Tassa di soggiorno e turisti, il tesoretto cresce ancora

I turisti a Lecce
I turisti a Lecce
di Valeria BLANCO
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Domenica 2 Ottobre 2016, 08:28 - Ultimo aggiornamento: 19:29
La fine dell’estate scandita dal calendario corrisponde a una resa dei conti: i Comuni che hanno istituito la tassa di soggiorno fanno il punto per capire [FI]se il gradimento dei turisti per la propria città sia aumentato o diminuito[/FI] rispetto all’anno precedente, ma soprattutto per sapere di quali somme potranno disporre per migliorare i servizi dedicati al turismo. E quest’anno, le cifre incassate dai singoli Comuni - con qualche eccezione - parlano di un incremento di un 15-20%, probabile risultato di un mix di fattori. Merito in alcuni casi di una piccola crescita delle presenze e in altri di controlli a tappeto che hanno convinto le strutture (ma non tutte) al versamento delle somme che i titolari - che agiscono come sostituti d’imposta - ricevono dai turisti e versano nelle casse comunali. In totale, tra Lecce e provincia, i turisti hanno versato un “tesoretto” che si aggira attorno ai 2,6 milioni di euro.
In cima a un’ideale classifica basata sugli introiti, c’è la piccola Otranto: poco meno di 6mila abitanti e la concreta speranza di raggiungere gli 850mila euro di incassi (nei sei mesi in cui si paga la tassa, cioè da aprile a settembre) inseriti nel Bilancio di previsione. Ben 100mila euro in più rispetto al 2015, quando la stagione si era chiusa con un incasso di 750mila euro, grazie sia a un aumento delle presenze sia a un ritocco al rialzo delle tariffe nei mesi di luglio e agosto. Segue Lecce, che fino a giugno ha incassato 300mila euro e conta di raggiungere i 700mila fino al 30 settembre.
 
Virtuosa anche Ugento che, in linea con l’anno scorso, conta di incassare - quando i versamenti da parte delle strutture saranno terminati - 390mila euro. Strade, segnaletica, gli Iat di Torre San Giovanni e Torre Mozza e il bancomat nella marina: questi i servizi già attivati nella stagione passata grazie ai fondi della tassa di soggiorno.
A Gallipoli, reginetta del turismo salentino, gli introiti registrati fino a metà agosto si aggirano intorno ai 300mila euro, ma il sindaco Stefano Minerva conta di superare i 320mila euro riportati dal Bilancio di previsione e di toccare la soglia dei 350mila euro entro la fine di settembre. Per decidere la destinazione di questi fondi, poi, si chiederà il parere dell’osservatorio sulla Tassa di soggiorno che si riunirà una volta raccolti tutti i versamenti, ma sicuramente una bella fetta andrà in promozione e informazione destinata ai turisti.
Registra una piccola ma significativa crescita Melendugno, che nei mesi di giugno e luglio ha incassato 105mila euro (un 15% in più rispetto ai 90mila del 2015) e conta di superare la soglia dei 145mila euro del 2015, e di raggiungere almeno i 210mila, ma potrebbero essere non così lontani i picchi dell’anno precedente, quando il Comune - facendo leva sull’appeal delle marine di San Foca, Torre Dell’Orso, Sant’Andrea e Roca - aveva incassato 235mila euro. Qui i fondi, come ogni anno, sono impiegati per dare vita al Piano di salvataggio collettivo, che prevede la presenza di bagnini anche sulle spiagge libere. Poi ci sono la manutenzione di verde, segnaletica e siti culturali, la promozione con depliant e broochure e soprattutto i mezzi di Mare in bus che consentono a chi paga la tassa (e riceve la Melendugno card) di usufruire gratis delle navette per il mare.
Salve conferma i 65mila euro degli anni passati: non una cifra astronomica, ma una boccata d’ossigeno che consente di assicurare quotidianamente la pulizia degli 8 chilometri di arenili di competenza comunale.
Arranca un po’ Nardò: con 93mila euro entrati nelle casse del Comune nei tre mesi clou di giugno, luglio e agosto, difficilmente si riuscirà a raggiungere l’incasso del 2015, che ammonta a 150mila euro. La destinazione dei fondi, se non ancora definita nei dettagli, riguarderà però servizi e migliorie nelle marine e nel centro storico, in modo che siano gli stessi turisti che pagano la tassa a beneficiare poi dei frutti della stessa.
Emerge, comunque, una oggettiva difficoltà a riscuotere il dovuto da parte di tutti i Comuni. Colpa di una legge - quella istitutiva dalla Tassa di soggiorno - che non ha mai visto approvato un decreto attuativo. E colpa anche, a detta di sindaci e assessori, di una grande difficoltà a reperire i dati su cui basare i riscontri per poter individuare chiaramente gli evasori. «Una soluzione - è la proposta di Melendugno, a cui si associa Nardò - sarebbe quella di farci avere accesso ai dati che le strutture ricettive devono obbligatoriamente comunicare alla Questura, perché altrimenti i controlli si effettuano alla cieca». Una preoccupazione, quella dell’evasione, condivisa da tutti. Da Otranto la proposta per limitare il fenomeno sarebbe quella di «creare un rapporto tributario diretto tra gestori e Comune, mentre adesso i gestori sono solo i sostituti d’imposta». D’altra parte, scomoda è pure la posizione dei gestori delle strutture, che impiegano tempo e risorse per raccogliere e poi versare ai Comuni le cifre dovute dai turisti.
Si va avanti, così, tra lettere, note, diffide, agenti di Polizia municipale inviati a verificare che le strutture abbiano prodotto versamenti veritieri rispetto ai flussi. Solo da ultimo si procede con la segnalazione alle forze dell’ordine per il recupero coatto delle somme non versate. Un fenomeno che, nonostante i controlli della Finanza degli ultimi mesi, stenta a diminuire.
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