Concessioni demaniali, l’appello dei sindaci: «Linee guida dal Governo o l’impasse è inevitabile»

Concessioni demaniali, l’appello dei sindaci: «Linee guida dal Governo o l’impasse è inevitabile»
di Valeria BLANCO
5 Minuti di Lettura
Venerdì 15 Dicembre 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 16 Dicembre, 07:29


Mentre si avvicina inesorabile, per i titolari di lidi e stabilimenti balneari, la deadline del 31 dicembre 2023, che segna la “scadenza” delle concessioni demaniali, si registra anche la mancata emanazione, da parte del Governo, di linee guida o decreti legislativi che consentano ai Comuni di mettere a bando le concessioni utilizzando criteri omogenei su tutto il territorio nazionale. Naturale che gli enti si sentano lasciati soli a fronteggiare una situazione troppo complessa e se la maggior parte dei sindaci è attendista, nella speranza che qualche provvedimento governativo last minute possa fornire indirizzi entro la fine dell’anno, da più parti si alza anche un appello a fare presto nell’emanazione delle linee guida, per togliere i primi cittadini dall’imbarazzo di non essere nelle condizioni di poter decidere e i titolari delle concessioni dal timore di poter perdere tutto da un momento all’altro. Se l’indirizzo da Roma non dovesse arrivare, infatti, in ogni caso bisognerà prendere qualche provvedimento - una proroga motivata, come ha fatto ieri il Comune di Lecce, o altri tipi di decisioni - per consentire agli attuali concessionari di operare nella legalità.

Il Salento


La pensa così il sindaco di Otranto, Francesco Bruni: «Per quanto riguarda il mio Comune - spiega - non lasceremo da soli i titolari delle attuali concessioni, ma aspettiamo ancora qualche giorno per decidere il da farsi, nella speranza che dal Governo o dal Parlamento arrivi un atto di indirizzo, un minimo di chiarezza. Un singolo Comune che percorre una strada isolata non è la soluzione a un problema ben più ampio». Al di là dei singoli casi, Bruni ritiene che una materia così complessa non possa essere lasciata solo in mano ai Comuni. «Finora - dice - sull’argomento sono state impegnate le giurisdizioni del diritto interno e comunitario. È il momento che i Comuni facciano sentire la propria voce: al di là di come il legislatore vorrà gestire la questione, abbiamo bisogno di chiarezza, di indirizzi, ma anche di aiuti. Non è possibile che i Comuni, che esercitano poteri istruttori su delega, subiscano poi i contenziosi e tutte le altre controindicazioni a fronte di una quota minima dei canoni concessori». Nel Salento, anche Stefano Minerva, sindaco di Gallipoli, opta per «aspettare la chiarezza normativa che oggi non c'è».

Il Brindisino

Da Carovigno, il sindaco Massimo  Lanzilotti non se la sente di prendere iniziative autonome «anche perché lo abbiamo già fatto in passato, con le proroghe al 2033 - spiega - e a seguito dei ricorsi ce le siamo viste dichiarate illegittime».

I Comuni sono in una fase di stallo: «La questione è così delicata - prosegue Lanzillotti - che non si può agire senza avere delle linee guida governative, anche perché dobbiamo districarci tra tanti ricorsi pendenti, compreso quello delle associazioni dei balneari. Speriamo possano arrivare chiarimenti quanto prima per mettere noi amministratori in grado di emanare gli atti dovuti, ma anche per rasserenare gli animi dei titolari stessi». Poi l’appello al Governo: «Aspettiamo istruzioni sui nuovi bandi, non tanto sul quando emanarli, ma soprattutto sul come redigerli in modo che ci sia omogeneità su tutto il territorio nazionale».

Bari e provincia


«Siamo in un limbo», si lamenta Angelo Annese, sindaco di Monopoli, che proprio per oggi ha convocato un incontro con uffici, avvocatura e alcune sigle dei balneari. «Qualunque decisione si prenda ora - commenta - si rischia o di essere inadempienti oppure di andare incontro a ricorsi. Seguiamo quello che accade a livello nazionale, aspettiamo forti segnali dal governo centrale: almeno che ci aiuti a comprendere quale norma è valida. E se si potrà fare la proroga di un anno allora ci faremo trovare pronti». Il problema riguarda limitatamente il Comune di Polignano, dove le concessioni al momento si contano sulle dita di una mano. «Fermo restando che ci serve capire come comportarci in futuro - è il commento del sindaco Vito Carrieri - perché abbiamo spiagge e casotti che possono essere affidati in concessione e un Piano delle Coste in elaborazione, per il momento stiamo alla finestra, e valuteremo in base alle indicazioni che arriveranno dal Governo centrale».

Ginosa, nel Tarantino


Ha le idee più chiare Vito Parisi, sindaco di Ginosa: «Come fa Lecce - racconta - anche noi daremo la priorità ai bandi relativi agli spazi che attualmente sono liberi grazie ad alcune concessioni decadute, mentre per le concessioni esistenti ci stiamo orientando anche noi verso la proroga di un anno. Parallelamente, dovremo lavorare su un bando-tipo, perché qui c'è il rischio che ogni singolo Comune faccia il proprio bando, diverso dagli altri, e che non ci sia omogeneità tra un tratto di costa e un altro, magari limitrofo. Molti sono preoccupati del fatto che con i nuovi bandi le società straniere comprino tutto, mentre la mia preoccupazione è che il litorale cada in mano della criminalità organizzata, ecco perché diventa dirimente avere delle linee guida chiare su come andranno impostati i bandi. Intanto, nel Piano delle Coste, abbiamo stabilito un criterio di omogeneità in base al quale tutti i lidi avranno 80 metri di fronte-mare: in questo modo riusciremo a realizzare 35/37 concessioni, contro le attuali 25».

© RIPRODUZIONE RISERVATA