In Consiglio regionale lavori bloccati da liti e prove di forza

In Consiglio regionale lavori bloccati da liti e prove di forza
di Alessandra LUPO
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Giovedì 5 Ottobre 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 13:18

Dopo lo scontro in Consiglio regionale che ha coinvolto anche la presidente Loredana Capone, rintuzzata da destra e da sinistra sulla conduzione dei lavori in Aula e sulla irregolarità delle Commissioni scadute, ieri è arrivata la nota ufficiale della presidenza che sollecita i gruppi a fornire le nuove indicazioni. Entro il 17 ottobre, infatti, i capigruppo dovranno fornire le indicazioni sui membri di ognuna delle sette commissioni, da statuto scadute lo scorso 30 giugno. La questione, tenuta sotto traccia finché è stato possibile, farà venire al pettine il nodo dei nuovi equilibri in assemblea. I vari componenti, poi, dovranno eleggere presidenti, vicepresidenti e segretario, sulla base di accordi e competenze.

Il quadro

Per i più, pur essendo passato dal Pd in Azione, il presidente della commissione Bilancio, Fabiano Amati, resterà al suo posto. Da una parte per la diffusa opinione che abbia svolto un buon lavoro. Dall’altra per rafforzare il ritrovato feeling con la maggioranza. Un feeling da tenere vivo in vista delle comunali ma che è stato messo a dura prova nell’ultimo Consiglio quando la legge sulle compensazioni energetiche è stata rinviata proprio per il mancato accordo tra l’assessore all’energia Alessandro Delli Noci e Azione. Per non parlare della discussione fiume sulla legge, sempre di Amati, sulle liste d’attesa che ha visto sfilarsi anche diversi degli originari firmatari e ha portato alla polemica infuocata con l’assessore alla Sanità Rocco Palese che gli ha dato del “buffone”.
Sulle commissioni, nei giorni scorsi, era arrivata la sollecitazione chiara della consigliera Pd Lucia Parchitelli, che chiedeva una rimodulazione con più donne. Ma dalla stessa maggioranza i civici di Con, er bocca del capogruppo Giuseppe Tupputi, avevano ribattuto «prima la competenza».

La Sanità


C’è poi il capitolo sanità che attraversa il Consiglio, con le voci (poi smentite) delle dimissioni di Rocco Palese richieste dal Pd, il malumore sulle leggi in attesa e la generale inconcludenza dell’assemblea negli ultimi cinque mesi. Per l’opposizione la questione è chiara: «I lavori vanno a rilento da tempo - spiega il capogruppo di Forza Italia, Paride Mazzotta - il fatto che ci siano fratture all’interno della maggioranza è emerso con chiarezza prima sulle compensazioni su cui non si trova la quadra e poi sulle liste d’attesa, che hanno visto il tutti contro tutti in una seduta fiume che ha approvato un solo punto all’ordine del giorno. Il tutto a scapito dei pugliesi». Ancora più dura Antonella Laricchia. La consigliera, unica del M5s a non essere in maggioranza, è in congedo di maternità ma dall’esterno rincara la dose: «Questo Consiglio rappresenta l’intera legislatura in cui Emiliano, avendo allargato a dismisura la sua maggioranza, non riesce ad arrivare ad alcuna conclusione. Sembra un paradosso ma non lo è , perché la maggioranza non si tiene insieme con i numeri ma con le visioni e qui la visione non c’è. C’è solo un calcolo numerico ed elettorale in cui a guadagnarsi sono le solite logiche di potere e perderci sono i pugliesi. Avrei tanto voluto che il M5s si sottraesse a queste logiche ma in questa legislatura la gran parte ci è cascata». Più conciliante e possibilista la visione di Donato Metallo. Il consigliere Pd, tra i promotori con Tutolo e Paolicelli della legge Tutolo sulle assunzioni (unico risultato del Consiglio del 3 ottobre), ammette: «È un Consiglio a marce ridotte e che ha bisogno di un cambio di passo. Ci sono leggi che vanno approvate - conclude Metallo - e serve un maggiore dialogo per trovare una direzione unitaria». Ancora più morbido è Mauro Vizzino, dei Popolari con Emiliano che invoca un’azione decisa da parte del presidente: «Al momento non stiamo facendo riunioni di maggioranza che ci consentirebbero di stabilire quali sono le posizioni che restano e quelle che vanne cambiate - spiega il Consigliere -. Le leggi a rilento? Quella sulle liste d’attesa non era stata discussa in commissione dove bisognava risolvere alcuni problemi, io ero tra i firmatari ma non potevamo votarla com’era. Oggi - prosegue il consigliere - è fondamentale avere una guida perché le sedute di Consiglio andate male sono state quelli senza il presidente, che ci auguriamo torni al più presto dopo aver risolto i suoi problemi di salute». 
Di certo c’è che la prossima seduta, fissata per il 17, sarebbe dovuta servire ad approvare la legge sull’omotransfobia in attesa da anni. E invece dovrà ereditare la mole di questioni rimaste irrisolte. 
Ieri intanto, dopo un altro rinvio in commissione delle nomine Corecom, su cui è stata chiesta una verifica di compatibilità su alcuni nomi in gara, una prima buona notizia è arrivata dalla commissione Lavoro.

Dal primo novembre infatti partirà il nuovo appalto per i servizi di custodia, guardiania e portierato che finirono al centro della bufera per i 3,90 all’ora. Con il contratto passato da servizi fiduciaria multiservizi il trattamento economico sarà adeguato. E il resto dovrebbe farlo la legge regionale sul salario minimo in Regione, che presto o tardi arriverà in Consiglio.

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