Xylella, Pentassuglia: «Le piante malate vanno eradicate»

Alberi di ulivo infetti da xylella fastidiosa
Alberi di ulivo infetti da xylella fastidiosa
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Martedì 10 Maggio 2022, 16:43 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 19:11

«Le sentenze vanno rispettate. Il pronunciamento del Tar ci dimostra che l'operato della Regione è sempre stato fondato su un'attenta e puntuale analisi del fenomeno con una strategia d'intervento finalizzata a tutelare l'inestimabile patrimonio olivicolo della nostra Regione». È il commento dell'assessore all'Agricoltura della Regione Puglia, Donato Pentassuglia, in merito alla decisione del Tar di Bari sui ricorsi presentati dai proprietari dei terreni interessati dalle prescrizioni previste dall'Osservatorio fitosanitario della Regione Puglia, necessarie per contrastare la diffusione di Xylella fastidiosa.

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La decisione del Tar

Il Tar ha, nei giorni scorsi, sospeso l'efficacia dei provvedimenti regionali di abbattimento delle piante monumentali risultate infette. «Siamo dell'avviso - prosegue - che la pianta malata vada eradicata e la Regione, in tal senso, ha già emesso provvedimenti perché sia la capitozzatura sia gli innesti nella zona ex contenimento, pratica tra le più antiche, fossero interventi idonei ad arrestare la batteriosi. A tal proposito ricordiamo che il bando sugli innesti è stato utilizzato da pochissimi agricoltori e proprietari ed è per questo che stiamo per rimettere a bando l'intervento con le risorse residuali. Quindi - prosegue - nella sentenza non c'è nessuna novità che trascende da quello che è stato ed è il nostro percorso. Rispettiamo il pronunciamento del Tar ma andiamo avanti con i monitoraggi, le analisi molecolari e, soprattutto, nel sensibilizzare le persone ad eradicare le piante dichiarate infette.

Il tema degli Ulivi secolari ha una sua norma specifica: non vogliamo fare scempio di questo paesaggio bellissimo, però non possiamo neanche consentire che, tenendo in piedi quelle poche piante infette, si ripresenti più viva che mai una tragedia che abbiamo vissuto e che ancora oggi continuiamo a vedere davanti ai nostri occhi».

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