industriale. Proprio la dimensione del sistema industriale rappresenta il primo ostacolo: in una regione il cui impianto industriale è caratterizzato in prevalenza da piccole medie imprese, il rischio d'impresa, in un settore il cui futuro mercato è ancora fortemente incerto, è troppo alto da sostenere. A questo si aggiungono una macchina burocratica lenta e la mutevolezza delle norme, tanto a livello regionale quanto nazionale.

Il commento

«Anche il discorso dell'idrogeno sta prendendo piede nella nostra Regione - commenta Arturo De Risi, professore ordinario presso il dipartimento di ingegneria dell'innovazione di Unisalento e presidente del Ditne, distretto nazionale tecnologico sull'energia. Per quanto riguarda la transizione green, a livello di potenza installata siamo ancora primi in Italia ed in previsione ci sono altri importanti investimenti. Da poco la Lombardia ci ha superato come numero di impianti ma manteniamo il primato per energia prodotta, considerato il clima ben più soleggiato. Certo in generale l'Italia non è ancora al passo con gli obiettivi fissati ma la Puglia è più avanti di altri territori». Le difficoltà maggiori, quando si arriva all'atto pratico del processo di riconversione, sono legate alle dimensioni delle aziende e all'elevato rischio degli investimenti. «Per il mercato delle rinnovabili ci sono più certezze, le aziende ormai investono più facilmente e c'è una maggiore crescita; per l'idrogeno invece il quadro futuro è meno chiaro e si investe meno. Il problema non è di mezzi o di mentalità ma piuttosto di dimensione del tessuto imprenditoriale: un'azienda piccola o micro non può permettersi operazioni ad alto rischio. Quando si parla di energia ci si riferisce ad interventi costosi: mettere su, ad esempio, una linea di elettrolizzatori è molto rischioso, considerato che non si conosce quale sarà il mercato, quali incentivi ci saranno; un investimento di qualche milione di euro per una piccola azienda è l'investimento della vita. Questo tessuto industriale fatto di Pmi ha dunque un problema nel precorrere i tempi ma c'è tanta volontà di farlo. Ed è stato chiaro nell'ultimo bando per l'idrogeno in cui in Puglia sono state raccolte 27 domande proprio perché parte del rischio era abbattuto dall'aiuto pubblico. La Lombardia, emblema dei riferimenti industriali, è stata seconda con 13». Aggiunge De Risi «A queste difficoltà si aggiungono poi una burocrazia lenta, per autorizzare un impianto passano almeno due anni, e un contesto non ancora del tutto definito che varia di continuo tanto a livello di Governo centrale che regionale, creando dunque un ritardo nell'avviare investimenti. Nelle more di un quadro normativo e autorizzativo chiaro per tutti, chi ora potrebbe fare i giochi sulla rivoluzione green sono soprattutto le grandi imprese che possono rischiare un po' di più rispetto alle Pmi».

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