Statuto, è scontro. E "Lecce2017" vota con l'opposizione

Palazzo Carafa
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Venerdì 18 Marzo 2016, 06:21 - Ultimo aggiornamento: 15:31
Sì della commissione alla modifica dello Statuto comunale. E per approvare il bilancio non basterà più la maggioranza dei votanti, ma servirà la maggioranza assoluta dei consiglieri, com’è stato fino al marzo del 2014.
Il nodo, prima che tecnico, è politico e destinato a cambiare gli equilibri in Consiglio comunale. Nel 2014, quando lo Statuto fu modificato una prima volta, un passaggio essenziale, di una sola parola, passò inosservato a tutti: per il via libera al bilancio, grazie anche all’abbassamento del numero legale previsto dalla legge e alla riduzione dei consiglieri da 40 a 32, sarebbero bastati i voti di soli 11 consiglieri. Fatto, questo, che ha consentito alla Giunta e al sindaco Paolo Perrone di “tenere in pugno” il Consiglio.
 
Non a caso, ieri, a dire sì in commissione alla modifica di quel passaggio determinante, sono stati i consiglieri di minoranza Antonio Torricelli (Pd) e Saverio Citraro (Lecce Città Pubblica) e quelli di maggioranza Rocco Ciardo e Paolo Cairo, del gruppo “Lecce2017”.
La discussione, durante la seduta, è stata animatissima, specie all’interno del centrodestra. Perché gli esponenti di Conservatori e Riformisti e “Lecce città del mondo” hanno sollecitato a Ciardo e Cairo un rinvio per approfondire la questione che, invece, “Lecce2017” ha voluto portare avanti, vuoi per «ristabilire un principio di democrazia», vuoi - e qui è il nodo politico - per chiamare alla conta la maggioranza di centrodestra e dare una dimostrazione di forza al sindaco Paolo Perrone.
Quando il nuovo Statuto arriverà in Aula, infatti, potrà contare sui voti del centrosinistra (9) e di “Lecce2017” (6): in tutto quindici “sì”. Appena uno in meno, sulla carta, di quanti servirebbero per dare via libera al provvedimento. E, in futuro, per far pesare la posizione di “Lecce2017” sui temi che contano: dal bilancio al Piano urbanistico generale, dal Piano coste a quello delle alienazioni.
«Ripristinare la vecchia norma statutaria - ha commentato Cairo - è un segnale di grande democrazia e di rispetto dell’avversario politico. Una maggioranza solida forte e coesa come quella che caratterizza l’amministrazione Perrone non può temere il ripristino di questa norma, può solo condividerla ed avallarla. Per questo sarebbe un grave indice di debolezza non votarla in Consiglio».
A sollevare la questione, già un anno e mezzo fa, e poi predisporre la delibera per modificare nuovamente lo Statuto è stato il consigliere del Pd Antonio Torricelli. «Il parere favorevole trasversale della commissione sul provvedimento di modifica - dice - fa giustizia su un atto che andava assolutamente recuperato perché riporta al centro la democrazia e le maggioranze qualificate, indispensabili per approvare il bilancio e amministrare la città. Quando nel 2014 lo Statuto fu modificato una prima volta, lavorammo due mesi alla delibera, esaminando ogni modifica tecnica da apportare alla luce, ci disse il dirigente, delle modifiche legislative intervenute nel frattempo. Nessuno ci ha detto che c’era quella parolina, che stabiliva come il bilancio potesse essere approvato con la maggioranza dei “votanti”».
 
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