Balneari, 48 ore per la verità. Obiettivo: rinviare le gare

Balneari, 48 ore per la verità. Obiettivo: rinviare le gare
di Paola ANCORA
5 Minuti di Lettura
Domenica 14 Gennaio 2024, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 15 Gennaio, 07:22

Fare o no le gare per assegnare le concessioni balneari? A quanto pare la risposta è ancora “no”. Il Governo non indietreggia e si prepara, entro martedì 16 gennaio, a rispondere al parere motivato con il quale l'Europa ha bacchettato il nostro Paese sollecitando l'applicazione della Direttiva Bolkenstein sulla concorrenza e preparandosi alla messa a terra della procedura d'infrazione.

La risposta

Nei giorni scorsi, nel corso di una riunione tecnica a Palazzo Chigi che ha riunito i rappresentanti dei ministeri competenti e i parlamentari di maggioranza che seguono la questione, si è sostanzialmente convenuto sul testo della risposta da dare alla Commissione Ue e alla quale sarà allegata documentazione aggiuntiva a conferma della tesi sostenuta dal Governo con la mappatura delle concessioni, tesi già aspramente criticata dall'Europa. Infatti, sebbene per Ispra il litorale fruibile libero in tutto il Paese non superi il 29%, per il Governo tale percentuale sale al 67%. Un dato cui si è giunti considerando liberi e fruibili tratti di litorale che fruibili non sono, perché particolarmente impervi e inaccessibili. Non solo. Nella documentazione allegata alla risposta che il Governo Meloni intende dare alla Commissione Ue rientrerebbe anche la “promessa” di una legge di riordino del comparto che prevederà anche le gare, per porre rimedio alla mancata emanazione dei decreti attuativi del ddl sulla Concorrenza approvato dall'allora Governo Draghi e che di fatto, se attuato, avrebbe già consentito di bandire gli avvisi pubblici per assegnare le concessioni. Restano, sul tavolo, le profonde differenze di vedute in seno al governo con il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini che prende tempo e rifiuta l’applicazione tout court della direttiva Ue e il ministro degli Affari europei, Raffaele Fitto che ritiene le gare inevitabili e teme un muro contro muro con la Commissione, suggerendo da tempo la via d’uscita di gare pubbliche con premialità per i concessionari uscenti. Com’era previsto nel ddl Concorrenza varato da Draghi. 

I parlamentari


Dal Movimento 5 Stelle, il vicepresidente del partito e senatore Mario Turco attacca: «Il Governo ci ha abituato a queste guerre di Pirro. Cerca di mostrare i muscoli con l'Europa per uscirne poi sconfitto, come è accaduto con il Patto di stabilità. Da tempo chiediamo che prenda una decisione sulla questione balneari, relativamente alla quale, in maniera sconsiderata e per difendere alcune lobbies di potere, ha cancellato quella norma di equilibrio che fu approvata con il Governo Draghi, che io personalmente avevo tracciato e che era stata condivisa da Forza Italia e dalla Lega. Oggi chiediamo al Governo di prendere atto di quella norma – chiude Turco - che era stata condivisa dall'Europa, prevedeva gare pubbliche, tutele per le imprese uscenti e opportunità per le altre. Non vorremmo, invece, trovarci con una infrazione a carico di tutti i cittadini italiani». 
Forza Italia difende l’operato dell’esecutivo e invita a maggiore pazienza, per concludere un lavoro che non ritiene ultimato: quello della mappatura. «La motivazione per la quale si dovrebbe arrivare a gara è che la risorsa è scarsa, ma al momento - dice il parlamentare azzurro Vito De Palma - non mi sembra che i lavori del tavolo tecnico si siano conclusi. Forza Italia vuole giungere a una giusta mediazione fra chi dice “mettiamo tutto a gara” e chi dice “a gara non va nulla”. Bisogna portare a termine il lavoro cominciato con rigore, per dare risposte motivate alla sollecitazione europea ed evitare nuovi ricorsi». «Concordo perfettamente con la linea del governo. Tutto il dibattito va riportato su binari di oggettività e serietà, altrimenti si rischia di penalizzare oltremodo una categoria. Dati alla mano, infatti - aggiunge il senatore FI, Dario Damiani - dalla mappatura delle coste è emerso che le attuali concessioni riguardano solo il 33% e, anche al netto dei tratti di costa difficilmente accessibili, va riconosciuto che non vi è scarsità di questa risorsa naturale. Perciò riteniamo che la questione possa essere gestita salvaguardando sia le imprese, circa 30mila e quasi tutte a conduzione familiare, sia nuovi soggetti che volessero entrare nel settore. L'accanimento contro la categoria dei balneari è quindi del tutto ingiustificato, per noi soluzioni alternative sono possibili e ne discuteremo con l'Europa». 
Dalle file della Lega, il deputato Davide Bellomo ribadisce la linea del partito: «Il tema delle concessioni demaniali va affrontato a tutto tondo, perché sono parliamo soltanto di quelle balneari. Bisogna avere il tempo di completare il percorso di mappatura già avviato ed entro martedì forniremo all’Europa tutto il materiale raccolto, che conferma la non scarsità della risorsa demaniale. Nessuno deve pensare che si sia scambiato le concessioni per diritto di proprietà: la nostra volontà - conclude - è di rispettare la norma e la direttiva europea, ma in maniera rigorosa. Un esempio? In Puglia, nel Tarantino, ci sono chilometri di spiaggia libera: se la risorsa fosse scarsa, quella spiaggia non si potrebbe toccare». 
«Il Governo continua a perdere tempo» per il deputato del Pd, Claudio Stefanazzi. «Tiene i balneari in ostaggio - prosegue - e sorprende la tenacia con cui la Meloni crede di poter giocare a fare la furba con le istituzioni comunitarie e con la giustizia amministrativa italiana.

Sono mesi che chiediamo di procedere a definire le modalità di valutazione degli investimenti fatti dai tanti imprenditori seri che hanno contribuito a far crescere il turismo balneare italiano. E di farlo coinvolgendo comuni e province. E poi di fare le gare. Per dare agli imprenditori la certezza di poter difendere il lavoro fin qui fatto e di poter, finalmente, programmare i futuri investimenti. Ed invece si corre verso un muro rappresentato dallo spettro di gare fatte al buio e che, c'è il serio rischio, finiranno per favorire la criminalità organizzata che sta da tempo osservando con attenzione il mondo delle concessioni balneari». Come andrà a finire? Non resta che attendere ancora poche ore. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA