Concessioni, in Cassazione tutto da rivedere: Procura generale al fianco dei balneari

Concessioni, in Cassazione tutto da rivedere: Procura generale al fianco dei balneari
di Maurizio TARANTINO
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Giovedì 12 Ottobre 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 14 Ottobre, 12:07

La Procura generale della Cassazione ha proposto l’accoglimento del ricorso presentato dal Sindacato Italiano Balneari. L’istanza punta ad annullare le sentenze dell’adunanza plenaria del Consiglio di Stato che a novembre 2021 hanno annullato la proroga delle concessioni balneari al 2033 e definito il termine perentorio per la scadenza degli affidamenti cioè il 31 dicembre 2023. Un fatto «positivo» secondo il Sib che fa ben sperare nell’accoglimento del ricorso da parte della Suprema Corte di Cassazione che il 24 ottobre prossimo sarà chiamata proprio a discutere sul tema. «È stato detto e ripetuto: il Consiglio di Stato, con queste sentenze in un eccesso di giurisdizione, si è sostituito al legislatore, alla Corte costituzionale e persino alla Corte di giustizia dell’Unione europea -ha precisato il presidente del Sib Antonio Capacchione-. Era pertanto non solo opportuna, ma anche doverosa l’impugnativa davanti all’organo giudiziario superiore, costituito dalla corte di Cassazione a sezioni unite. Lo abbiamo fatto con il convinto patrocinio di autorevoli giuristi come la professoressa Maria Alessandra Sandulli e il professore Romano Vaccarella».

I rilievi

Il SIB aveva rilevato che l’Adunanza plenaria aveva dichiarato inammissibili tutti gli interventi senza procedere ad alcun esame in concreto delle norme statutarie delle associazioni intervenute, e in particolare del sindacato ricorrente, ritenendo che il giudizio si riferisse al divieto di proroga di una singola concessione, ledendo eventualmente solo l’interesse del singolo, «senza opporsi in via immediata sulle finalità istituzionali delle associazioni».

Secondo l’avvocato generale Renato Finocchi Ghersi si tratta di una «generalizzata ed astratta conclusione che costituisce un “arretramento rispetto ad una materia che può formare oggetto di cognizione giurisdizionale”, che in base ai principi affermati dalla giurisprudenza delle Sezioni unite configura un vizio di eccesso di potere giurisdizionale». Da qui l’accoglimento del primo motivo del ricorso Sib.

L'antefatto

Tutto era nato dal contenzioso riguardante il comune di Ginosa che aveva autonomamente deciso di estendere la proroga delle proprie concessioni al 2033 come deciso dal Governo Conte, ordinanza dichiarata illegittima in base alla sentenza plenaria del Consiglio di Stato del 2021. La Corte di Giustizia europea chiamata a esprimersi dall’Autorità italiana Garante della concorrenza e del mercato sul comune pugliese di Ginosa aveva chiaramente affermato che le spiagge italiane non possono essere soggette ad un rinnovo automatico, ma devono passare attraverso una procedura di messa a gara trasparente. Il Tar di Lecce ha quindi deciso di aspettare gli esiti del tavolo, cioè la verifica dei dati sulla scarsità della risorsa nei litorali italiani come proposto proprio dagli avvocati del Sib. Intanto si ragiona su come procedere, dopo la raccolta dei dati sulla ricognizione effettuata sui litorali, per il confronto con la Commissione europea. Il tavolo tecnico istituito dalla Presidenza del Consiglio ha messo nero su bianco che la «risorsa non è scarsa», le spiagge in concessione o con domande pendenti occupano solo il 33% delle aree disponibili sul territorio nazionale, mentre il restante 67% potrebbe essere utilizzato per affiancare ai vecchi concessionari, nuovi imprenditori, superando in questo modo la direttiva Bolkestein. L’articolo 12 infatti prevede che si debba andare a gare solo in caso di beni con una ridotta fruizione: la delegazione del Tavolo a cui hanno partecipato funzionari ministeriali e associazioni di categoria chiederà all’Unione Europea di procedere con bandi aggiuntivi, forte della percentuale di aree concedibili a disposizione. Il punto però non è così lineare.

La mappatura

La mappatura ha previsto l’inserimento, nel calcolo complessivo, di parti di scogliere o zone in erosione che dovranno necessariamente essere escluse a posteriori. Poi c’è da assimilare le leggi regionali, visto che sulla materia esistono disposizioni locali che prevedono un tot di spiaggia libera da non dare in concessione. Per questo il testo dovrà essere discusso in Conferenza Unificata e poi solo successivamente trasferito a Bruxelles. In ogni caso, se il report fosse valutato insufficiente e poco organico, considerato che è stato realizzato in poche settimane sfruttando il vecchio sistema Sid che fa capo al Ministero delle Infrastrutture e non il Siconbep, istituito con la legge concorrenza del 2022, l’intendimento del Governo sarebbe quello di puntare ad un intervento normativo a fine anno in cui, con un emendamento di bilancio, per prevedere nuove gare in cui però sarebbero premiati i vecchi concessionari con punteggi più alti che valorizzerebbero gli interventi migliorativi realizzati in questi anni. Una soluzione da portare avanti con attenzione, per non incappare in un diniego ulteriore sempre da parte della Commissione per il mancato rispetto della concorrenza come avvenuto in altri paesi europei come il Portogallo che ha lo stesso tipo di problema per quanto riguarda la messa a bando delle le concessioni balneari.

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