«Parchi eolici offshore avanti con la Via a Roma. Modifiche? Sì, se coerenti»

«Parchi eolici offshore avanti con la Via a Roma. Modifiche? Sì, se coerenti»
di Francesco G. GIOFFREDI
6 Minuti di Lettura
Domenica 10 Marzo 2024, 20:28

Due parchi da 90 e 78 turbine al largo delle coste brindisine e salentine, per un investimento da oltre 7,5 miliardi. Cercando, ora, di accelerare nella lunga marcia verso le autorizzazioni. Kseniia Balanda, direttore generale del partenariato Renantis-BlueFloat Energy, rilancia la scommessa dell’eolico offshore. In un contesto nazionale ed europeo quantomeno fluido, tra corsa all’approvvigionamento energetico, spinta a diversificazione e sostenibilità, confronto serrato con i territori.


L’iter della Via per il progetto Odra, nel Salento, è già stato avviato. Quando partirà anche per Kailia, al largo della costa brindisina?
«Prevediamo di depositare la documentazione presso i ministeri competenti la settimana prossima».
Il cronoprogramma cosa prevede? Quando il termine delle due Via? E l’avvio dei lavori?
«Confidiamo di ottenere parere positivo tra la fine del 2024 e la prima parte del 2025, dopodiché si potrà chiudere il procedimento per l’Autorizzazione unica. La cantierizzazione è prevista tra il 2026 e il 2027, per iniziare a produrre energia entro la fine di questa decade».
Il rapporto con i territori, soprattutto nel Salento, è stato finora all’insegna della vivace dialettica. Non poche perplessità sono state espresse, a cominciare dalla distanza delle turbine dalla costa. Anche durante la fase Via, ed eventualmente dopo un doppio esito positivo, continuerete il confronto?
«Il confronto coi territori è parte integrante del nostro dna, sin dal 2021 abbiamo condotto il cosiddetto scoping, una fase preliminare volontaria di ascolto con l’obiettivo di definire al meglio i contenuti dello Studio di impatto ambientale. Anche nell’attuale fase di Via c’è la possibilità di proporre osservazioni ed è nostra ferma volontà di proseguire l’interlocuzione con gli stakeholder che hanno voglia di ascoltarci e di confrontarsi senza pregiudizi. I benefici apportati dai due parchi eolici marini, sia da un punto di vista energetico che ambientale, economico ed occupazionale, sono di gran lunga superiori ai presunti impatti negativi su cui, in ogni caso, siamo sempre pronti a discutere in modo costruttivo».
Tuttavia, i timori di un impatto negativo sul turismo restano.
«Il settore turistico non subirà alcun danno.

Una ricerca condotta nel 2022 da Swg ha confermato che il 94% dei turisti che prediligono il Salento come destinazione, confermerebbe la propria scelta anche in presenza di impianti eolici. Né va dimenticato che c’è una fetta crescente di turismo ecoresponsabile molto più ben disposto nei confronti delle località che ospitano impianti a fonti rinnovabili».


Altro timore: una sottostazione a Porto Badisco per l’impianto Odra, di grande impatto sulla scogliera.
«Non è così. Intanto va detto che la scelta della località di approdo ha tenuto conto del fatto che nell’area non ci sono vincoli ambientali e che non ci siano interferenze con zone di pregio. Secondo, nessun manufatto sarà visibile a La Fraula dal momento che la tecnologia che verrà utilizzata consente di realizzare le opere completamente in sotterraneo; inoltre, le opere elettriche che connetteranno l’impianto a largo con la terraferma a La Fraula saranno completamente interrate, e i cavi posati saranno schermati». 
Nel caso di Odra, la distanza minima dalla costa è stata aumentata del 30% proprio dopo il dialogo con il territorio. Siete aperti ad altre modifiche progettuali, che potrebbero essere sollecitate in fase Via?
«I due progetti sono stati elaborati sulla base delle migliori tecnologie esistenti, considerate le particolari caratteristiche morfologiche e batimetriche dei fondali di quelle coste. Tuttavia, eventuali ulteriori modifiche migliorative dei progetti, se coerenti con le tecnologie esistenti, i tempi previsti e la sostenibilità economica, saranno sicuramente prese in considerazione, e le proporremo volontariamente».


Le ricadute economiche, che pure ci saranno, sono di difficile misurazione. Come sottolineato da un report del Forum Ambrosetti, "il sistema industriale italiano non ha un’adeguata capacità organizzativa e produttiva per lo sviluppo di eolico offshore galleggiante". Avete già sondato le filiere locali? O sarà necessario rivolgersi a imprese non pugliesi?
«La tecnologia dell’eolico marino galleggiante è una grande occasione di sviluppo industriale e crescita economica. Sviluppare una filiera locale è uno dei nostri obiettivi, per questo abbiamo già realizzato un evento a Brindisi e sono attive costanti interlocuzioni con le altre Confindustria. Saranno necessarie migliaia di lavoratori, numerose imprese e competenze specifiche; noi vogliamo coinvolgere quanto più possibile le imprese pugliesi e ricorreremo ad altre aziende solo per le attività che gli operatori locali non riusciranno a coprire».
L'energia dei due parchi eolici potrà essere utilizzata per produrre idrogeno verde: 80 e 90 mila tonnellate all’anno. La filiera nazionale e territoriale dell'idrogeno ancora non decolla, le hydrogen valley sono all'anno zero. Un’opportunità sprecata?
«Gli investimenti nel settore sono significativi e i progetti presentati per la Puglia hanno ricevuto importanti finanziamenti. Gli ultimi tempi sono stati caratterizzati da mutamenti tecnologici rapidi e impensabili fino a pochi anni fa e confidiamo che si riesca a cogliere questa opportunità».
La Puglia è un Eldorado per l'eolico offshore. Si rischia il sovraffollamento senza adeguata pianificazione?
«Assolutamente no. Per due ragioni: la prima è che già arrivare a presentare la domanda di Via comporta un notevole impegno economico che non tutti sono in grado di sostenere; la seconda riguarda il fatto che con le prime aste per l’assegnazione dei contratti i proponenti saranno chiamati anche a dare garanzie finanziarie. Per questo, anche alla luce del fatto che gli investimenti per sviluppare ciascun parco sono dell’ordine dei miliardi di euro, ci sarà una “selezione naturale” e solo impianti proposti da società solide dal punto di vista finanziario verranno realizzati».
Il decreto sulle aree idonee fissa target ambiziosi di produzione di energia da Fer per la Puglia: 7,3 Gwh di nuove installazioni al 2030, per un totale di 13,7 Gwh. E’ un obiettivo realistico?
«Dal nostro punto di vista per raggiungere un obiettivo così sfidante è imprescindibile ricorrere alla tecnologia dell’eolico offshore. La Puglia dovrebbe aumentare del 50% la crescita tendenziale registrata nel biennio 2021-2022 per raggiungere i 13,7 gigawatt da fonti rinnovabili; dunque, il ricorso all’eolico galleggiante appare imprescindibile». 
E poi c'è il Piano energetico regionale, ancora in corso di elaborazione. La Puglia, è la tesi in Regione, esporta energia: produce per 34.400 Gwh (dato 2022) e consuma 15.900 Gwh. Insomma, il sottotesto è: abbiamo già dato.
«È vero, ma la produzione energetica deve essere valutata nell’ottica del sistema Paese. È necessario utilizzare tutte le risorse rinnovabili che un territorio offre: e il vento che soffia al largo delle coste pugliesi è una di queste. Se vogliamo che anche l’industria sia davvero decarbonizzata, investire sugli impianti eolici offshore è l’unica strada».
L'Italia sta puntando adeguatamente sull’eolico marino galleggiante? 
«Il nostro Paese ha tutte le carte in regola per attrarre cospicui investimenti su questa tecnologia; con i suoi oltre 8 mila chilometri di costa è, anzi, il candidato perfetto. Per questo crediamo che questa tecnologia meriti obiettivi più ambiziosi, che dovrebbero essere pari ad almeno 20 Gw di potenza installata al 2050. Poi occorre definire le regole del gioco. Ci troviamo in un contesto globale in cui gli investitori vanno dove trovano le migliori condizioni di investimento, condizioni che in questo momento in Italia non ci sono ancora perché manca lo strumento necessario, ossia un meccanismo di tariffe competitive. In Italia da circa quattro anni attendiamo la pubblicazione del decreto FER2 e occorre accelerare». 
© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA