Stretta sugli affitti brevi che hanno contraddistinto l’estate 2023 in Puglia. Mentre la regione, rispetto a un anno fa, registra aumenti delle locazioni turistiche anche del 40% in alcune delle principali città d’arte e balneari, la proposta della ministra del Turismo Daniela Santanchè, contenuta in un decreto legge, sembra destinata a finire all’attenzione del Consiglio dei Ministri già nella seduta di oggi. Da Fratelli d’Italia era arrivata un’indicazione in tal senso nei giorni scorsi: la bozza è quasi pronta. E infatti è già sul tavolo dell’esecutivo, mentre Santanchè è in missione internazionale tra Cina e Corea del Sud.
Turismo, il decreto legge
Lo schema di decreto legge con le disposizioni urgenti per la disciplina delle locazioni di immobili a uso abitativo per finalità turistiche è pronto e circola già fra gli addetti ai lavori da qualche giorno.
Le novità sulla stretta del governo
Intanto le novità messe a punto dalla ministra. La prima riguarda il fatto che «il contratto di locazione per finalità turistiche avente ad oggetto uno o più immobili ad uso abitativo, nei comuni capoluoghi delle città metropolitane non può avere una durata inferiore a due notti consecutive, fatta eccezione per l’ipotesi in cui la parte conduttrice sia costituita da un nucleo familiare con almeno tre figli». Rimane dunque il Minimum Stay di due notti nei comuni capoluoghi delle città metropolitane (per i soggiorni di una notte, quindi, l’unica soluzione possibile sarà ricorrere alle strutture ricettive tradizionali) ma si reintroduce la variabile delle famiglie numerose. Nella prima versione, invece, la norma avrebbe dovuto avere validità per tutti, anche per gli affitti nei comuni più piccoli.
Il limite di appartamenti che lo stesso proprietario può destinare all’affitto breve è confermato a due. Al di sopra la locazione è considerata un’attività economica e, quindi, il proprietario deve aprire la partita Iva. Confermati anche il Cin, Codice identificativo nazionale (al momento invece il codice è regionale), e gli obblighi di dotazioni di sicurezza, anti incendio e per il monossido. Quest’ultimo punto ha già acceso un focolaio di polemiche: adeguare gli appartamenti agli obblighi di dotazioni antincendio rappresenta un costo per i gestori.
E se da una parte c’è chi protesta per la stretta, la bozza trova l’entusiasmo delle associazioni di categoria degli albergatori, forse i più danneggiati dal boom delle case vacanza. L’idea, in realtà, nasce però per risolvere l’emergenza del caro affitti: meno locazioni brevi vuol dire più case destinate a famiglie, studenti fuorisede e lavoratori. Ecco perché - dopo la protesta degli universitari nelle tende a maggio scorso (qualcuno è tornato nelle tende anche qualche giorno fa, visto che la situazione è immutata) - il governo aveva cercato un freno al boom di Airbnb e simili.
In Puglia l’ultima estate ha visto un altro incremento delle case vacanza. Non esiste un dato regionale aggiornato, ma tramite Airdna - il portale americano che si occupa di turismo - è facile tenere sott’occhio l’andamento del mercato nelle singole città. A Lecce, ad esempio, le soluzioni private per turisti a disposizione sono state 2.119, seguendo gli annunci sulle varie piattaforme. Rispetto a un anno fa si tratta del 10% in più. A Bari si arriva a 2.527 annunci, +39% rispetto al numero del 2022. In crescita anche Ostuni, con 2.817 stanze a disposizione (+14%) e Monopoli, 823 (+12%). Stabile Gallipoli - 2.042 annunci online -, così come gran parte del Salento costiero. Il dato tiene conto delle abitazioni private che in estate è possibile affittare e non dei posti in hotel o b&b di natura tradizionale. Da qui la stretta, per una questione che soprattutto nelle città ad alta densità turistica è particolarmente sentita nei centri storici, spesso presi d’assalto dai visitatori, con i residenti che “fuggono”. Il governo prepara la stretta, ma la questione è destinata a far discutere nelle prossime settimane. Il test è comunque previsto per la prossima estate. Il tempo c’è.
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