Divorzio in un solo giorno, via libera della Cassazione: la domanda e i documenti, ecco come sarà possibile

Stop all’attesa di 6 mesi tra separazione e addio definitivo: basterà un unico atto. La Suprema Corte ha chiarito i dubbi dei tribunali: la norma si può applicare

Divorzio in un solo giorno, via libera della Cassazione: domanda e documenti, ecco come sarà possibile
Divorzio in un solo giorno, via libera della Cassazione: domanda e documenti, ecco come sarà possibile
di Michela Allegri
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Mercoledì 18 Ottobre 2023, 12:35

 Separarsi e divorziare in una sola soluzione, con un procedimento unico, che significa velocizzare i passaggi burocratici, pagare una sola vola l’avvocato e anche il contributo unificato. È stato stabilito dalla riforma Cartabia per snellire le cause, smaltire gli arretrati ed evitare un doppio conflitto tra coniugi in rotta. Una novità in vigore da febbraio e applicata in diversi tribunali, ma avversata da alcuni giudici. Ora sul punto è intervenuta la Cassazione: la Suprema Corte ha stabilito che le ormai ex coppie possano presentare una domanda congiunta e cumulativa per separazione e divorzio, in modo da avviare lo scioglimento del matrimonio con uno scenario di maggiore stabilità degli accordi, scongiurando doppi conflitti e stravolgimenti successivi. 

Il testo

In una sentenza di due giorni fa gli ermellini hanno affermato il principio per cui «in tema di crisi familiare è ammissibile il ricorso dei coniugi proposto con domanda congiunta e cumulata di separazione e di scioglimento o cessazione degli effetti civili del matrimonio». Una decisione che per l’Organismo congressuale forense suscita «viva soddisfazione per l’intervento tempestivo della Corte di Cassazione, che pone fine alla difformità di pronunce di merito ristabilendo un criterio univoco di interpretazione».

Il verdetto della I sezione civile è stato sollecitato dal tribunale di Treviso, che si era rivolto ai magistrati chiedendo indicazioni in sede di legittimità «per la risoluzione di una questione di diritto che presenta gravi difficoltà interpretative».

La sentenza

L’Organismo congressuale forense ha sottolineato che «all’indomani della entrata in vigore della riforma Cartabia, che ha introdotto la facoltà di proporre domanda cumulata di separazione e divorzio, si è assistito al proliferare di pronunce discordanti in vari Tribunali d’Italia: Treviso, Firenze, Genova, Milano, Vercelli, Lamezia Terme, Bari, Padova». Nel giugno scorso l’Ocf aveva chiesto al Ministero di chiarire la disciplina con un intervento normativo. Adesso ci ha pensato la Cassazione: con la sentenza di due giorni fa ha chiarito i dubbi interpretativi, permettendo un’applicazione univoca della normativa. 

La nuova legge

Fino all’entrata in vigore della riforma era necessario per gli ex coniugi firmare un accordo di separazione, aspettare sei mesi e poi tornare dall’avvocato. Dovevano riprendere le trattative - spesso spiacevoli e conflittuali - con l’ex, depositare un nuovo ricorso e attendere la sentenza. Con la nuova legge, invece, c’è la possibilità di raggiungere un unico accordo, trattando in una sola soluzione tutte le richieste e sottoscrivendo un singolo atto: saranno i giudici, in automatico, ad emettere la sentenza di divorzio una volta trascorsi i sei mesi. Una riforma pensata anche per accelerare i tempi di trattazione delle cause e per ridurre la mole dell’arretrato, passaggi fondamentali per rispettare gli obblighi assunti dall’Italia verso la Ue con il Pnrr.

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La domanda

Ma ecco come funziona la procedura. La domanda deve essere depositata con un ricorso e il richiedente deve dimostrare subito al giudice i mezzi di prova in suo possesso e i documenti che illustrano la propria condizione patrimoniale. Deve avvenire immediatamente la presentazione della dichiarazione dei redditi degli ultimi tre anni, dell’elenco dei beni di proprietà e delle quote societarie, ma anche degli estratti conto dei rapporti bancari e finanziari. In caso di omissioni, chi attesta il falso rischia la condanna al pagamento delle spese legali e anche ai danni in favore del coniuge.

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