Compensazioni, l'ira di Fontana: «Incapaci»

Compensazioni, l'ira di Fontana: «Incapaci»
Compensazioni, l'ira di Fontana: «Incapaci»
di Paola ANCORA
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Giovedì 21 Dicembre 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 22 Dicembre, 12:51

Compensazioni energetiche, il braccio di ferro fra Governo e Regione è appena cominciato. E se la Giunta - in particolare l’assessore Alessandro Delli Noci che ha fortemente voluto la norma - per il momento tace in attesa di leggere, nero su bianco, i motivi dell'impugnativa deliberata dall’Esecutivo, partiti e associazioni di categoria si schierano pro o contro l’iniziativa regionale, ovvero quella legge sulle compensazioni energetiche approvata all’unanimità e che mira a garantire un ristoro ai territori che ospitano o ospiteranno impianti di produzione di energia

La legge


La legge pugliese altro non fa che applicare in Puglia i principi già fissati dalla legge statale 239 del 2004, la cosiddetta legge Marzano, in base alla quale «le Regioni e gli enti locali territorialmente interessati alla localizzazione di nuove infrastrutture energetiche (...) hanno il diritto di stipulare accordi con i proponenti» per ottenere le compensazioni. Dopo un lungo confronto con il Governo - confronto servito a fugare dubbi e criticità che il ministero dell’Ambiente aveva sollevato all’indomani della prima stesura della norma - la legge è approdata in Consiglio regionale, dove è stata emendata, su proposta proprio di Delli Noci. Cosa prevede il testo entrato in vigore? Prevede che le compensazioni valgano non solo per i nuovi impianti, ma che nel caso delle aziende operanti nel settore del gas valgano anche per gli impianti esistenti. Tali aziende dovranno pagare un contributo calcolato fino al 3% del valore commerciale del gas trasportato. E questo contributo, stimato in svariati milioni di euro all’anno, sarà poi usato per applicare uno sconto direttamente in bolletta a tutti i pugliesi, imprese incluse. Dunque la norma incide non solo sugli impianti futuri, ma anche su quelli esistenti, a partire dal Tap, il gasdotto che dall’Azerbaijgian porta il gas fino a San Foca, nel Salento e da qui a tutto il Paese.
Il Governo ritiene che la legge pugliese violi la Costituzione e sotto molteplici profili. Sicuramente l’articolo 117, che definisce le materie di legislazione concorrente o esclusiva per Stato e Regioni e poi il 41 sulla libera iniziativa imprenditoriale. La legge pugliese sulle compensazioni, secondo il Governo Meloni, violerebbe anche il principio del legittimo affidamento, in base al quale - per semplificare - non si possono cambiare le regole in corsa, come in questo caso chiedendo un “contributo” non previsto inizialmente. 

Certo è che il serrato confronto avviato dalla Regione per superare i rilievi iniziali del Governo non è servito a nulla. «Ma io - commenta Fabiano Amati, commissario regionale e consigliere regionale di Azione - sono contento che la norma sia stata impugnata, perché così si farà chiarezza.

La Corte costituzionale non è un covo di eversori, è giusto chiederle cosa ne pensa». Amati è convinto che la legge Marzano possa essere applicata agli impianti già realizzati e al gas trasportato a partire dall’entrata in vigore della nuova legge. «Altrimenti - dice - la “Marzano” non avrebbe alcun senso. Se il Governo non è d’accordo con questa lettura, abroghi la “Marzano”. Perché non lo fa? Noi amministratori pubblici siamo chiamati a fare gli interessi dei pugliesi, di tutti coloro che pagano le bollette, compresi gli industriali».

Confindustria

Il riferimento è anche al presidente di Confindustria Puglia, Sergio Fontana che, saputo dell’impugnativa del Governo, è sbottato: «Sono degli incapaci, li avevamo avvisati».
L’associazione, infatti, aveva espresso svariate perplessità sull’impianto della legge relativa alle compensazioni, sia nella prima che nella seconda stesura. «Nessuno ci ha dato retta - prosegue Fontana - ma abbiamo sempre sostenuto che quella norma è incostituzionale. Ora vadano pure avanti e prendano anche questa batosta dalla Consulta, perché la verità è che hanno legiferato male, quella legge è fatta con i piedi e sinceramente, da cittadino, non mi fa piacere. Se la prenderanno con il Governo, con la fortuna, ma è solo con loro stessi che devono prendersela - incalza il presidente -. Personalmente, mi auguro apportino le modifiche necessarie, evitando un’inutile e fastidiosa perdita di tempo e denaro. Se avessimo applicato per tempo la “Marzano” avremmo già ottenuto un notevole vantaggio. Invece qui sforniamo leggi fatte male e proposte di trattamento di fine mandato, si deve cambiare passo e pensare all’interesse reale dei pugliesi». 
Un interesse che per Amati non è stato considerato non adesso, ma quando sul tavolo delle trattative con Tap si potevano giocare ben altre carte, ovvero prima della realizzazione del gasdotto. In quel caso, però, «siamo stati sommersi da una generalizzata idiozia no Tap - aggiunge Amati - e ora ci ritroviamo a questo punto». Dalle file del Partito democratico, il capogruppo in Consiglio regionale Filippo Caracciolo se la prende, invece, con il Governo, tacciato di avere «un atteggiamento miope: ha impugnato una norma che concede una opportunità alla Puglia e ai pugliesi. Si vede che è cominciata la campagna elettorale che ci porterà alle Europee e poi alle Regionali». 
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