Trattamento fine mandato, il fronte del sì. Il consigliere Tupputi: «C’è un patto da rispettare. E non siamo una casta»

Trattamento fine mandato, il fronte del sì. Il consigliere Tupputi: «C’è un patto da rispettare. E non siamo una casta»
di Paola ANCORA
3 Minuti di Lettura
Venerdì 21 Luglio 2023, 09:50

Consigliere Giuseppe Tupputi, lei è fra coloro che sono apertamente favorevoli alla reintroduzione del Trattamento di fine mandato. È corretto?
«Mi scusi, ma la domanda è posta male. Il partito di cui faccio parte ha firmato un accordo di maggioranza con il quale ci si dice, insieme, favorevoli al Trattamento di fine mandato. Se poi qualcuno ha disatteso quell’accordo...“Con” rispetta i patti e non verrà meno all’impegno assunto».

Con chi ce l’ha, con il Movimento Cinque Stelle?
«Soltanto loro si sono chiamati fuori da un patto che avevano condiviso e sottoscritto».

E lei come se lo spiega? Cosa vi hanno detto?
«Personalmente preferisco guardare i fatti di casa mia.

Non mi intrometto».

Tupputi perché lei ritiene giusto reintrodurre il Tfm?
«Noi di “Con” siamo favorevoli, anche perché se un consigliere volesse successivamente rinunciare a questo pseudo beneficio potrebbe farlo. Tutte le Regioni lo hanno reintrodotto, il Senato ha stabilito che verrà nuovamente pagato il vitalizio. Non c’è nulla di anomalo».

Perché lo chiama «pseudo beneficio»? Oltre 40 associazioni hanno scritto al presidente Emiliano per chiedere che non venga reintrodotto. 
«Perché non si dice mai che ci sono consiglieri costretti ad andare in aspettativa non retribuita per svolgere il loro ruolo istituzionale e perdono quindi il Trattamento di fine rapporto aziendale (Tfr). Qualcuno parla di casta, ma non è affatto così. La legge prevede che tutti i lavoratori conseguano il Tfr e, dunque, per chi è chiamato a rappresentare un’istituzione pubblica si dovrebbe, secondo me, persino aprire una riflessione dal punto di vista delle previsioni costituzionali. In Puglia ristabiliremo il Trattamento di fine mandato da un punto di vista legislativo, poi chiunque vorrà potrà rinunciarvi. E staremo ben attenti a controllare chi voterà pro o contro in Consiglio e chi, successivamente, beneficerà del Tfm».

Cosa si aspetta? Pensa che i contrari, anziché rinunciare, poi passino all’incasso? Al momento nessuno è apertamente contrario: Azione e il centrodestra sono fermi alla finestra. 
«Potrebbe essere che accada quel che lei dice, sì».


Senta, chi fra i consiglieri è in aspettativa non retribuita?
«Io, per esempio. Sono funzionario di una municipalizzata, la Barsa di Barletta. L’aspettativa è stata peraltro una mia scelta, perché da un punto di vista prettamente lavorativo era inconcepibile fare entrambe le cose, anche se la legge me lo avrebbe permesso, non c’era incompatibilità. E io, in questi anni, non ho maturato alcun Tfr».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA