Balneari, il Tar dopo la Cassazione: «Gli enti vadano avanti con le gare»

Balneari, il Tar dopo la Cassazione: «Gli enti vadano avanti con le gare»
di ​Paola ANCORA
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Domenica 17 Dicembre 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 18 Dicembre, 14:05

Rinvii, rimandi, braccio di ferro politici, ma sul nodo della questione balneari - ovvero la necessaria messa a bando delle concessioni demaniali imposta dall’Europa e dalle leggi sulla concorrenza - sono ancora una volta i giudici a esprimersi, quelli del Tar del Lazio. Che due giorni fa hanno respinto la richiesta di proroga inoltrata da un imprenditore balneare ribadendo la validità dei principi espressi dal Consiglio di Stato nella sentenza del 2021 cassata poi dalla Suprema Corte poco meno di un mese fa.

Il Tar Lazio

Per il Tar, infatti, la Cassazione non ha assolutamente intaccato l’impianto logico-giuridico seguito dal Consiglio di Stato, ma ha cassato la sentenza per vizi relativi al procedimento. “Sistemato” quello, insomma, la sostanza resta la stessa: le gare vanno fatte e le proroghe sono illegittime. 
I fatti.

Il Comune di Roma Capitale ha negato la proroga fino al 2033 della concessione demaniale marittima richiesta da un’impresa del litorale romano. Il ricorrente riteneva che il pronunciamento del Consiglio di Stato in adunanza plenaria non avesse più efficacia. Ma il Tar del Lazio ha ritenuto di uniformarsi «ai principi espressi dall’Adunanza Plenaria nonostante la recente pronuncia delle Sezioni unite della Corte di Cassazione». Perché con tale pronuncia la Suprema Corte ha chiarito che non si può escludere dal procedimento un portatore di interesse collettivo o un ente territoriale - quali erano il Sib e gli altri sindacati di categoria - «senza esaminare in concreto il contenuto dei loro statuti ovvero senza valutare la loro concreta capacità di farsi portatori degli interessi della collettività di riferimento».

La sentenza 

La sentenza, in esame, dunque - scrivono i giudici del Tar - «non ha affrontato il tema della proroga ex lege delle concessioni demaniali marittime, profilo assorbito dall’accoglimento del primo motivo di ricorso. Restano quindi fermi, ad avviso del Collegio, i principi espressi dall’Adunanza Plenaria, che riflettono gli orientamenti espressi dalla Corte di Giustizia europea e dalla consolidata giurisprudenza nazionale».
Il Tar del Lazio “blinda” il lavoro dei giudici amministrativi di secondo grado, anticipando quello che sarà, con ogni probabilmente, il nuovo pronunciamento del Consiglio di Stato e ribadendo che le proroghe automatiche sono illegittime e che - come scrisse l’Adunanza Plenaria - «non vi è dubbio che, nell’inerzia del legislatore, l’articolo 12 della direttiva 2006/123 (ovvero la Bolkestein, ndr) e i principi che essa richiama, tenendo anche conto di come essi sono stati più volti declinati dalla giurisprudenza europea e nazionale, già forniscono tutti gli elementi necessari per consentire alle Amministrazioni di bandire gare per il rilascio delle concessioni demaniali in questione, non applicando il regime di proroga ex lege».

Il comune di Lecce

Esattamente ciò che ha deciso di fare il Comune di Lecce.
L’amministrazione del sindaco Carlo Salvemini ha infatti approvato pochi giorni fa una delibera con la quale dà mandato di predisporre i bandi di gara per l’assegnazione di nuove porzioni di litorale e di aree già in concessione. Sono diversi soltanto i tempi: per le prime, che serviranno a dotare la costa leccese non solo di nuovi stabilimenti balneari, ma anche di chioschi, attività sportive e di presidio naturalistico come previsto dal Piano delle coste, i bandi andranno predisposti «preferibilmente entro febbraio». Per le seconde, invece, entro il mese di aprile. 
Il Governo, intanto, è alla finestra, impegnato in una negoziazione con l’Europa della quale, per ora, non trapela alcun passo avanti o novità. Resta ferma, invece, la scadenza di metà gennaio per la finalizzazione della procedura d’infrazione europea che l’Ue ha già avviato e che - questo è il rischio - saranno tutti i cittadini a pagare.
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