Salento, villaggio abusivo sulle colline di Diso: in 46 citati a giudizio, anche due tecnici comunali

Salento, villaggio abusivo sulle colline di Diso: in 46 citati a giudizio, anche due tecnici comunali
di Roberta GRASSI
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Giovedì 27 Aprile 2023, 21:21 - Ultimo aggiornamento: 22:14

Una lottizzazione abusiva sulla collina che affaccia su Cala dell’Acquaviva, a Diso, per realizzazione di una sorta di “villaggio diffuso”. E 17 appartamenti posti sotto sequestro nel maggio del 2022 dai carabinieri del Nucleo investigativo di polizia Ambientale, Agroalimentare e Forestale del comando di Lecce.

Citazione in giudizio


Sono 46 le persone per cui la Procura ha emesso un decreto di citazione diretta a giudizio e che dovranno affrontare a ottobre l’udienza predibattimentale il 4 ottobre prossimo.

L’indagine è del pm Maria Vallefuoco. Nell’elenco figurano anche due tecnici comunali: Alessandro Arseni, di 70 anni, dirigente pro-tempore dell’Utc e responsabile del procedimento, e la geometra Maria Antonietta Arseni, di 63. Oltre ai nomi di progettisti delle case vacanze, dei costruttori e dei proprietari. Rispondono tutti di lottizzazione abusiva per avere operato “un’illecita trasformazione urbanistica ed edilizia dell’area sita il località Marina dell’Aia”, dice questo il capo di imputazione per indicare poi i vincoli paesaggistici: quegli ambientali della legge del 1999 e degli ambiti territoriali estesi valore distinguibile. Ed anche gli ambiti territoriali distinti per la presenza di grotte, cigli e scarpate, nonché per i vincoli idrogeologici, e perché ricadente nel parco naturale regionale “Costa Otranto-Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase”.

I vincoli

Secondo quanto appurato da Procura e carabinieri questi vincoli avrebbero dovuto impedire l’approvazione del piano particolareggiato Marina Dell’Aia approvato dal consiglio comunale il 2 agosto del 2008 che già allora avrebbe dato il benestare alla trasformazione di quell’area da zona agricola a residenziale, turistico-ricettiva. Illegittimi i permessi di costruire rilasciati dai due dirigenti - siamo sempre sul fronte dell’accusa - poiché in violazione del parere del comitato urbanistico regionale. «...in totale difformità dagli strumenti urbanistici vigenti, attesa l’illegittimità dei predetti permessi di costruire rilasciati sulla base di un piano particolareggiato illegittimo”, ancora un passaggio del capo di imputazione sull’orientamento dell’accusa. “Oltre che in assenza di un rilievo sullo stato dei luoghi che avrebbe consentito di evidenziare la necessità, ai fini della realizzazione del progetto, di movimenti di terra non compatibili con le prescrizioni del parere, obbligatorio e vincolante, del comitato urbanistico regionale, e perciò non assentibile. Vengono inoltre contestati degli abusi edilizi in relazione a lavori difformi rispetto ai progetti.

Gli interventi effettuati per la realizzazione del villaggio


Contestate anche alcune violazioni nel corso dei lavori: movimenti di terra e scavi in particolare, tali da modificare la morfologia del paesaggio. La creazione di una strada interna larga dieci metri quando lo stesso piano particolareggiato avrebbe previsto percorsi pedonali non più larghi di tre metri. Eliminazione dei terrazzamenti e dei muretti a secco. L’inchiesta è stata avviata due anni fa grazie ad una segnalazione anonima corredata di materiale fotografico sui lavori in corso sul pendio di Cala Acquaviva per realizzare una decina di appartamenti: le foto mostravano scavi nella roccia ed impiego di calcestruzzo.
Il sequestro era stato disposto nel maggio scorso dal gip Giulia Proto che aveva disposto un decreto di sequestro su 11 abitazioni, mentre per altre sei era scattato d’inziativa, a seguito del sopralluogo eseguito sul posto. La giudice Proto aveva anche bacchettato l’Ufficio Tecnico di Diso: «Nella complessa istruttoria incombeva sui pubblici funzionari, ciascuno in relazione all’attività svolta ed alla conseguente posizione di garanzia rivestita, controllare e sindacare la legittimità. Ovvero la legittimità degli atti amministrativi prodromici».
Gli imputati sono difesi dagli avvocati: Gianluca D’Oria, Antonio Quinto, Silvio Verri, Francesco Baldassarre, Alessandro Caggia, Simona Tommasa Mancini, Salvatore Corrado, Amilcare Tana, Simona Carrozzo, Oronzo Valentino Maggiulli, Angelo Oliva, Luca Puce, Aurelio Elia, Luigi Corvaglia e Luciano Ancora, Luigi Covella, Roberto Marra, Paride Cesare Cretì, Luigi Fersini, Sergio Luceri, Leo Marseglia. 

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