Conte da Vespa in masseria gela il Pd: «Un'alleanza? Fuori luogo»

Conte da Vespa in masseria gela il Pd: «Un'alleanza? Fuori luogo»
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Domenica 11 Giugno 2023, 20:59 - Ultimo aggiornamento: 21:02

 Agguerrito contro l'invio di altre armi a Kiev e ferocemente convinto che non si possa offrire al presidente ucraino una cambiale in bianco sulla pace che verrà, perché sia fatta "come e quando vuole lui". Pacifista sì ma non putiniano, Giuseppe Conte si scalda sulla guerra in Ucraina e si intesta di fatto la leadership dell'opposizione, alla guida di un Movimento che è l'unica forza - rivendica con orgoglio - a opporsi nei fatti, e nei voti in Aula, alla linea del governo sul conflitto.

No all'alleanza con il Pd

Altro che il Pd di Elly Schlein, a cui non attribuisce alcuna svolta rispetto a Kiev. In realtà non la esclude in futuro ma intanto chiude la porta a "un'alleanza organica": "Oggi è fuori luogo", dice gelando gli alleati.

L'ex avvocato del popolo fa la sua 'arringà nella masseria di Bruno Vespa a Manduria, nel Salento jonico, dove accetta (»volentieri«) l'invito del padrone di casa. È l'unico ospite di opposizione della quarta edizione della rassegna (a parte il governatore pugliese Michele Emiliano del Pd) e lo fa notare. "Lei comprenderà: non potevo lasciare che fosse consegnata ai posteri una visione edulcorata e distorta del Paese", ammicca al giornalista Rai.

I ritardi sul Pnrr

La sua intervista chiude la manifestazione che ha visto la premier Giorgia Meloni e otto ministri (su 15) salire sul palco allestito all'aperto, vista vigneti di famiglia. In mattinata apre un altro pugliese, l'ex governatore e ora 'dominus' del Pnrr, Raffaele Fitto. Ma se il ministro smonta le critiche sui ritardi nell'attuazione del Piano, Conte le evidenzia. E respinge, col tono seccato, le accuse che la premier avrebbe rivolto a lui e a Mario Draghi in una cena riservatissima proprio a casa Vespa, giovedì scorso. Conte se la prende pure con l'intervistatore, che nega il retroscena: "Ma lei era presente al capannello?", gli chiede. L'ex premier contesta pure »l'arroganza« del governo che non accetterebbe il confronto, dimenticando che »il Pnrr non è di Conte o di Meloni ma il piano di rilancio del Paese«.

I migranti

Poi smonta l'accordo europeo sui migranti (Non ci sono veri passi avanti, sono state accolte solo le istanze di Germania e Olanda che temono i movimenti secondari), accusa Palazzo Chigi di rimangiarsi quanto da lui fatto per l'ex Ilva e oggi del »disastro« sull'inflazione, il caro affitti e il caro mutui. Ma è proprio su alcune battaglie sociali che riconosce la »convergenza« con il Pd di Schlein. Ad esempio sul salario minimo legale, vecchia battaglia del M5s, o sul precariato: la segretaria »si sta smarcando dal Pd renziano del Jobs act e sono ben contento«. 

Le dichiarazioni sull'ex Ilva

«La svolta che abbiamo impresso con il mio governo se la stanno ora rimangiando». Lo ha detto l'ex presidente del Consiglio e leader del Movimento Cinque Stelle Giuseppe Conte, parlando con i giornalisti a Manduria, in provincia di Taranto, e rispondendo a margine di una intervista di Bruno Vespa nell'ambito del Forum in Masseria, a una domanda sulla posizione del Movimento Cinque Stelle a proposito dello stabilimento siderurgico ex Ilva del capoluogo jonico e sulla contrarietà della sua parte politica alla proroga dell'Autorizzazione integrata ambientale (Aia). «Sull'ex Ilva ho rispetto per il governo che è venuto qui a dire che dal punto di vista industriale stanno facendo tantissimo - ha aggiunto - però nel decreto 'grandi impresè hanno appostato 680 milioni di finanziamento neppure condizionati al rispetto della transizione energetica che a Taranto chiedono da tempo. Hanno concesso lo scudo penale agli amministratori che io mi sono rifiutato di concedere e quindi si stanno piegando - ha sottolineato Conte- adesso si piegheranno anche sull'Aia dove ci stanno chiedendo di continuare, anzi di incrementare la produzione del fossile da carbone. Allora qual è la visione del governo? Ritornare al fossile? All'Ilva si porta di nuovo a 8 milioni di tonnellate la produzione di acciaio da carbone. Allora ritorniamo indietro agli anni ottanta però poi non dobbiamo lamentarci - ha concluso - se i politici non vanno più a Taranto perché quella è una popolazione sofferente da decenni».

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