Il consiglio regionale della Puglia si oppone alla soppressione del Tar di Lecce

Il consiglio regionale della Puglia si oppone alla soppressione del Tar di Lecce
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Mercoledì 18 Giugno 2014, 18:34 - Ultimo aggiornamento: 18:35

BARI - Salviamo il Tar di Lecce: non si deve n tagliare n accorpare a Bari. Il Consiglio regionale della Puglia avvia una nuova campagna a difesa del sistema giudiziario in Puglia, che si aggiunge a quella già intrapresa contro la soppressione dei piccoli tribunali. È pronto un Ordine del giorno che chiede al governo regionale di impegnarsi presso ogni livello istituzionale affinchè il Governo nazionale mantenga in attività il Tribunale amministrativo leccese, rivedendo il decreto sulla semplificazione, che cala la scure sui Tar distaccati.

«Condivido l'iniziativa del collega Maniglio e il testo del documento che l'Ufficio di Presidenza del Consiglio farà proprio e sottoporrà all'approvazione dell'Aula nella seduta del 24 giugno», comunica il presidente dell'Assemblea, Onofrio Introna. La cancellazione del Tar di Lecce, che sopporta il maggior peso della giustizia amministrativa in Puglia servendo anche le province di Brindisi e Taranto, si tradurrebbe in un danno per gli operatori e i cittadini, senza risparmio - è detto in una nota - per le casse dello Stato.

Legali e utenti si dovrebbero spostare a Bari per i contenziosi, ma la cessazione dei locali leccesi consentirebbe un'economia di appena 25mila euro l'anno, perchè a tanto ammontano le spese d'affitto della sede. «Apriamo in Puglia una nuova pagina per una giustizia a misura di giustizia - osserva Introna - mentre siamo ancora in attesa di conoscere le determinazioni del ministro Orlando sulla riapertura dei tribunali minori soppressi, per i quali otto Amministrazioni comunali pugliesi si sono dichiarate disponibili a sostenere le spese, condizione prevista dalla legge 147/2013 per riattivare le sedi cancellate».

In risposta alla specifica richiesta dello stesso presidente del Consiglio regionale, otto (Andria, Barletta, Bitonto, Ginosa, Manfredonia, Putignano, Ostuni, Tricase) dei trentaquattro Comuni interessati alla soppressione delle sedi hanno infatti dichiarato formalmente il proprio sì a farsi carico degli oneri. Fin dal marzo scorso, Introna li ha sollecitamente girati al Guardasigilli e manca ora solo la convenzione tra il Ministero della Giustizia e la Regione Puglia, per consentire di tenere in attività gli uffici giudiziari.

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